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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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214. RECENSIONI 2012 di Sky Robertace Latini



“MANIFESTO”   Soundstrike (dall’Italia) – 2012

Come ho pensato altre volte, Terni, la città post-industriale dell’Umbria (Italia), che sforna questo gruppo col suo secondo lavoro, vive sempre un metal con visioni moderne o moderniste, cercando le cose più estreme e meno commerciali. Sarà la presenza delle acciaierie e delle fabbriche in generale a dare questa ispirazione sonora, ma certo difficilmente si guarda al passato hard rock, forse uniche vere schegge vintage sono i Synthesis (che però erano all’avanguardia nel ‘78/’79) e i Fever. Anche i Soundstrike, quattro metallari, prediligono l’irruenza metropolitana. Chitarra ribassata e suoni netti, quasi meccanici. Energia da maglio metallico.   “WTF”  si basa molto sulla voce, tra vocalizzi abbaiati, lanciati come sassi, e passaggi vocali rarefatti (piuttosto personali) prima di passare al ritornello. “MANIFESTO” urla la sua rabbia con un cantato rappato che viene dal NU Metal. Ma la struttura è potentemente rock e leggermente più intensa che in “WTF”. “BOZZLING ABYSS” s’insinua più malignamente nelle orecchie. L’inizio è scuro e possiede una verve simile ai due brani citati, ma la seconda parte cambia del tutto lasciando una impronta più onirica. Anche qui, come in “WTF”, c’è un momento vocale rarefatto e algido, ma è espresso in modo da cambiare l’atteggiamento del pezzo. L’urlo finale conferma comunque l’espressione ribelle del sound. “IN YOUR MEMORY” esce fuori dal canone del gruppo producendosi in una ballad. Se i Soundstrike hanno il timbro della durezza, sembrano a loro agio anche in codesta atmosfera soft. Io temo sempre le canzoni calme, ma questa è degna d’ascolto, matura e fresca. Tipico suono all’americana che può stare in un album dei Nikelbach. “SPARKPLUG” è invece una cattiveria molto punkeggiante. La voce ogni tanto ha un accenno di cedimento, ma il brano tiene e, anzi, è in grado di sostenere bene la voce.  “JACKAL & ZOMBIES” è una delle migliori tracce del disco. Con una forte impronta data dalla batteria e dalla sezione ritmica davvero notevoli. “PRONGED TONGUE” è la traccia presente anche nell’EP del 2008 (“Machiavelli’s art”), e forse va considerata migliore del valore medio di questo album. Possiede una atmosfera di più ampio respiro, e predilige un cantato meno urlato, dando un tocco melodico, anche se le urla ci sono e danno un senso corale. Anche la ritmica, meno soffocante, regala dinamismo. “BOOT” è dinamica e la linea vocale anche qui va verso un cantato meno ostico. E’ con “Pronged Tongue” la canzone che ha una valenza chiaramente meno feroce (anche se è tutto relativo).  “Bark” lo considero un brano minore perché sembra non approdare alla riva, rimanendo una scheggia incompiuta; e poi per me il cantato è troppo hip hop. “WTF” e “Manifesto”, che stanno insieme all’inizio rispettivamente quali seconda e terza traccia possono essere considerati una coppia a sé, che rappresenta una modalità compositiva più semplice e diretta, ma meno violenta, forse commerciale (parolona grossa per il tipo di approccio che ha questa band).  “Pronged tongue” e “Boot” sono invece l’altra coppia, stranamente anche loro accostate stando alla fine come nona e decima traccia, in una caratterialità compositiva più raffinata e meno moderna. Questa coppia è complementare all’altra mostrando due modi diversi di essere Soundstrike, anche se assolutamente ben inseriti nel contesto dell’opera. Cose che mi sembrano inutili sono le aggiunte di traccia come quella di “Manifesto remix”. Mi dà fastidio sentirla (del resto non mi piace la disco; l’house; la techno e l’elettronica che reputo di basso livello artistico, al di là dei gusti) e non aggiunge nulla di particolare.  La voce è migliore nei momenti in cui imprime forza, mentre quando tende al sussurro non riesce sempre a mantenere il pathos. Francesco Coppo canta avvicinandosi talvolta all’Hip Hop altre volte al Punkcore in un rabbia controllata come controllati e quasi chirurgici si rivelano i passaggi ritmici e il groove.  Tempi mai veloci, molto cadenzati in un middle-time pesante ed oppressivo ma efficace. Tutti adatti per l’headbanging ma purtroppo non allo scatenamento pogo; e ciò diviene un limite in fase live (ero presente alla presentazione del disco, ma lì l’assenza di una buona amplificazione, soprattutto per ciò che concerneva la voce, ha penalizzato la resa). La sezione ritmica è massiccia, se la batteria di Mattia Morelli è ficcante, la forza impressa al basso da Arianna Svizzeretto, unica donna, è compressiva. Ma il suono scuro della band è impressa anche dalla chitarra molto corposa di un Francesco Grandoni che è anche compositore di tutti i brani. I miei generi metal preferiti non sono quelli estremi, sebbene mi piaccia sia il Death che il Black. Ebbene, anche il crossover spesso non mi entusiasma, soprattutto quando fa sentire le sue ispirazioni Hip Hop e Rap, modalità per me insopportabili.  Però per i Soundstrike parlare di Hip Hop è eccessivo, sento molto l’anima punk oltre a quella Nu Metal. Pezzi relativamente brevi, assoli inesistenti, assenza di accelerazioni vere e proprie…potrebbero ritenersi considerazioni negative, ma non è così, le composizioni di “Manifesto”si reggono su benissimo così come sono. Questo non vuol dire che io non abbia sentito talvolta il bisogno che il pezzo si allungasse con una variazione in più (per esempio in “Jackal & Zombies”) o la sensazione che stesse per deflagrare uno scatenamento improvviso (per esempio dopo l’urlo in “Bozzling abyss”); e un assolo corrosivo non avrebbe alterato il valore di alcuni brani (per esempio in “WTF” o “Boot”). In futuro, se avverrà, non sarà una forzatura poiché il carattere strutturale e l’anima dei Soundstrike lo permette.   Sky Robertace Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)