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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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155. MARIA DUMANA DOS ROSAS RAMIREZ DO PAJAU...FORSE di Cristina Spera

Nonostante i suoi cinquantasette anni il fisico è ancora quello di una brasiliana DOC. Longilinea, seni alti e glutei sodi che esibisce sotto una tuta bianca attillatissima. I capelli neri, piastrati, arricchiti da qualche extencion, tenuti parzialmente da un mollettone zeppo di strass, le ricadono casualmente sulle spalle. Solo il viso documenta il tempo trascorso, ma lei è maestra del trucco e copre gli eventuali fallimenti sotto grandi occhiali neri, estremamente fashion. Mi saluta alzando tutto il braccio. Si avvicina percorrendo il corridoio. Non cammina, balla. Per un attimo la triste corsia d’ospedale si trasforma in un ‘sambodromo’. “Bona Journata!” mi dice ridendo. “Scusa se sono venuta oji senza appundamendu” Non parla, canta. “Ti ho scercatu ma non c’eri. C’era un altro dottore tutto brizzolau! Mi ha dato questa mediscina, ma a me…me piaji tu!” Lo dice così, con un candore disarmane che contrasta con quella pelle così scura. Una volta mi raccontò, con poche note, la sua vita.  Un passato da ‘balarina’ in un night club dove si esibiva in streep e spettacoli hard ma “pocu poco” come dice lei. Poi è arrivato il grande amore. Da ‘balarina’ a sposa e poi a madre, il passo è stato breve.  Che errore ho fatto dicendole “…il passato quindi è cancellato…”  Assertiva mi ha detto: “Sono felisce nel mio presente grazie al mio pasatu! Nulla ho canscellatu. Nè cose belle, nè quelle brutte. Tudo comigo!”. La ascolto mentre parla. Ogni tanto guarda l’orologio. Ha fretta. Alle quattordici tornano dal lavoro i suoi. “Qualcosa devo mettersci nel piatto!”  Poi apre una borsa in miniatura e tira fuori una colomba in miniatura “E’ per te! Auguri, Pasqua feliz! Ce lo sai che te voju bene!”  Scappa danzando. Pensa ridendo.  Fine della storia. Ah… dimenticavo… Maria Dumana Dos Rosas Ramirez Do Pajau è il suo nome. Forse.  O qualcosa di simile. Comunque impronunciabile. Cristina spera

1 commento:

Anonimo ha detto...

Racconto ben scritto che ci aiuta a comprendere non solo la ricchezza delle diversità ma anche come siamo il frutto di tutte le esperienze che la vita ci ha riservato, nel bene e nel male e un invito a non rinnegare il passato ma viverlo come un salvacondotto per il presente. Brava Cristina!
Chiara P

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)