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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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382. LE PERVERSE DINAMICHE DEL MERCATO DELL’ARTE CONTEMPORANEA di Roberto Rapaccini



Jean Clair è un noto critico d’Arte francese, considerato controcorrente per le sue posizioni dure e coraggiose nei confronti dell’Arte Contemporanea, che, contrapposta all’Arte sacra del passato, definisce un’Arte del sacrilegio e della desacralizzazione, soprattutto con riferimento a quegli artisti che possono essere considerati figli del Surrealismo e del Dadaismo (ad esempio, Cattelan, Damien Hirst, i fratelli Chapman, etc.). Questa realtà deteriore  (e con tale portata) sembra riguardare solo le Arti figurative in quanto non si riscontra in altri ambiti, come le avanguardie musicali o letterarie, ad esempio. Secondo Jean Clair nelle Arti plastiche è venuto meno il concetto di maestria all’interno di una disciplina, cioè non sono più tramandati da maestro ad apprendista, ovvero insegnati gelosamente e appresi pazientemente, gli insegnamenti tecnici (si ricorda, in proposito, che il lemma techné, da cui la parola ‘tecnica’, significa infatti in greco antico ‘arte’) C’è una diversità sostanziale fra le arti visive e le altre arti. Le arti del corpo e della voce, ad esempio, si fondano su performances fisiche, facilmente apprezzabili con i nostri sensi. In questi casi sembra senza particolare sforzo  percepibile la perfezione formale e la trascendenza dell’evento artistico; la trascendenza artistica, tradotta in termini pratici, è l’effetto delle emozioni suscitate, che  proietta l'opera in una dimensione superiore nella quale si rompono i legami fra la rappresentazione artistica e i connotati contingenti, e si eleva la creatività ad un livello assoluto e sublime. Anche l’Arte contemporanea ha prodotto  performances: si pensi all’Action Painting di Pollock o ai così detti Happening. Tuttavia la tendenza a considerare indistintamente ogni fatto umano - anche ‘sputare in aria’ - un’opera d’Arte in quanto espressione di uno specifico vissuto, ha banalizzato l'opera, decretandone il declino. Tuttavia, anche nel passato molti eccelenti artisti si sono ispirati a fatti contingenti della vita comune, come immagini colte da riviste (nel caso di Seurat), o vignette dell’epoca, ma la loro elaborazione è transitata per lo studio dei maestri del passato. Un altro aspetto di discutibile momento riguarda la commercializzazione di un’opera d’Arte contemporanea, che avviene secondo i procedimenti applicabili a qualsiasi altro bene. Pensiamo al vitello tagliato in due immerso nella formalina (Hirst): come può essere elevato questo oggetto a prezioso bene? Associando l’opera ad altre di già consolidato valore (ad esempio, a quelle di Beuys), questa entrerà in un circuito di gallerie private scelte e sicure, o anche di musei, che  trasformeranno quell’originario credito incerto, costituito dall’opera in quel momento sconosciuta, in un credito solido, attraverso il loro autorevole giudizio e riconoscimento, che si concreta per fatti concludenti con l’investimento in mostre, pubblicità e vendite, talvolta enfatizzate mediante la connivenza di critici di provate capacità. È un meccanismo fittizio che produce denaro dal nulla e che non ha niente a che vedere con l’Arte, quella con la A maiuscola, cioè con quella che si basa su un valore estetico. Si comprende facilmente come il tasso di rendimento di quest'operazione economica è elevatissimo, e si realizza in breve tempo. Ma questo valore resterà tale negli anni? O questo meccanismo di produzione dell’Arte verrà smascherato in breve? Il vero valore estetico è destinato a consolidarsi nel tempo e quindi è un effetto a lungo termine, mentre la speculazione di cui si è detto è solo una performance economica a breve termine. Il collezionista, pertanto, se non vorrà avere una perdita economica, dovrà disfarsi dell’opera prima del suo deprezzamento, che spesso è rapido. Non pochi artisti di qualche decennio fa hanno avuto una rapidissima ascesa, ma oggi sono abbastanza dimenticati (e anche il loro valore di mercato ha subito un sensibile ridimensionamento). Se non si fa parte di questo gotha che produce dal nulla il valore economico di un oggetto di Arte contemporanea, forse conviene investire nel passato. E per la massa dei fruitori sembra sufficiente la novità e l’originalità per decretare la dignità di opera d’Arte. ROBERTO RAPACCINI

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)