loro diritto di non credere in nulla se non nell'Uomo. L'Inquisizione è finita. Chi ha detto di no? Anch'io, credente e nello stesso momento pensatrice libera, ho grossi problemi con i Creazionisti che combattono ottusamente contro l'evidenza. Il poeta William Herbert Carruth (1859-1924) aveva già visto il problema quando scrisse una poesia intitolata Ad ognuno la sua lingua, in cui dice "Alcuni la chiamano Evoluzione, altri lo chiamano Dio." Ma chi non ha una briciola di umiltà ne davanti all'ignoto ne davanti le religioni degli altri si affretta durante la stagione natalizia a proporre la presunta inutilità della fede. Ora che è finita non solo l'Inquisizione, ma anche le Crociate, questi grinch dichiarano guerra e pubblicizzano semplici pensieri che loro ritengono essere liberi. Ma io mi chiedo, quanto libere possono essere le menti che, come i cani di Pavlov, cominciano a salivare al suono non di una campana ma di una parola, divinità, e a ringhiare non appena qualcuno nomina la possibilità che non siamo qui sulla Terra per mero caso e che, come ha detto Einstein, "Dio non gioca a dadi." Come sarebbe infelice passare il Natale con un grinch, con qualcuno che non può far meno di cercare il pelo dentro il suo eggnog (zabaglione natalizio). Ahimè, manca solo un billboard del diavolo a Sacramento, puntando un dito come Uncle Sam nel famoso cartellone di reclutamento, dicendo, "I want YOU." Voglio TE. Pazienza, e continuiamo a credere se vogliamo. Siamo molto più dei nostri pensieri. UN’AMERICANA A VENEZIA
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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO
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380. I GRINCH di un'Americana a Venezia
In
America la stagione natalizia si avvicina quando gli alberi addobbati spuntano
dappertutto e i consumatori più folli si spingono dentro i negozi discount il
giorno dopo Thanksgiving. Arrivano per
primi alla merce natalizia ai prezzi più bassi possibili. Nonostante il carattere sempre meno religioso
della festa del 25 Dicembre, spuntano fuori anche i grinch. (Ho già toccato
questo argomento in "La festa non venga guasta.") Il Grinch (grince) è l'antagonista del racconto How the Grinch Stole Christmas, il Grinch che rubò il Natale, dall'amatissimo
Dr. Seuss. Coperto di pelo verde, il
Grinch è un essere furbo che odia le canzoni, i regali, e tutti i
festeggiamenti di Natale nel paesino vicino alla sua tana. Il Grinch fà di tutto per rovinare la festa agli
innocui cittadini di Whoville. Nella
città di Sacramento, capitale dello stato di California, i grinch hanno già cominciato la loro campagna contro Natale. Montano 55 diverse versioni di billboard (cartelloni) lungo le autostrade
per condividere il loro ateismo. Per lanciare
il messaggio, propongono i primi piani di membri del gruppo, completi di nomi, cognomi
e gli slogan personali di grinch
decisi a non dare uno slancio spirituale alla festa. Gli autisti vedranno, ad esempio, una famigliola
sorridente che avvisa, "Una vita d'amore, nessuna divinità
necessaria". Una coppia di lesbiche
di mezza età che rassicurano, "Ragione.
Eguaglianza. Opere di bene. Tutto senza divinità." Un serio giovane che consiglia,
"Abbraccia lo scetticismo." Un
anziano che dichiara, "Io credo che sia importante questa vita." E così
via. Annunciano con fierezza il
loro diritto di non credere in nulla se non nell'Uomo. L'Inquisizione è finita. Chi ha detto di no? Anch'io, credente e nello stesso momento pensatrice libera, ho grossi problemi con i Creazionisti che combattono ottusamente contro l'evidenza. Il poeta William Herbert Carruth (1859-1924) aveva già visto il problema quando scrisse una poesia intitolata Ad ognuno la sua lingua, in cui dice "Alcuni la chiamano Evoluzione, altri lo chiamano Dio." Ma chi non ha una briciola di umiltà ne davanti all'ignoto ne davanti le religioni degli altri si affretta durante la stagione natalizia a proporre la presunta inutilità della fede. Ora che è finita non solo l'Inquisizione, ma anche le Crociate, questi grinch dichiarano guerra e pubblicizzano semplici pensieri che loro ritengono essere liberi. Ma io mi chiedo, quanto libere possono essere le menti che, come i cani di Pavlov, cominciano a salivare al suono non di una campana ma di una parola, divinità, e a ringhiare non appena qualcuno nomina la possibilità che non siamo qui sulla Terra per mero caso e che, come ha detto Einstein, "Dio non gioca a dadi." Come sarebbe infelice passare il Natale con un grinch, con qualcuno che non può far meno di cercare il pelo dentro il suo eggnog (zabaglione natalizio). Ahimè, manca solo un billboard del diavolo a Sacramento, puntando un dito come Uncle Sam nel famoso cartellone di reclutamento, dicendo, "I want YOU." Voglio TE. Pazienza, e continuiamo a credere se vogliamo. Siamo molto più dei nostri pensieri. UN’AMERICANA A VENEZIA
loro diritto di non credere in nulla se non nell'Uomo. L'Inquisizione è finita. Chi ha detto di no? Anch'io, credente e nello stesso momento pensatrice libera, ho grossi problemi con i Creazionisti che combattono ottusamente contro l'evidenza. Il poeta William Herbert Carruth (1859-1924) aveva già visto il problema quando scrisse una poesia intitolata Ad ognuno la sua lingua, in cui dice "Alcuni la chiamano Evoluzione, altri lo chiamano Dio." Ma chi non ha una briciola di umiltà ne davanti all'ignoto ne davanti le religioni degli altri si affretta durante la stagione natalizia a proporre la presunta inutilità della fede. Ora che è finita non solo l'Inquisizione, ma anche le Crociate, questi grinch dichiarano guerra e pubblicizzano semplici pensieri che loro ritengono essere liberi. Ma io mi chiedo, quanto libere possono essere le menti che, come i cani di Pavlov, cominciano a salivare al suono non di una campana ma di una parola, divinità, e a ringhiare non appena qualcuno nomina la possibilità che non siamo qui sulla Terra per mero caso e che, come ha detto Einstein, "Dio non gioca a dadi." Come sarebbe infelice passare il Natale con un grinch, con qualcuno che non può far meno di cercare il pelo dentro il suo eggnog (zabaglione natalizio). Ahimè, manca solo un billboard del diavolo a Sacramento, puntando un dito come Uncle Sam nel famoso cartellone di reclutamento, dicendo, "I want YOU." Voglio TE. Pazienza, e continuiamo a credere se vogliamo. Siamo molto più dei nostri pensieri. UN’AMERICANA A VENEZIA
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