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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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462. VIAGGIO NELLA MIA VITA di Roberto Rapaccini - Recensione di Valentina Rapaccini

L'opera d'arte non andrebbe commentata, soprattutto da parte dell'autore stesso che spesso rappresenta solo un medium inconsapevole attraverso cui il prodotto artistico si plasma e assume vita e respiro autonomi; l'opera d'arte infatti vive intimamente di una propria autentica essenza intrinseca, tale per cui non sussista l'esigenza ulteriore di spiegarne la ratio profonda. Mi limiterò pertanto a citare la frase che più mi ha suggestionato dell' intero libro. Ad un certo punto Roberto afferma che mentre la sua vita andava avanti, l'esistenza era inesorabilmente cessata. Qual è la differenza reale tra esistenza e vita? Ex abrupto la maggior parte delle persone risponderebbero affermando che la vita è quella vis vitalis, quella Wille zur leben (come avrebbe detto Shopenahuer), quell'impulso sfrenato e dirompente che anima di esaltata ebbrezza l'esistenza umana, impregnando e permeando ogni gesto d'intrepida vitalità estasiata. L'esistenza è il correlato soggettivo della vita, costellato di emozioni impervie, sensazioni mobili e dilatate nella cieca brutalità degli istanti protesi, e percezioni umane salienti. Ma quando l'inaspettata tragicità degli eventi incide e dilania il dramma profondo sotteso all'esperienza umana, quando la sofferenza occlude il contatto con la realtà esterna confinando l'uomo nella realtà imperturbata della sua miseria più infima, l'esistenza non rappresenta forse la vita che ancorata ad una mera proliferazione biologica noncurante del dolore umano, inarrestabilmente progredisce nel silenzio inesorabile dei tempi? Eppure è proprio ancorandosi alla fredda e imperturbabile essenza vitale dei gesti che Roberto ha ricostruito, passo dopo passo, la carica esistenziale della propria vicenda umana, ricomponendo i lacerti di un'esistenza che sembrava essere irrimediabilmente andata in frantumi. Invece che chiudersi in una dimensione egocentrica di introversione intimista si è aperto ad una costante permeabilità esistenziale con l'ambiente esterno, improntando la sua quotidianità ad un confronto dialogico con la realtà circostante. Homo sum nihil humanum alienum a me puto. Si è fatto carico della drammatica fisicità della sua condizione per superarla e trascenderla al fine di valorizzare la propria vita alla luce autentica di una fondante problematicità esistenziale. Per superare un limite occorre conoscerlo ed accettarlo, ed a volte sono proprio le condizioni peggiori a rendere le cose straordinarie. Ha ritrovato il proprio orientamento umano attraverso gli impulsi costanti mossi dalla realtà esterna; d'altra parte il nostro orientamento deriva (come è stato dimostrato dagli scienziati che si sono aggiudicato quest'anno il premio Nobel per la Medicina) dalla compartecipazione sinergica di due distinte popolazioni neuronali che cooperano ricevendo l'una gli impulsi derivanti dal mondo esterno per poi codificare una mappa territoriale estrinseca e altra essendo dotata intrinsecamente di un proprio orientamento indipendente della percezione sensoriale. Grazie al sostegno  ed all'affetto sincero di molti, Roberto ha riscoperto se stesso, il proprio intrinseco slancio orientativo, la propria stella polare autonoma. Contemplando il cielo stellato sopra di sé ha riscoperto la meraviglia della volta celeste dentro di sé. VALENTINA RAPACCINI

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)