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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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179. LA POLITICA DEL BUON VICINO di un'Americana a Venezia


Sono arrivata a Venezia ben prima dell'inizio dell'immigrazione di massa in Italia.  Per lungo tempo ero fra i pochi stranieri che abitavano in una zona della terraferma una volta popolata quasi esclusivamente da gente in fuga dalla laguna oppure dalla vicina campagna.  Oggi lo stesso quartiere è multi-etnico. Però, anni fa, i residenti mi studiavano con interesse e insistevano, "Non ti mancano i tuoi?  Non hai nostalgia di casa?".  Nella loro realtà ancora omogenea, sembravo fuori posto.  Ben presto ho capito una delle differenze culturali fra noi, una differenza che riguarda il senso di appartenenza ed anche di sopravvivenza.  Gli italiani appartenevano ad una famiglia.  Full stop.  Gli americani appartenevano ad una famiglia, e poi ad una comunità, e poi ad uno dei 50 stati, e poi ad una nazione dove tutti, tranne qualche sacca molto resistente di cinesi e ispanici, parlavano la stessa lingua.  Non sapevo ancora spiegare che negli USA era normalissimo vivere lontano dai familiari per motivi di studio e di lavoro.  Oppure, che melting pot stava a significare il pentolone in cui tutto si scioglie e che tutti gli americani tranne i Native American hanno avuto le loro radici estirpate da un'altra parte.   Non precisavo che quando gli immigranti andavano in America, non portavano necessariamente con sè l'intero clan come avevano fatto i locali quando si erano trasferiti in terraferma.  Non ho mai risposto alle solite domande spiegando che per un americano, non è comune rimanere per tutta la vita nel posto in cui è nato, e nemmeno di vivere da adulto accanto alla mamma.  Ma soprattutto, non avevo ancora capito che per sopravvivere nel mio Paese non era necessario avere i familiari sotto mano quando, invece, esistono i buoni vicini che spesso diventano buoni amici. Ecco un'enorme differenza fra l'Italia e gli Stati Uniti:  in Italia s'ingabbia la propria casa con un recinto nella speranza che si avrà poco o niente a che fare non solo con gli sconosciuti che passano in strada ma anche con le persone che abitano accanto.  In America, invece, con l'eccezione delle metropoli, la gente tende a rispettare gli spazi altrui senza dover costruire recinti.  Infatti, i vicini di casa tengono gli occhi aperti a favore della collettività partecipando ai progetti di Neighborhood Crime Watch, la vigilanza del vicinato e alternandosi nel ruolo di capitano.  Poi, quando una famiglia trasloca, spesso arriva il Welcome Wagon, il carro del benvenuto, un riferimento indiretto ai tempi dei pionieri.  Qualcuno bussa alla porta dei nuovi vicini per dare piccoli regali dai mercanti locali e offrire utili informazioni.  Una volta, quando le donne lavoravano meno fuori casa, era solito trovarle a turni da una vicina, al coffee klatch, le chiacchiere alla tavola di cucina.  In qualche quartiere, i vicini ancora organizzano block parties in cui i residenti della strada fanno festa assieme.  Poi, quando periodicamente si fà un garage sale, tipico mercatino di famiglia davanti casa, cosa legale in America, si può essere sicuri che i vicini compreranno qualcosina, e si offriranno di aiutare con l'allestimento.  Non è insolito in America affidare pet e chiavi di casa ad un vicino di fiducia.  Quando si va in ferie, spesso è il vicino a raccogliere la posta e dare acqua alle piante.  E' normale che i giovani del quartiere offrano di tagliare l'erba o di fare i babysitter a prezzi modici.  Quando la neve accumula, i vicini si aiutano.  Quando la macchina è rotta, il vicino offre un passaggio.  Quando manca qualcosa in cucina all'ultimo minuto, si rivolge alla vicina.  E quando manca un membro della famiglia, nei giorni del lutto i vicini pensano ai pasti.  Molti vicini si aiutano anche in momenti di grave malattia ed altre difficoltà.  Una volta non sapevo raccontare agli italiani tutte queste cose.  Le prendevo per scontate.  La good neighbor policy del mio Paese, ovvero, la politica del buon vicino, non è il noto trattato di politica estera.  E' un modus operandi fra cittadini.  E' una delle cose che più mi manca dell'America.  Come ha detto tempo fa un nostro anziano senatore, "The impersonal hand of government can never replace the helping hand of a neighbor."  Che vuol' dire, la mano impersonale del governo non può mai sostituire l'aiuto di un buon vicino di casa.    UN’AMERICANA A VENEZIA

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)