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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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459. NEL NOME DEL NONNO SEM da un'Americana a Venezia



Il 29 Novembre marca un anniversario per un popolo a lungo considerato "vagante": in quella data, 67 anni fa, si festeggiava il ritorno a "casa" dopo la grande dispersione, la Diaspora, ufficiale dalla distruzione del tempio di Gerusalemme dall'Imperatore Tito nel 70 d.c.  Ma il prossimo compleanno del piccolo Stato di questo popolo, Israele, sarà celebrato in un clima di altissima tensione.  Gli israeliani non sono per niente d'accordo sull'espansione dei loro settlers (colonizzatori) dentro la Città Santa, una mossa già discutibile perché costruiscono centinaia di nuovi appartamenti in luoghi santi per i musulmani, ma soprattutto perché il World Court la giudica illegale.  Gli israeliani non sono tutti d'accordo nemmeno sulle iniziative belliche del governo né sul trattamento manesco nei confronti degli israeliani di etnia araba che convivone con loro.  Gli israeliani sono divisi in fazioni come tutte le società democratiche.  Purtroppo, l'esperienza li ha proiettati ad anni luce di distanza dall'era ottimista di quando erano "pionieri" ebrei da tutto il mondo, benvenuti in Palestina.  Alla fine del 19° secolo arrivarono nel porto di Haifa con il sogno di costruirsi un futuro libero dalle persecuzioni di cui la loro etnia è sempre stata bersaglio.  Quindi, ben prima della fondazione dello Stato di Israele nel 1947 (approvato dall'ONU nel 1948), gli ebrei hanno abitato in pace vicini agli arabi.  Arabi e ebrei sono Semiti in ugual misura, discendenti di Sem (Shem), uno dei tre figli di Noa.  All'inizio del 20° Secolo gli ebrei palestinesi avevano già cominciato a bonificare la terra.  Costruirono la città-giardino di Tel Aviv.  Crearono canali d'irrigazione per produrre le famose arance di Jaffa.  Organizzarono le prime fattorie e allevamenti che diventerebbero poi i famosi kibbutz.  Aprirono le cave per costruire case e strade.  Insomma, fecero fiorire il deserto, come si ama dire.  I fratelli Semiti, cioè, gli arabi, non protestarono.  Spesso si sono arricchiti vendendo loro terreni e prodotti.  Anche la famiglia di un certo giovane mufti che predicava l'odio nei confronti di ebrei in genere, e che un giorno sarebbe sulla lista paga di Hitler, approfittò dell'arrivo dei primi colonizzatori.  Decenni più tardi sono arrivati i rifugiati della Germania nazista, poi i sopravvissuti dei campi di sterminio e quelli fuggiti dai campi brittannici del dopo-guerra.  Anche oggi ebrei continuano a recarsi in Israele con la speranza di vivere in un ambiente accogliente dove tutti si trovano nella stessa barca.  Ora i figli e i nipoti dei primi pionieri devono far conto con estremismi politici e religiosi di fede ebraica che alcuni non esitano a chiamare fascisti.  Anche Rueven Rivin, il nuovo Presidente di Israele, uomo di destra, è critico nei confronti dei suoi compatrioti.  Di recente ha detto in un'intervista sulla rivista The New Yorker (17.11.14), "Non è solo una questione di ebrei contro arabi.  Sono gli Ortodossi contro quelli che non credono di poter osservare tutti i 613 comandamenti della Bibbia.  Sono ricchi contro poveri.  Ad un certo punto, qualcosa è successo in Israele che fa in modo che ognuno ha le proprie idee--e tutti gli altri diventino il Nemico.  E' un dialogo fra sordi e la situazione diventa sempre più pesante."  I liberali e i progressisti di Israele perdono influenza; le loro proposte pacifiche appaiono sempre più flebili.  Si dice che il paese si trova circondato da nemici.  Siamo tentati a credere che certi problemi sono stati creati da una parte soltanto.  Non è così.  Il rapporto di causa-effetto regge anche in questa zona martoriata.  Siamo testimoni di conflitti sanguinari fra diversi gruppi semitici, conflitti a volte istigati dall'interferenza di grandi interessi provenienti da altre parti del mondo.  Nel caso del Medio Oriente, la posta in gioco rimane il petrolio.  Arabi di diversi Stati, non solo Palestinesi, sono votati a guerre fratricide per diversi motivi, soprattutto a causa dell'interpretazione della loro religione se non per le loro allianze.  Nella Palestina, che non è mai stata considerata uno Stato fino alla nascita di Israele, gli arabi e gli ebrei hanno abitato assieme senza conflitti quando i turchi dell'Impero Ottomano la controllavano.  La stessa pacifica convivenza esisteva in altre zone del Medio Oriente nello stesso periodo.  In molti casi, era esistito per secoli.  Oggi, l'intera regione brucia, e il piccolo Israele assieme all'affollata Striscia di Gaza, una specie di campo di concentramento bombardato, sono sempre ai ferri corti.  Grazie prima alle promesse confuse a entrambi i gruppi da parte dei britannici che seguirono ai turchi, poi all'influenza del crudele e intransigente mufti che collaborò con i nazisti, e infine a causa della risoluzione formale delle Nazioni Unite nel 1948 che ha dato la Palestina, ora Israele, in mano ai colonizzatori, la convivenza fra i Semiti di quel territorio non può che essere difficile, se non addirittura impossibile.  Magari questi popoli potessero ritrovare vecchi punti di contatto, cominciando con il loro senso di appartenenza a quella terra e la loro devozione a Gerusalemme come meta spirituale per tre, non due, fedi diverse.  Sappiamo che qualche ebreo e qualche arabo si trovano.  Diventano amici, soci, collaboratori artistici, persino familiari.  Quando si sposano, provano con difficoltà a crescere famiglie in un ambiente che pretende la divisione.  Ma è una divisione falsa:  sono sempre Semiti.  Applaudiamo il coraggio di questi Semiti eccezionali.  Preghiamo affinché, nonostante tutti gli ostacoli che affrontano, possano aumentare i loro numeri.  Magari un giorno festeggeranno, arabi e ebrei assieme, la loro grande famiglia infelice ma sopravvissuta, nel nome del vecchio Bis-Nonno Noa e del super-fecondo Sem.  UN'AMERICANA A VENEZIA






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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)