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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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196. IT TAKES TWO TO TANGO di un'Americana a Venezia



Il titolo di questo post non è uno scioglilingua.  E' un'espressione ricorrente in lingua inglese che si può tradurre così:  bisogna essere in due per fare certe cose.  Ad esempio, per litigare, oppure per andare d'accordo, e ovviamente, per ballare il tango.  Questo post non parla della condivisione di responsabilità, anche se tratta di un'attività che richiede l’attenta attività di due persone che insieme realizzano improvvisando una performance molto elegante.  Parla del tango, del tango rioplatense, considerato da tutti il tango argentino.  Il nome tango, che significa assieme in una lingua africana, è solamente un riferimento verbale di un altro tipo di ballo praticato dai  neri rioplatensi ben prima dello sviluppo del tango moderno.  In realtà, questo ballo nacque all'inizio del Novecento nelle due capitali sorte sulle sponde del Rio de la Plata in Argentina e Uruguay, Buenos Aires e Montevideo, due città che hanno avuto in quell'epoca un'enorme afflusso di immigranti, specialmente italiani.  Effettivamente, il tango rioplatense è un prodotto molto italiano, considerando che i compositori di questo genere musicale nell'epoca d'oro - gli anni '30 e '40 - furono principalmente figli d'italiani.  Quando nel 2009 i due Paesi, Argentina e Uruguay, hanno ricevuto per la cultura tanghera lo status di Patrimonio Culturale dell'Umanità dell'UNESCO, l'Ambasciatore argentino ha detto, "Il tango è l'espressione più profonda e vibrante del Rio de la Plata.  Emerge da una forte radice culturale e da una storia sociale che è anche vincolata con l'importante immigrazione che popolò la regione. . . Il tango ha conquistato con la sua forza una trascendenza universale."  E' vero che tutti sanno che cos'è il tango, ma pochi conoscono le vecchie regole delle milonghe (posti dove si balla il tango), le 14 sequenze e figure del ballo più i 7 abbellimenti, ed i nomi delle tre tipologie del ballo:  il Tango, la Milonga, e il Vals criollo, detto anche Tango Vals, o tango waltzer.  Solo i Sudamericani e gli appassionati del mondo conoscono il nome del più grande compositore e cantante, nonchè attore, del tango, Carlos Gardel (1890-1935) che disse diplomaticamente, prima della sua tragica morte in un incidente aereo, di avere il cuore in Argentina e l'anima in Uruguay.  Pochi sanno che a Buenos Aires si può scegliere fra tanti stili di tango:  Apilado, Milonguero, Fantasia, Salòn, Show, Avellaneda, Villa Urquiza, e nuevo.  Poi, per molti, il tango è un modo di pensare e non solo una dimostrazione di passione e coordinazione.  Si può cambiare partner con ogni tanda, parola che significa la scaletta del "dj" della milonga, ma in pista si rifarà sempre il tango.  In questo periodo, il tango è tornato di moda.  Oggi almeno sessanta gruppi musicali si dedicano al tango, incluso il tango elettronico.  Ci sono persino quelli che studiano il tango per di curarsi dei complessi, facendo, in effetti, "il tai chi del tango."  Molto affascinanti sono le frasi pronunciate dagli stessi amanti del ballo.  Per esempio, un musicista rioplatense che abita a Roma, Jorge Omar Sosa, dice, "Il tango è la vita e la morte che si guardano negli occhi".  Ha detto Enrique Santos Discépolo "Il tango è un pensiero triste che si balla".  Una famosa tanghera di nome Rosita Melo scrisse all'età di 14 una canzone ormai classica, Desde el alma, che significa "dall'anima."  E un anziano insegnante di ballo, Manolo El Gallego Salvador disse, "Bisogna ascoltare la musica ed è così che iniziano a germogliare le cose, sempre se hai qualcosa dentro, certo.  Perchè penso che deve passare per la testa (il tango, ndr).  Però necessariamente prima di arrivare ai piedi deve passare per il cuore. . . Bisogna imparare a gestire i silenzi.  Questo è gestire il tempo."  Intanto, seguirò il suo consiglio.  Inizierò lo studio del tango con l'ascolto delle musiche.  Ora languide, ora energiche.  Ora speranzose, ora melanconiche.  Sono musiche cariche della nostalgia degli immigranti e l'impeto dei figli del Nuovo Mondo che le coltivarono.  Possono sembrare fin troppo prevedibili, poi a un tratto, finiscono a sorprendere.  Si sente la costanza, poi la mutabilità.  Si muove sulle onde della pretesa e poi della tenerezza.  Sono musiche ipnotiche che ricordano i rapporti umani, complete dei loro silenzi.  Ecco, sarà sempre vero.  Comincio a capire.  It takes two to tango.   UN’AMERICANA A VENEZIA   

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)