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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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468. L’ANTISEMITISMO NON E’ UN MITO di Sky Robertace Latini



Leggere tante parole sull’ebreo, ma anche sentirne, è spesso fastidioso anche per me che non sono ebreo. Fastidioso perché si cerca sempre, anche inconsciamente di rinforzare il pregiudizio. Quando ascolto che si parla degli ebrei come gente “brava a gestire i soldi” mi rivolto immediatamente: “Ma cosa significa una frase del genere? E’ senza senso!”. Come se invece tutto il resto della popolazione se ne fregasse del denaro. L’antisemitismo e l’antiebraismo non sono morti, non sono finiti, non sono cosa del passato. L’antisemitismo non è un mito del tempo che fu, è invece una concreta realtà attualissima. Daniel Goldhagen (scrittore statunitense), nota addirittura che “con la globalizzazione l’antisemitismo è diventato mondiale”. Un antisemitismo spesso celato da anti-israelianesimo, che dà meno nell’occhio perché si prende di mira la politica di uno stato; invece si capisce molto spesso che è una scusa per prendersela indirettamente col popolo ebraico che è dentro quello stato. Un tipo di antisemitismo fu di origine religiosa in cui la Chiesa ebbe una sua parte di responsabilità, non permettendo agli ebrei di avere proprietà e poi realizzando i ghetti, e altro ancora, ma poi questa ignominia passò al mondo non religioso. Infatti se il razzismo contro gli ebrei non è un mito, spesso è mito l’opposto. Cioè si inventano figure moderne come illuminate e purificate dai preconcetti, quando invece esse portano lo stesso germe pericoloso del passato. Voltaire è uno di questi miti. Egli è considerato maestro di fraternità, ma come dice Messori: “fu un maestro sì, ma di un antisemitismo tra i più beceri”. Joel Barroni (storico dell’università ebraica di Gerusalemme) dice: “Il feroce dileggio di Voltaire contro gli ebrei non fu più dimenticato in occidente, aprendo un nuovo capitolo, quello dell’antisemitismo laico”. Leon Poliakov (storico russo) si stupisce che “Voltaire resti nel ricordo degli uomini come il principale apostolo della tolleranza”. Nel dizionario filosofico di Voltaire si trova un passo che definisce gli ebrei: “popolo ignorante e barbaro, che unisce la più sordida avarizia all’odio incrollabile per tutti i popoli che li fanno arricchire”, e aggiunge che è “il più abominevole popolo del mondo”. E a poco serve poi leggere successivamente che per lui i negri sono peggiori degli ebrei. E i nazisti? I nazisti derivano da questi pensieri illuministi e rivoluzionari, che in realtà erano poco illuminati e poco nuovi, solo che da ora in poi si ammantano di scienza. E’ scientifica infatti la metodologia filosofica del nazionalsocialismo per affermare il razzismo antisemita. Ma se allora il nazismo mise in pratica il genocidio, forte di una scienza razzista, non è che oggi questa tentazione sia scomparsa.  Citando di nuovo Goldhagen: “L'antisemitismo odierno è senza dubbio potenzialmente genocida”. Il 28 novembre 2014 Omar Abu Sara (predicatore musulmano), proprio nel cuore di Israele, cioè Gerusalemme, nella moschea di Al-Aqsa arringa con queste parole: “Ebrei, io vi dico forte e chiaro, il tempo di uccidervi, di massacrarvi è arrivato”. E non è un appello gridato solo dai vicini di confine che si sentono schiacciati dalle forze d’Israele, è un appello che fuoriesce da ogni luogo dove dei predicatori urlano la loro esplicita follia. Il 25 luglio dello stesso anno, a San Donà di Piave (Venezia), l’Imam Abd Albarr Al-Rawdhi, dopo aver denigrato in pubblico il popolo ebreo, prega: “Oh Allah, porta su di loro ciò che ci renderà felici, contali uno ad uno e uccidili fino all’ultimo”. Tutti sono portati a minimizzare, ma già minimizzarono gli ebrei stessi quando la Germania cominciò questa paurosa china; una china che portò ai forni crematori. Minimizzare porta sempre a non prendere sul serio un problema se non quando è troppo tardi. Ora è tornato quindi coi musulmani un antisemitismo religioso che si mischia con quello politico. Il partito palestinese di Hamas, che governa la striscia di Gaza, nell’articolo 7 del suo statuto scrive le parole che essi considerano recitate dal Profeta Maometto: “L’ultimo giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e li uccideranno”. Il giornalista Magdi Allam, da musulmano (ora è un convertito cristiano) prese atto di questo inutile odio antisemita del proprio popolo e decise di respingerlo: “Israele emerge come un valore da diffondere; Israele si afferma come il discrimine tra la civiltà e la barbarie”. Barbarie che fu anche di Maometto, il quale, ancora in vita, formò lui stesso un esercito con il quale azionò un atto antiebraico. Messori cita: “La tribù giudaica Medinese fu sterminata a freddo. I discepoli di Maometto impiegarono parecchie ore per sgozzare tutti i maschi adulti (oltre 600), mentre le donne e i bambini furono venduti come schiavi”. L’arabista italiano Francesco Gabrieli scrive che: “questo inutile bagno di sangue resta come la più perturbante macchia nella carriera religiosa del profeta”. Tale azione ricorda sinistramente le teste recise dall’Isis, degli ostaggi di questi ultimi mesi. l’Islam prese da quel giorno in poi ad esempio questo trattamento inflitto agli ebrei in Arabia Saudita. Messori ricorda anche che fu un capo islamico, El Mutawakil, a inventare i segni per riconoscere i giudei per strada (abito giallo) e il ghetto, e non la inventarono quindi né la Chiesa, né i nazisti: “invenzione, quella del ghetto, imposto ai giudei nel Marocco nel 1434, un secolo prima della sua istituzione in terra cristiana, a Venezia”. E tornando ai decenni nostri, Oriana Fallaci rammenta che i terroristi musulmani: “da mezzo secolo massacrano con monotona e coscienziosa quotidianità” gli israeliani. E ancora: “Soltanto dalla seconda intifada mille israeliani”, e la seconda intifada non era cessata quando lei lo scriveva. Le razze umane non esistono. Luca Cavalli-Sforza (scienziato genetista) scrive: “Non esiste una costanza adeguata a soddisfare  la definizione di razza”. Il razzismo antiebraico si è mosso da quello culturale - religioso a quello fisico e di nuovo a quello culturale - religioso, senza mai perdere davvero forza. La forza del pregiudizio antisemita è sempre in agguato, ed è l’emblema di tutti i razzismi. Il pregiudizio religioso è applicabile anche ad altre religioni (c’è anche verso il cristianesimo); anzi, il pregiudizio nasce anche dal mondo ateo fondamentalista e perde lo spirito laicista. In questa ottica anche il senso ebraico di comunità, legata alla propria religione, viene osteggiata, in una mentalità che rinforza sempre di più i pregiudizi favorendo l’omologazione della popolazione. Si sta creando insomma un substrato culturale ancora più razzista, dove l’espressione pubblica religiosa viene sempre più spesso ostacolata (quindi deprimendo la libertà democratica di espressione). Il tutto non è ammortizzato dall’era del computer, anzi, come abbiamo detto è rivitalizzato da esso perché globalizzato. Nella rete i messaggi sono amplificati se continuamente postati, cioè se la loro frequenza è alta e se più messaggi vanno in una stessa direzione; essi vengono considerati reali e realistici in quanto molto diffusi e mischiano documenti veri con documenti falsi.  Rapaccini scrive: “Tutto quello che è su internet è nella continua disponibilità dei destinatari, ovvero si presta ad accessi ripetuti e quindi, in concreto, ha maggiori occasioni di persuasione”. Ciò che in pubblico non sarebbe possibile, per la legge che non permette esternazioni razziste, diventa proprio nel web possibile e non facilmente reprimibile, ovvero l’antisemitismo, anche quello nazifascista, dilaga incontrastato. Infatti scrive ancora Rapaccini nel suo libro “Il pregiudizio religioso sul web”: “Se si distribuiscono volantini di contenuto antisemita vietato, probabilmente seguirà l’irrogazione di sanzioni. Ma se si mettono in rete gli stessi contenuti, molto probabilmente l’iniziativa non avrà nessun seguito giuridico”. Per concludere non illudiamoci che la barbarie non possa tornare, nessuno pensava che dopo pochi anni dalla prima guerra mondiale, ci sarebbe stata la seconda, e invece è accaduto. Il razzismo antiebraico è simbolo di una attitudine umana che cerca un diverso da contrastare, attitudine sempre pronta a riemergere. Socci afferma: “I demagoghi ce l’hanno con gli ebrei”. Attenzione a guardare solo all’antiebraismo islamico, il resto del mondo non vive meno di pregiudizi, e c’è un peccato che non è meno grave di quello fatto a parole ed opere, cioè quello di omissione. No, l’antisemitismo non è un mito, è ancora realtà odierna, e fatta anche di parole e opere.   SKY ROBERTACE LATINI







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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)