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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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217. Copertine dal R’N’R al METAL (undicesima parte) Le copertine metal: PAURA e PAZZIA di Sky Robertace Latini

Abbiamo visto finora le copertine raccapriccianti per violenza e sangue, ma anche il raccapriccio derivato dalla pazzia può colpire nel segno. Essere Metal in qualche modo è dare spazio all’oscurità presente in ognuno di noi. Lo scavare dentro sè per portare alla luce le cose più terribili che abbiamo nel profondo. Se ciò è estremo, è se il metal è l’espressione artistica estrema che dice di essere, il metallo rock non poteva esimersi anche da questo argomento. Il pazzo è fuori dagli schemi, e anche il metallaro vuole essere “fuori di testa”, il gioco che analizza l’essenza dell’essere umano è spesso presente nei testi più seri del Metal. Così anche le copertine vogliono raffigurare l’idea dell’emarginato mentale, del diverso. La paura del diverso e il terrore impersonificato colpiscono l’immaginario, e attraverso la figura umana passa l’iconografia di tali sensazioni e realtà. Il matto; l’uomo bestia (licantropo o vampiro); l’uomo da altre dimensioni (il fantasma). Il tutto in un viaggio che trascende la realtà per rendere però reale l’inconscio.

1.     Nel 1970 gli Uriah Heep sfornano “Very umble, very heavy” mettendo in copertina la faccia di un uomo avvolto da una ragnatela. Associando il ribrezzo della tela ad una espressione vacua del viso, si crea una atmosfera di angoscia silenziosa. Gli effetti sono dati dalla luce posta da sotto, molto vicina, che crea ombre sul volto, gli occhi chiusi sono infossati nell’ombra appunto. La bocca è aperta a metà tra la voglia di gridare e l’azione di voler prendere fiato come se alla persona mancasse l’aria. Già la ragnatela è raccapricciante (l’idea del ragno che intrappola o dell’essere prigioniero), ma lo sfondo nero e i chiaroscuri enfatizzano l’idea di un uomo incapace di uscire, simboleggiato dagli occhi chiusi.
2.     Nel 1981, l’ex cantante dei Black sabbath, Ozzy Osbourne, presenta, nell’album “Diary of a madman” una copertina con un Ozzy travestito da personaggio inclassificabile, un po’ fuori dalle righe. L’ambiente è quello di una stanza stile medioevo.
3.     Nel 1983 gli Iron Maiden producono “Piece of mind”, che sulla copertina pone la loro icona Eddie incatenata in una stanza imbottita dove tradizionalmente viene messo sotto chiave chi è in uno stato acuto di agitazione mentale; classica la camicia di forza indossata dal personaggio (di certo la catena è una esagerazione enfatica). Il messaggio è che l’Heavy Metal è scatenato ed è difficile tenerlo a bada.
4.     Sempre nel 1983 Ozzy sforna “Bark at the moon” impersonando nella copertina un licantropo. L’uomo lupo è sempre stato un elemento di fantasia che ha raccolto le paure più inconscie; relazionando la trasformazione alla notte (l’uomo si trasforma  in lupo solo con la luna piena) si sottolineava il nascondimento ed il mistero, è l’oscurità foriera di angoscie ed incubi.
5.     Nel 2000, la band italiana Vision Divine, nella copertina “The 25th hour” mette uno in camicia di forza gettato a terra, vicino al quale stanno due figure umane rarefatte a mò di fantasmi. Appare pure l’ombra di un angelo e le luci diffuse  in maniera poco plausibile come generassero da dentro la stanza, creando un forte senso di surrealtà.

SKY ROBERTACE LATINI


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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)