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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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216. LA TARANTA, TERAPIA ANTICA di un'Americana a Venezia


Da bambina studiavo pianoforte.  Nel mio testo di canzoncine c'era una tarantella.  L'illustrazione raffigurava un ragazzo sofferente di una morsicatura dolorosa.  Circondato da musicisti di un'altra epoca, il povero ragazzo doveva ballare per star meglio.  Data l'urgenza della situazione, suonavo quel brano col massimo impegno.  L'idea per questo post è nata in una notte calda dell'agosto quando gli appassionati della tarantella, chiamata anche pizzica, si sono radunati per l'undicesima edizione della Notte della Taranta nel Salento.  Non c'ero, ma so che l'enorme folla che ha viaggiato fino a Melpignano ha provato un bel po’ di sana euforia.  In decenni recenti, il genere era andato underground, assieme al dio greco Dioniso, una volta conosciuto anche come il Liberatore.  (Per gli antichi romani era Bacco, associato solo con il disordine dei rave party romani.)  Nel Salento, invece, si capisce che è la musica, non il vino, che è tornata più forte che mai.  Provo di procedere con ordine.  Il simbolo della Taranta è il ragno.  Ci vorrebbe una dissertazione per spiegarne il perché.  Diciamo che il ragno in questione, chiamata taranta, non esiste, ma il ballo per sconfiggere il suo morso sì.  La tarantola (Lycosa) che si trova nel sud dell'Italia dà un morso fastidioso, ma non è pericoloso, anche se secondo la credenza popolare procurerebbe strani malori come il cosiddetto ballo di San Vito.  E' presente anche la malmignatta, la vedova nera mediterranea.  Bella ma pericolosa assai, è in dubbio che la sua vittima possa alzarsi per ballare.  Quindi, ci sarà un altro motivo per il disagio chiamato tarantismo:  "Manifestazione isterica convulsiva, frequente in varie località delle Puglie, attribuita dalle credenze popolari al morso della tarantola."  La parola "isterica" è un indizio:  In passato, le tarantate erano quasi sempre donne, spesso giovani, con la scusa che lavorare nei campi aumentava fra di loro la probabilità di essere morse.  Mah!  Non credo di sbagliarmi quando dico che le radici della Taranta arrivano fino in fondo.  Il Salento formava parte della Magna Grecia.  Dopo aver cacciato gli Iapigi, gli Spartani fondarono la città di Taranto nel 706 A.C. su mandato dell'oracolo di Apollo a Delfi.  Con loro venne il pantheon greco, incluso Dioniso, il matto amato dalle donne, colui che le fa impazzire.  Dio delle vigne, della natura feconda, della forza vitale, ed anche delle arti del teatro, inclusa la musica, Dioniso incoraggia la liberazione (Eleutherios) dello spirito attraverso l'estasi, la pazzia, e a volte anche il vino.  I suoi riti, eseguiti dai musicisti più i thiasoi, gruppi di ballo chiamati Maenadi ("donne selvatiche"), erano caratterizzati dai balli maniaci e la musica forte.  Trattando il tema della morte e della rinascita, le ballerine erano invasate da Dioniso e liberate dal corpo.  Erano accompagnate dalle Thyiadi ("quelle che rave") che assistevano senza perdere l'auto-controllo.  Dal punto di vista psicologico, i riti dionisiaci rappresentano il viaggio dentro l'inconscio.  Dioniso cura quello che opprime l'anima.  Tornando alle Puglie, in particolare alle province di Lecce, Brindisi, Taranto, il sud barese, e la provincia di Matera nella Basilicata, scopriamo che esistono quattro tipi di "morsicatura":  la taranta libertina, la taranta triste e muta, la taranta tempestosa, e la taranta d'acqua.  Nel passato, la tarantata cominciava a ballare soltanto quando i musicisti, dopo qualche prova, azzeccavano il ritmo adatto al suo tipo di disagio.  La cura poteva proseguire per ore, giorni, o mesi.  A volte, anche per anni.  La depressione, l'isteria, la trauma, le convulsioni, e le difficoltà vissute in una società ormai fortemente patriarcale erano trattate non con i farmaci ma con il rito del ballo.  La musica era ripetitiva, ipnotica, e quasi sempre energica.  C'era chi batteva il tamburello a questi "esorcismi da taranta" fino al punto da far sanguinare le dita.  Sacerdoti del linguaggio dell'anima, i musicisti tentavano di liberare i sofferenti dalle loro prigioni senza infliggerle loro brutti effetti collaterali.  Oggi qualcuno chiama la Taranta "il ballo della guarigione."  Il concetto è basato su una delle terapie più efficaci da sempre:  la musica.  Oggi, però, cominciamo a capire che ballare freneticamente ai ritmi antichi con i capelli sciolti e i piedi nudi non è solo una buona forma di terapia.  Ci si può anche divertire un sacco!   UN’AMERICANA A VENEZIA         

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)