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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

LA FOTO DELLA SETTIMANA  a cura di NICOLA D'ALESSIO
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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SHOWCASE (a cura di Roberto Rapaccini): Questa settimana MARK KOSTABI, CHICK COREA, BELA FLECK (in sottofondo)


MARK KOSTABI – clicca qui

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BELA FLECK – clicca qui

8 commenti:

ROBERTO R. ha detto...

Abdullah Ibrahim (9 Ottobre 1934, Città del Capo, Sud Africa), prima della conversione all'Islam Adolph Johannes Brand, o Dollar Brand, è un pianista e compositore jazz. La sua produzione risente delle tradizioni musicali africana e dell'ascolto di Duke Ellington e Thelonious Monk.
ROBERTO RAPACCINI

ROBERTO R. ha detto...

Dal 10 novembre all’11 gennaio 2014 Palazzo Te a Mantova
ospita una grande antologica, “The Tennis Player”, dedicata a Bernardo Siciliano – uno dei massimi esponenti della cosiddetta Figurazione – organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te e da Italiana, con il Patrocinio del Comune di Mantova, Mantova2019 e del Museo Civico di Palazzo Te. Il progetto espositivo comprende paesaggi urbani e ritratti familiari dal denso sapore introspettivo, ed è arricchito da disegni inediti che forniscono un ulteriore punto di vista dell’opera dell’artista. Viene così raccolta, nelle Fruttiere del prestigioso Palazzo Te, una parte della vasta produzione del pittore romano, oggi residente negli Stati Uniti. Proprio grazie all’esperienza newyorkese Siciliano ha potuto arricchire la sua esperienza artistica, connaturata alla tradizione pittorica europea e italiana, con l’energia del nuovo mondo.

ROBERTO R. ha detto...

Le vedute americane, infatti, rappresentano un ulteriore approfondimento nel lavoro del pittore che si rivela essere un costruttore di spazi, come spiega il curatore Michele Buonuomo: «… Le sue strutture urbane sono definite da punti di fuga ogni volta più arditi (alti, bassi, esplosi, lontani), così da dare 9la sensazione che sulla tela non è rappresentato un luogo che già conosciamo, bensì la messa in forma e in misura di uno spazio sconosciuto fino a quel momento. Non a caso le sue vedute sono tutte rigorosamente senza titolo». Questo lavoro si fa ulteriormente acuto nei ritratti, nei quali la capacità tecnica si esalta fino al limite della rappresentazione; addirittura nella serie degli autoritratti l’artista dimostra di saper passare con grande abilità dal disegno a matita al carboncino, fino al dipinto ad olio in cui Siciliano svela la fatica del lavoro al cavalletto.Con questa mostra mantovana l’artista trova in Palazzo Te, capolavoro di Giulio Romano, genio della figurazione rinascimentale, il palcoscenico ideale su cui mostrarsi e dialogare con il pubblico. (da culturaitalia.it)
ROBERTO RAPACCINI

ROBERTO R. ha detto...

ERIK SATIE – Gnosiemme 1, Gimnopedie 1

Erik Satie, nato Alfred-Eric Leslie-Satie (Honfleur (Calvados), 17 maggio 1866 – Parigi, 1 luglio 1925), è stato un compositore francese. Di padre normanno e di madre scozzese, inizia gli studi musicali come organista, prima con Guilmant e poi al conservatorio di Parigi con Lavignac. Incoraggiato dal suo professore di armonia, intraprende lo studio del pianoforte e della composizione. Ma, insofferente alle regole accademiche, decide nel 1886, dopo otto anni infruttuosi, di abbandonare il conservatorio per presentarsi volontario al 66° reggimento di fanteria, ad Arras. L’anno successivo, grazie ad una bronchite che si era deliberatamente procurato, viene riformato dal servizio militare, muta il proprio nome in Erik - omaggio alla madre scozzese - e pubblica Valse-Ballet, la sua prima opera. Tornato alla vita civile frequenta il cabaret di Le Chat Noir, meta d’obbligo di umoristi, pittori e poeti simbolisti dell’epoca. Nel 1888 compone tre Gymnopédies ispirato dalla lettura dei poemi dell’amico J. P. Contamine de Latour. Il fascino ipnotico che emana da queste composizioni nasce dalla scena di una antica cerimonia greca dove alcuni adolescenti danzano nudi. L’anno successivo, sedotto dall’ascolto di musiche popolari romene e di “gamelan” indonesiane eseguite all’Esposizione Universale di Parigi, inizia a comporre le sei Gnossiennes. Nel 1891, al cabaret L’Auburge du Clou, incontra Debussy, di cui fu amico fino al 1916, anno dell’insanabile rottura dovuta ad un malinteso. (da Last. Fm) ROBERTO RAPACCINI
(dal sito LAST.FM)



ROBERTO R. ha detto...

Adolf Hitler da calpestare, come un trofeo di caccia che, una volta scuoiato, viene ridotto a tappeto da sfoggiare in una stanza della propria casa. L'opera è dell'artista israeliano Boaz Arad, ed è stata esposta nel centro di arte contemporanea di Tel Aviv, in una sezione dedicata alla caccia ai criminali nazisti. Qual'è il senso dell'opera? "Perché è quello che avrebbe fatto qualsiasi ebreo se lo avesse catturato", ha spiegato Arad. Boaz Arad è nato in Israele nel 1956.
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Cattelan - Hitler prega nel ghetto di Varsavia

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ROBERTO RAPACCINI

ROBERTO R. ha detto...

Tom Alan Waits (Pomona, 7 dicembre 1949) è un cantautore e attore statunitense. Tom Waits nasce come unico figlio maschio di una famiglia di origini scozzesi, irlandesi e norvegesi che dopo la sua nascita si trasferisce nel sud della California. Con la sua famiglia trascorre un po’ di tempo a San Diego, Laverne, Pomona, Silver Lake, North Hollywood. Per un certo periodo risiede anche a Whittier, il cui maggior motivo di notorietà era costituito dall’essere luogo di nascita del presidente statunitense Richard Nixon. I genitori di Waits divorziano quando Tom ha 10 anni. Egli pertanto vive gran parte della sua infanzia con la madre e le due sorelle, ma, nonostante la loro presenza, resta spesso per conto suo. Con il padre instaura invece un buon rapporto, sviluppando grazie a lui l’amore per la musica, soprattutto per il pianoforte e per il jazz degli anni trenta, nonché per artisti come Johnny Mercer, George Gershwin e Cole Porter. A causa della situazione familiare inizia a lavorare in un ristorante all’età di 14 anni, come lavapiatti e poi come cuoco. Più tardi trova impiego come portiere in un Folk Club di Los Angeles, l’Eritage Club, dove sale sul palcoscenico per cantare alcune delle sue canzoni. Il produttore Herb Cohen, nel 1972, ascoltandolo ne rimane impressionato, ingaggiandolo in breve termine. I suoi dischi d’esordio sono fulminanti per critica e pubblico: ancora abituati a canzonette, si ritrovano di fronte a brani che cantano la solitudine, l’emarginazione, l’alcolismo disgraziati in genere. (da Last.fm)
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ROBERTO R. ha detto...

Vienna è la culla di artisti come Shiele, Klimt e Kokoschka dal
temperamento forte e fragile allo stesso tempo, personalità angosciate da diverse turbe psichiche. Vienna è l'ambiente dove nascono le teorie della psicanalisi teorizzata da Freud e da Jung: in questo clima si respiravano nuove concezioni, si avvertivano nuovi stimoli dettati dall'analisi delle ossessioni sessuali, dalle discussioni nell'ambiente culturale relative alle perversioni più forti e il confronto sulle metodologie terapeutiche. Dopo quasi cinquant'anni dall'inizio delle sperimentazioni psichiatriche, si sviluppa nella Prima Metà degli anni '60 l' “azionismo viennese”, una reazione alla chiusura mentale del dopoguerra certamente artistica ma anche sociale, antropologica e psicologica riflesso della presenza ancora forte in austria delle innovazioni freudiano. Il gruppo si presenta da subito con un atteggiamento dissacrante, sado-masochista facendo del corpo il mezzo espressivo per eccellenza per una esternazione di malattie esistenziali. L'arte diventa la conseguenza di un gesto fisico e si assiste ad una netta inversione di percezione rispetto al passato: se prima il percorso creativo e fruitivo dell'opera consisteva in un moto che procedeva dalla mente al corpo ora risulta il contrario, è il corpo che comunica alla mente e non viceversa. L'opera si trasforma anche in performance create da persone disposte a tutto, che si fanno cospargere il corpo di sangue, che interagiscono con le budella di animali squarciati, che subiscono azioni violente e sfacciate. Hermann Nitsch, uno degli esponenti più conosciuti di questa corrente artistica, ha fondato nel 1962 il “Teatro delle orge e dei misteri”, ossia la concezione di ambienti dove organizzare riti a sfondo dionisiaco, irriverenti ed esagerati. Le performance di Nitsch e degli altri componenti potevano durare anche giorni interi coinvolgendo moltissime persone che si prestavano alla violenza e allo svisceramento incauto di qualsiasi tabù. Gunther Brus arriva al limite del suicidio martoriando il proprio corpo. Gli artisti dell'azionismo viennese motivano la scelta concettuale di adottare procedimenti creativi così tragici con uno scopo terapeutico

ROBERTO R. ha detto...

il rituale acquista per loro una valenza catartica curativa. Aristotele, parlando della tragedia, aveva spiegato che l'uomo comune, spettatore della scena, poteva raggiungere uno stato d'animo sereno grazie all'immedesimazione con la situazione mortale dei protagonisti: solo tramite questo processo, ci si poteva purificare, liberandosi dalle sofferenze perchè rivissute insieme al personaggio sul palco. Lo stesso procedimento psicoterapeutico è sostenuto e diffuso da Freud, il quale utilizza la catarsi come teoria, cercando di portare la psiche del paziente a rivivere gli stessi dolori che hanno causato la sua patologia perchè solo in questo modo poteva guarire da essa. Ecco perchè Nitsh sostiene che in ogni uomo è insita una potenza assassina che va liberata per purificarsi. Le nuove teorie artistiche del gruppo non furono ovviamente accolte di buon grado dalle autorità e spesso gli artisti hanno avuto a che fare con la legge: Otto Mühul che utilizzava nelle opere sangue, liquidi corporali e pietanze di vario genere venne espulso dall'Austria. Viene naturale una riflessione sul confine tra arte e psicosi, tra opera e reato, su quale sia il confine consentito e sull'incidenza delle teorie sulla psicanalisi nel mondo artistico. Ci domandiamo: sarebbe mai esistita questo tipo di arte senza Freud? A voi le conclusioni. (dal sito Artandite.com)
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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)