scorr

In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

...in altre lingue...

...in inglese....

...in altre lingue...

LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

LA FOTO DELLA SETTIMANA  a cura di NICOLA D'ALESSIO
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
Questo blog non ha finalità commerciali. I video, le immagini e i contenuti sono in alcuni casi tratti dalla Rete e pertanto sono presuntivamente ritenuti pubblici, pur restando di proprietà del rispettivo autore. In ogni caso, se qualcuno ritenesse violato un proprio diritto, è pregato di segnalarlo a questo indirizzo : rapacro@virgilio.it Si provvederà all’immediata rimozione del contenuto in questione. RR
BENVENUTO! - Il Blog si occupa di Arte, Spiritualità, Creatività e Religione

366. UGUAGLIANZA/DIFFERENZA – IL DILEMMA – (STORIA DEL FEMINISMO) di Chiara Passarella



A parere di alcune studiose  il dilemma tra uguaglianza e differenza ha caratterizzato l'intera storia del femminismo, in un'oscillazione irrisolta, ancorché fortemente conflittuale, tra rivendicazioni di uguaglianza e affermazioni di differenza, tra la richiesta di 'diritti uguali' (agli uomini) e quella di 'diritti delle donne'. Tale dilemma ha rappresentato non solo posizioni politiche storicamente forti e irriducibili l'una all'altra, ma anche due posizioni teoriche divergenti e ineludibili: rischiose nella loro parzialità, ma ancora più rischiose se trascurate l'una per l'altra, come la storia più o meno recente testimonia. L’affermazione della differenza può portare all’emarginazione politica e sociale e  viceversa l'affermazione dell'uguaglianza costringe le donne a comportamenti e attese sviluppati a partire dall'esperienza maschile - dagli orari di lavoro, ai ritmi delle carriere, fino alla sessualità. Si possono ricondurre al polo dell'uguaglianza tutte le posizioni che rivendicano uguali diritti e negano la possibilità di attribuire a priori alle donne non solo responsabilità, ma capacità e desideri diversi dagli uomini, e che attribuiscono ogni differenza nelle capacità e nelle aspirazioni agli effetti della divisione sessuale del lavoro da un lato, e dei processi di socializzazione dall'altro. "Donne si diventa", scriveva  negli anni quaranta Simone de Beauvoir.  Chi insiste sull'uguaglianza nega soprattutto che le differenze biologiche tra i sessi possono costituire un principio di differenziazione sociale a priori. Viceversa, sono riconducibili al polo della differenza coloro per le quali il  dimorfismo sessuale produce mondi culturali, capacità psichiche, sistemi di simbolizzazione, totalmente distinti - sia che questi vengano radicati nell'esperienza materna, secondo una tradizione che parte dall'Ottocento e viene ripresa e aggiornata da alcune femministe contemporanee che parlano di "pensiero materno", come Susan Ruddick , sia che vengano invece radicati nella sessualità, come in modo diverso sostengono Adrienne Rich , Mary Daly , le femministe francesi del gruppo Psychoanalyse et  Politique, Luce Irigaray. Queste teoriche, mentre assegnano alle donne particolari caratteristiche culturali e morali, rivendicano per esse la possibilità di esprimere con piena legittimità e autonomia la propria cultura come irriducibile e assolutamente distinta da quella maschile. Nel dibattito recente la questione uguaglianza/differenza - e quella connessa su  cosa sia la donna, e cioè se è possibile parlare della 'donna' e non solo delle donne - sembra tuttavia essersi spostata o ridefinita. Il femminismo contemporaneo infatti  è nato come critica a un'emancipazione ancora largamente vincolata e carente, e insieme come critica al modello emancipativo stesso. Le parole d'ordine erano quelle della 'liberazione', non della 'emancipazione' della donna, e il modello maschile veniva negato come valore, a partire dalla riflessione sui costi dell'oppressione della donna, ma anche della repressione di bisogni e di desideri, che esso imponeva. Là dove il terreno dei rischi dell'uguaglianza è stato ampiamente esplorato, la riflessione e il dibattito si sono spostati sul significato della differenza; cioè la questione si è spostata sempre più dal terreno dei diritti da rivendicare a quello della definizione del soggetto di questi diritti - la donna appunto. Paradossalmente, man mano che le donne vanno facendosi sempre più visibili nelle società dell'emancipazione parzialmente realizzata, il loro stato teorico non appare più ovvio, scontato.  Recentemente alcune studiose hanno suggerito che si debba rivedere l'intera vicenda del femminismo come oscillazione tra uguaglianza e differenza. In tal modo si darebbe conto non solo della complessità del fenomeno a livello politico, ma dello sforzo teorico che ha caratterizzato il femminismo lungo tutta la sua storia. Più che il dilemma tra uguaglianza e differenza, secondo questa interpretazione, le diverse posizioni teoriche e politiche espresse dal femminismo testimonierebbero i tentativi di esplicitare e articolare, oltre che di risolvere praticamente, il 'dilemma della differenza'. Per uscire da questo dilemma (che peraltro riguarda anche altre differenze, ad esempio quelle di razza) occorre non tanto opporre differenza a uguaglianza, e strategie della differenza a strategie dell'uguaglianza, quanto pensare diversamente i due termini di questa apparente dicotomia, e la loro relazione, a partire da un'analisi critica di come i due termini sono stati  costruiti.  Anche in questo caso mi sono avvalsa degli scritti di Chiara Saraceno una delle sociologhe italiane più note e dalla quale molto ho ripreso nella scrittura del precedente pezzo sulla storia del femminismo. CHIARA PASSARELLA


Nessun commento:

* * *

IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

* * *

A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)