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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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324. GLOBALIZZAZIONE, MA PER QUALE FUTURO? di un'Americana a Venezia



Molti ragazzi sognano un mondo dove tutti hanno abbastanza da mangiare, dove i cittadini sono liberi di varcare i propri confini, e dove i popoli non si fanno più guerra.  A sedici anni, idealista, facevo biglietti di auguri personalizzati.  Avevo un logo:  One World.  Mondo unito.  Non so da dove mi fosse venuta l'idea.  Di globalizzazione non avevo ancora notizie.  Per me, l'idea era positiva, tutta peace & love.  Forse la canzoncina "It's a Small World" al padiglione UNESCO alla Fiera Mondiale del 1964, sentita qualche anno prima, aveva dato i suoi frutti.  (Ora si può sentire la canzoncina ai parchi Disney.)  Sarebbe interessante rivivere quell'epoca per capire se non fosse già nell'aria il grande cambiamento che sconvolge i Paesi oggi:  l'effetto destabilizzante della "globalizzazione."  La fragilità economica dell'Europa, del Giappone e degli stessi USA evidenzia i suoi effetti pervasivi.  Negli USA e in Italia da qualche anno il lavoro và all'estero, lasciando la gente sempre meno benestante.  Intanto, i poveri del Sud del Mondo continuano ad immigrare al nord dove il lavoro già scarseggia.  Per competere nel mercato mondiale, i produttori del Nord del Mondo spostano le attività dove il costo del lavoro è sempre più basso.  Nell'attuale clima di avidità e di scarsità, i video di cospirazioni che abbondano in Internet ci avvisano che "i padroni del mondo," senza nominare il diavolo, ci chiamano "pecore."  Secondo i film "Matrix," personaggi come il protagonista Neo, con cui la platea si identifica, sono solo "schiavi" ignari.  Comunque sia, i problemi economici dei Paesi aprono la strada ad atti criminali e a gesti desperati, e forse ad un sempre più veloce disfacimento dei vecchi valori.  Nel bel mezzo del disagio economico e della precarietà morale, si deve anche dibattere del matrimonio dei gay.  Se aggiungiamo il disorientamento generalizzato ai problemi di sopravvivenza nell'epoca della globalizzazione, vediamo che potremmo arrivare fra non molto al momento in cui le pecore potrebbero essere facilmente convinte ad accettare nuove misure di super-controllo per il bene di ciascun Paese.  Provando da anni a capire perchè i messaggi proiettatati dall'Occidente sono sempre più violenti e permissivi, ho fatto una scoperta inquietante.  Pare che la distruzione dei vecchi valori sia stata lo scopo di qualcuno da anni.  Quieti e subdoli, costoro provengono in parte dal mondo della Behavioral Psychology, cioè, il Comportamentismo.  Hanno già introdotto dentro la società statunitense qualche idea che è cresciuta all'impazzata, cominciando con il facile accesso da parte di troppe persone, inclusi i bambini "iperattivi," ai pericolosi psicofarmaci pur di controllare "disordini" che non sono nemmeno definibili in modo scientifico.  I comportamentisti sono quelli che studiano il cervello, animale o umano che sia.  Non sarà mera coincidenza che nel 1998 un bestseller, scritto da uno psicologo, sia stato venduto al pubblico statunitense per aiutare la gente a diventare più "flessibile" quando il lavoro veniva loro tolto.  Il volumetto s'intitolava Who Moved My Cheese?  Chi mi ha spostato il formaggio?  Fatalità, fra i protagonisti c'erano due topolini.  Tutto ebbe inizio, sembra, nel primo laboratorio sperimentale gestito dal padre della disciplina, Wilhelm Wundt, tedesco nato nel 1832.  Da allora ci sono stati tanti scienziati che hanno studiato la specie umana come se fosse soltanto un paio di chili di materia grigia.  Capire l'uomo attraverso il cervello è un pò come provare ad apprezzare il paesaggio fuori il finestrino attraverso il motore della macchina.  Detto questo, vi lascio, per il momento, con i pensieri di un canadese che, tornato amareggiato dalla Prima Guerra Mondiale, decise che fosse necessario creare un nuovo mondo.  Non era l'unico a pensarci.  Parlando ad una platea di colleghi psicologi nel 1945, G. Brock Chisholm avvisò, "Per realizzare un governo mondiale, è necessario rimuovere dalle menti delle persone il loro individualismo, la loro lealtà alla tradizione della famiglia, il patriotismo nazionale, ed i dogma religiosi."  Aggiunse che saranno gli psicologi a guidare la campagna.  Immagino che la platea fosse ispirata all'idea del loro nuovo potenziale.  Intanto, la diseducazione della gioventù continua frenetica, attraverso la musica, i cartoon, i video game, e peggiora anche tramite l'emulazione perversa di comportamenti delinquenziali  da parte di soggetti sempre più giovani.  Se ci troviamo in un mondo licenzioso, dove non c'è rispetto per quasi niente e nessuno, ahimè, sarà forse perchè qualche elemento pericoloso vorrebbe sempre rifare il mondo a propria immagine, con i farmaci, con il linguaggio politically correct, con i neologismi e con il codice di malattie mentali  inesistenti.  Persino con il cappio economico.  Il nuovo mondo a cui aspira qualcuno si chiama Totalitarismo.  Non c'è niente di nuovo sotto il sole.  Concludo questo post invitando tutti a far leggere ai giovani i libri Brave New World (Il mondo nuovo) di Aldous Huxley ed anche 1984 di George Orwell, di cui c'è anche una versione cinematografica.  Tutti i ragazzi dell'Occidente dovrebbero leggere queste opere profetiche subito, mentre sono ancora in grado di capirle.  UN’AMERICANA A VENEZIA







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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)