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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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16. MEMORIA E RICORDO

Siamo abituati a considerare i termini "memoria" e "ricordo" sinonimi l’uno dell’altro. In realtà, come fa notare Franco Cardini in un suo recente libro (“Ritorno a Coblenza”), questi due termini differiscono notevolmente. Nella parola ricordo è incluso la radice di “cor cordis” che, com’è noto, in latino significa cuore. Il ricordo pertanto è la percezione soggettiva e la rappresentazione emotiva di un evento. La parola memoria viene da “mens mentis”, cioè mente: l’evento oggetto della memoria è pertanto percepito in maniera razionale, depurato da qualsiasi distorsione emotiva. In realtà, esisterebbe anche un terzo termine “rimembranza” che sarebbe un quid medium fra i due termini precedenti: rimembrare significa rievocare, riappropriarsi fisicamente (“con le membra”) di un evento oggettivo già vissuto ( si pensi alle Rimembranze leopardiane). La differenza fra memoria e ricordo mi fa pensare alle opere di un artista di origine ebraica, Christian Boltanski, che ho avuto modo di vedere quando mi trovavo a Parigi, dove è molto noto, per un lungo soggiorno di lavoro. Boltanski, le cui opere sono istallazioni evocative di frammenti di vita individuale, distingue la Storia con la esse maiuscola dalla storia con la esse minuscola; la prima è il susseguirsi degli eventi oggettivi che scandiscono la vita dei popoli. La seconda è caratterizzata dal dipanarsi delle vite individuali, fatte di aspettative, delusioni, momenti felici, emozioni che si sviluppano all’interno della Storia con la esse maiuscola. E’ interessante che l’artista evidenzi come accanto a quel flusso di eventi che noi codifichiamo e ordiniamo razionalmente che costituisce la Storia, esiste un’umanità che si muove individualmente, a prescindere dalla Storia stessa, e che esprime la vera vita in tutta la sua problematicità. Nelle ultime pagine del libro “l’Autunno del Patriarca” di Gabriel Garcia Marquez c’è la stessa contrapposizione: il Generale Aureliano Buendìa rappresenta la Storia con tutte le sue mitizzazioni ed artificiosità. La Morte, che parla con la voce del popolo, contrappone alla vita di Aureliano Buendìa le vite della gente, fatte di piccoli ma drammatici problemi quotidiani; queste vite sono precarie e corrotte dal germe della morte. La differenza fra memoria e ricordo non esaurisce i suoi effetti nel campo terminologico, ma può costituire un’importante chiave di lettura anche per decodificare l’arte.

Roberto Rapaccini.

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)