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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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331. “OUTLIER” Kingdome Come (USA) - 2013 di Sky Robertace Latini





 Dopo tanti anni il cantante Lenny Wolf non vuole lasciar perdere, e se ne frega di cosa va ora. Siamo al tredicesimo album. Nonostante gli anni passati dal debutto (primo album nel 1988) dove si è subito parlato di nuovi Led Zeppelin, la musica della band continua ad essere molto debitrice di quel mito che i Led furono, e non solo nella tecnica vocale ma anche nell’arrangiamento in generale.“GOD DOES NOT SING OUR SONG”  fa iniziare questo lavoro con un middle-time, per una song intrigante con ritmica alla Bonham dei Led Zeppelin. E visto che la sua voce è Plantiana è fortemente tutto inserito in quell’atmosfera.  “RUNNING HIGH DISTORSION” è forse il pezzo più bello per la sua linea cantata ma anche per il riff finale. “THE TRAP IS ALIVE” velocizza un po’ il ritmo dell’album senza eccedere. Qualcosa tra voce e chitarra rimanda agli inglesi Diamond Head. La voce rimane sofferente e il ritornello sinuoso, il quale accenna ad un minimo di allegria, ma non ride. “SKIP THE COVER AND FEEL” è uno sleaze rock, e qui davvero siamo al 100% nel regno del sound LedZeppeliniano. Se ciò vuol dire abbandonare un po’ di personalità, fa funzionare il brano alla grande e possiede l’assolo di chitarra più serio del disco. “SUCH A SAME” ancora fa il verso come al solito ai Led, senza timidezze.  Nonostante gli anni, l’ispirazione pare essere sempre fornita dai Led Zeppelin e perfino della fase Plantiana del periodo solista. L’album usa semplicisticamente strofa-ritornello per tutte le song senza mai cambiare schema eppure riesce a risultare quale musica personalissima, e rarefatta in tal misura da apparire molto atmosferica. Il rischio di tale linearità strofa-ritornello farebbe perdere punti se non fosse anche per la interessante ritmica “batteria-riff di chitarra” che sostiene i pezzi con dinamica  ecletticità e per l’interpretazione vocale che sa di magia. In realtà la voce riverberata si affoga un po’ troppo in tale tecnicismo forse perché la voce non è più abile come in gioventù. Si usa un senso malinconico per tutto l’album senza mai dare zampate heavy e mai fornire acuti saltellanti. Infatti i  ritmi non si velocizzano mai; eppure l’album è affascinante e attira nei suoi semplici ma alquanto ipnotici vortici. Pochi e brevi gli assoli chitarristici, giusto una decorazione nella loro essenzialità. L’album è un quasi onirico itinerario che scorre fluido dalla prima traccia all’ultima, è personale proprio perché dà la sua interpretazione dei maestri Led Zeppelin. Si soffre un po’ per la produzione non eccelsa, anche inferiore talvolta ai primi album della band. Sky robertace Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)