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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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231. E’ NOME IMPORTANTE. E’ NOME DA RE – di Cristina Spera




L’infermiera del nido la invita ad entrare. L’accompagna e la fa sedere sopra una poltroncina arancione, con i braccioli metallici opacati dal tempo.  “Aspetta qui - dice con tono perentorio - Non muoverti! Vado a prendere il bambino”. Lei però non l’ascolta. Si alza e comincia a girare in tondo nel poco spazio disponibile, come una tigre in gabbia, posando lo sguardo su ogni cosa, senza fissare niente. Poi si siede accanto a me. Né vestaglia, né pantofole. Addosso solo una camicia da notte rosa con qualche fiorellino giallo. Tutto fuori stagione, considerando che siamo a fine novembre, comprese le ciabattine infradito. Finalmente le portano il bambino. Non sa come prenderlo, tantomeno come attaccarlo al seno. “Ce ne vuole qui di pazienza!” bofonchia l’infermiera che non si scoraggia e dopo numerosi tentativi  riesce a garantire al piccolo il primo pasto della sua vita. Tutto però prescinde da lei. Lei che continua a guardarsi intorno senza curiosità, posando lo sguardo su tutto, senza ritenere nulla.  “Vedi? Anch’io ce l’ho! - mi dice in tono di sfida - Il tuo come si chiama?” “E’ una femmina e si chiama Valentina” Rispondo infastidita a quella presenza-assenza che turba un momento d’intimità per me così intenso. “Il mio ancora un nome non ce l’ha – ribatte - Voglio un nome importante. Un nome da re”. Che fosse un tipo strano l’avevo già intuito la sera prima, notte di luna piena, quando è arrivata in corsia con i dolori del travaglio. Inaspettatamente mi ha stretto il braccio, già martoriato da due giorni di flebo. E con un candore disarmante: “Che dici i dolori di adesso, saranno quelli buoni? Spero di sì. Sono intermittenti, come le lucette dell’albero di Natale!” Già, tra meno di un mese è Natale. Che ne sarà del piccolo bimbo senza nome? Fino ad oggi, lui e  Valentina avevano condiviso lo stesso percorso,  abitato gli stessi ambienti, occupato gli stessi spazi, provato le stesse sensazioni impetuose di chi si apre alla vita.  Ma da adesso in poi tutto sarebbe stato diverso.  La vita sa essere crudele fin dall’inizio. L’infermiera coglie la mia tristezza. Mi racconta di un certo giudice tutelare che si sarebbe affacciato nella stanza del primario e frettolosamente:  “La mamma interdetta, il padre, non si sa chi sia. Lo affideremo alla nonna”. “Poteva andar peggio” commenta. Ah, la nonna: grigia dalla testa ai piedi. Capelli grigi, occhi grigi, cappotto grigio, grigia anche la busta di nylon che porta al posto della borsa.  Crudele la vita, davvero. Ma ecco che la tizia si illumina in volto. Mi afferra nuovamente il braccio e scuotendomelo con vigore: “Ecco, ecco, ho trovato! Si chiamerà Umberto. E’ nome importante. E’ nome da re”.  Cristina Spera

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)