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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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404. IL PREGIUDIZIO RELIGIOSO SUL WEB - Recensione di Manuela Borraccino



«È più facile spezzare un atomo che rompere un pregiudizio», ammoniva Albert Einstein. L’aforisma del genio della fisica posto in calce a queste pagine è quanto mai attuale  leggendo il nuovo saggio – molto documentato e di grande utilità didattica – di Roberto Rapaccini, dedicato al pregiudizio religioso sul web come incisivo strumento di propaganda. Funzionario del Ministero dell’Interno esperto di problematiche comunitarie, l’autore di Paura dell’Islam torna in libreria con un saggio che apre un nuovo versante di riflessione sull’uso di Internet: da formidabile finestra sul mondo a megafono di pregiudizi, disinformazione e catalizzatore di aggressività fino alle forme degenerative di violenza.  Il volume esplora un mondo virtuale del quale forse si sottovaluta la capacità di influenza sul mondo reale, soprattutto sugli utenti più giovani, o poco istruiti e dunque più manipolabili: si va dai supermercati dell’odio online a centinaia di forum pieni di propaganda antisemita, anti-islamica o anticristiana, fino alle pagine Facebook che inneggiano contro un dato gruppo religioso. Tali siti vengono chiusi, ma troppo spesso riaperti perché attualmente, spiega lo studioso, la lotta al pregiudizio digitale avviene sia in Italia che in ambito internazionale con gli stessi strumenti normativi del contrasto al razzismo nel mondo reale: il fatto è che, oltre alla difficoltà di identificare e punire ideatori e gestori di questi siti, una volta che il materiale è pubblicato il danno è fatto perché la disinformazione continua a circolare.  Rapaccini offre uno spaccato inquietante anche sull’influenza sociale, ancora più difficile da quantificare, determinata dal calo degli indici di lettura dei media tradizionali nelle cosiddette “post-democrazie”, in particolare nel nostro Paese, e sull’omologazione del pensiero che ne deriva. Il saggio, infatti, getta luce anche sul controverso rapporto fra Internet, formazione dell’opinione pubblica, aumento dell’astensionismo elettorale e crisi della democrazia rappresentativa: dove aumenta l’individualismo e si appanna una coscienza sociale collettiva, rimarca l’autore, l’indifferenza rende i cittadini sempre più passivi e influenzabili da media e opinion-maker, anche di basso profilo culturale. Così, se i social network continuano ad avere un ruolo formidabile nella diffusione delle idee di democrazia, partecipazione, cittadinanza attiva, come del resto testimoniato anche dal lororuolo nelle rivolte arabe («Usiamo Facebook per programmare le manifestazioni, Twitter per coordinarci, Youtube per parlare al mondo» è stato lo slogan di molti giovani attivisti), d’altra parte aumenta la preoccupazione per l’inquietante disponibilità in rete di una massa incontrollabile di documenti che inneggiano all’odio razziale e religioso, all’insegna dell’intolleranza che è sempre di più merce disponibile a costo zero. Il pregiudizio religioso sul web è dunque un libro che andrebbe letto e discusso nelle scuole. Perché, come dimostra l’ascesa dei partiti xenofobi in tutta Europa, sono l’ignoranza, la povertà culturale e non solo quella materiale, la ricerca di capri espiatori alle tensioni sociali a fornire il brodo di coltura nel quale si alimentano l’intolleranza e le sue degenerazioni violente. Al punto da lasciare aperte le domande da cui scaturisce il saggio di Rapaccini e sul quale si sofferma la prefazione dell’ex-parlamentare Franco Giustinelli: si può ancora parlare di Internet come punta avanzata della democrazia o dobbiamo riconsiderarne la valenza? Dove trovare un’autorità mondiale che vigili e sanzioni chi usa la rete per diffondere odio?  Manuela Borraccino (febbraio 2014)






Dal sito UNVERSITAS - Studi e Documentazione di Vita Universitaria


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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)