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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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244. RECENSIONI 2012 di Sky Robertace Latini



OMERTA’  di  Adrenaline Mob (from USA) - 2012

Siamo di fronte ad un supergruppo; infatti i componenti vengono dai Dream Theater (il batterista Mike Portnoy) e dai  Symphony X  (il singer Russen Allen). E infatti il lavoro è parecchio di classe e ispirato. Ci sono un sacco di sensazioni: un po’ di Ronnie James Dio. un po’ di Black Label Society, un po’ di Soudgarden, un po’ di Motorhead, e con ulteriori ascolti chissà cos’altro. “PHYCOSANE” è un duro brano dal greve groove. Ritmica mobile e struttura dinamica. Voce corposa e tirata. In concerto da ballare con headbanging e pugno alzato. Assolo chitarristico un sacco frizzante. INDIFFERENT” va giù come birra con le bollicine; fluida ma che raschia la gola. Ritornello orecchiabile ma energia e durezza elettrica. “HIT THE WALL” Allen si infervora con Soundgardiana verve Stoner. Brano tirato che va giù pesante. Potenza e classe vanno a braccetto. La parte finale rallenta e diventa ancor più greve. “DOWN TO THE FLOOR” si eccita in un virtuosismo trash/rock’n’roll tra il momento oppressivo e ritornello frizzantemente allegro. “FREIGHT TRAIN” non è una cover ma fa il verso alla famosa “Train kept a rollin” di…. usandone anche gli accordi e la frase ritornello, come l’avrebbe suonata e cantata anche Zakk Wylde. Uno splendido pezzo, alcuni accordi del quale mi ricordano i Van Halen. Il significato del titolo dell’album fa riferimento sia alla mafia (la moglie del cantante è italiana) sia alla congrega di band quale gruppo unito. I testi comunque vanno in direzioni diverse anche trattando di cose serie. Per esempio Feelin’me parla di come i governi controllano alcuni meccanismi, soprattutto economici, creando malessere e disagio. Non manca la ballata commerciale (ma dire commerciale è esagerato). Assoli taglienti dalla genuina verve adrenalitica, del resto il moniker del gruppo ci riporta alla famosa sostanza. Questo disco è uno dei più interessanti dell’anno poiché lo stile è davvero originale e innovativo. Non si trova spesso un pregio di tal fatta. Ci troviamo di fronte ad un colpo artistico di livello del quale forse non si sono accorti nemmeno i musicisti che lo suonano. La cosa importante sta nel fatto che riescono a utilizzare suoni anche datati, ibridandoli con quelli attuali in un songwriting estremamente moderno che va oltre gli stilemi attuali.  Sky Robertace Latini

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GRAVITAS di Furyon (from United Kingdom)-  2012

Per una band inglese il suono risulta molto americano. Voce molto interpretativa dall’ottimo feeling che sa dare emozioni continue in un livello veramente alto.  “STAND LIKE STONE” sferraglia decisa, in un sound che contiene un giro chitarristico alla Rainbow orientale simil-“Gates Of Babylon”, senza poi divenire epica come quella, avendo tutto un altro tipo di linea melodica. Una canzone costruita con verve introspettiva, e tra linea melodica e suono della chitarra (assolo compreso), si naviga in un polveroso Hard Rock. “SOUVENIRS” un middle-time che miscela molto l’antico col nuovo rimanendo in un metal ruvido e leggermente scuro ma non greve, anzi piuttosto di ampia atmosfera. Parte finale lunga e doom-stoner ossessivo ma non claustrofobico. “DON’T FOLLOW” è un brano dal groove corposo stile Zakk Wylde e dall’anima metal americaneggiante orecchiabile alla Nickelback ed anche un po’ Street. Nell’inizio acustico di “NEW WAVE OF LIVING” e nella sua linea melodica più dura e di progressione lenta si percepisce una perfetta miscela di vecchio e nuovo che sfocia persino in un ritornello alla Bon Jovi in un amalgama perfetto che non sai dove collocare nel panorama metal, contenendo tutto in modo naturale. Persino il bellissimo assolo di chitarra vibra con estrema perfezione. “FEAR ALONE” inizia con una’aria rarefatta orientaleggiante, anche nel proseguo rimane algida pur utilizzando riff pesanti. La ritmica ricorda molto i Led Zeppelin (ma anche i Rainbow). “WASTED ON YOU” ha un bel tiro col suo 4/4 che rallenta e riprende. Stoner bluesato e duro al punto giusto. Ritornello catchy fresco e accattivante. Brano con un che di Whitesnake. Una piccola perla. “DESERT SUICIDE” è una composizione di stampo classico dal carattere che passa da un soft sensualmente suadente ad uno più duro. Brano di ampio respiro.  La chitarra gioca molto nel suo ruolo di incisiva personalità, e gli assoli sanno infilarsi nei punti giusti con grande anima in un abile a mai esagerato virtuosismo. La loro bravura è sia nel songwriting, che nella tecnica vocale e chitarristica, quindi si tratta di una band completa dal punto di vista artistico. Non c’è mai forte velocità poiché tutto si gioca proprio sul songwriting vario e parecchio intenso. Pur contenendo tanti elementi altrui, questi pezzi sono molto di più. “Se maturerà…” ho letto in una recensione che gli dava voto 7,5…bè, in realtà è già un lavoro “arrivato”, nel senso che non c’è niente da migliorare, anzi, io credo che il loro secondo album sarà in difficoltà ad eguagliare un tal risultato. Io do voto 9 (la miglioria sarebbe potuta stare stare in un brano superscatenato). Che dire? Se il metal ha un nuovo futuro è questo. Grande capacità di rinnovare il carattere del rock duro che gira adesso, questo modo di comporre va oltre, non è solo moderno, è la modernità dei prossimi anni, riuscendo a tenersi stretti anche i suoni antichi.  Sky Robertace Latini

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AWOKEN BROKEN    PrimalRockRebellion    (dalla Gran Bretagna)    -    2012

Tutte le recensioni sembrano unanime: Adrian Smith ha prodotto una sorpresa. Una opera d’arte in cui però non è solo. C’è con lui il versatile cantante degli AlterBridge (quindi questo è un supergruppo). “NO FRIENDLY NEIGHBOUR” è uno scuro incedere di groove muscoloso a supporto di una voce isterica e corrosiva. Non c’è assolutamente nessuno spiraglio di luce, in questo pezzo dal ritmo medio ma dal dinamismo angosciante.  “I SEE LIGHTS” immerge l’ascoltatore in una atmosfera claustrofobicamente greve. Riff inclusi in una ritmica ossessiva, rafforzata da vocalizzi cartavetrosi. L’assolo acido e la voce monocromatica danno una mano a rafforzarne la cupezza. “BRIGHT AS A FIRE” inizia con un tenue bianco e nero, in una pacatezza comunque inquietante che resta rarefatta. Quando il gioco si fa più duro, la linea vocale enfatizza una certa schizofrenia cambiando toni e accenti. Il ritornello appare parzialmente orecchiabile ma non certo gentile. Traspare un po’ di Motorhead, un pò di Doom e un po’ di Stoner. “SAVAGE WORLD” sembra voler essere un tranquillo brano metal, invece quando entra la voce si scatena la pazzia alla System Of A Down. Si alterna un dinamismo saltellante a momenti pseudosoft. “TORTURED TONE” dà all’inizio un piglio Maideniano, ma poi capiamo subito che non accadrà, solo la chitarra nello sfondo continua la sua morbida sonorità classica, però la voce va in tutt’altra direzione in una teatralità interpretativa che segue una linea orecchiabile ma molto molto personale. Ancher l’assolo è vicino a ciò che conosciamo di A. Smith, però l’accostamento ai Maiden non va più in là di così. Una delle tracce meno heavy e più rock.“WHITE SHEET  ROBES” è un bel brano teso. Riff lineare e ritmo cadenzato con un cantato simil punk-new wave fine anni ’70. Al centro si spezza brevemente l’andamento verso una scossa più dura. Nel complesso il brano è costruito fortemente intorno alla voce. “AWOKEN BROKEN” è una cavalcata sia violenta che frizzante. Il pezzo più bello ed energico dell’album. Voce cavernosa a volte sia growl che scream. Un surriscaldato incedere che corre potente. Vi troviamo un brano Heavy Metal alla Iron Maiden? Nemmeno uno! Se non si sapesse che dentro c’è il chitarrista degli Iron Maiden, sarebbe impossibile capirlo. Si percepisce si il sound di Adrian, ma lo si trova solo quando si sa chi è alla chitarra, dato il contesto. Voce eclettica che miscela moderna ruvidezza e antica tradizione punk. L’antico e il moderno si incontrano, poi scontrano e si fondono. Non è un songwriting tranquillo, le ispirazioni diverse dei due musicisti non si affiancano per unirsi armonicamente, entrano invece in un conflitto che produce un parto sofferto. Un Alternative Metal pieno di bozzi e buchi, molto nevrastenico quanto profondo. Non sempre le composizioni risolvono adeguatamente le emozioni, qualche passo meno incisivo c’è, ma è comunque il nuovo che avanza; è il metal che deve diventare. Lo è forse più per l’inclinazione vocale che chitarristica; è comunque arte che non accetta luoghi comuni.  Sky Robertace Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)