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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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473. COSA SI RICORDA IL 27 GENNAIO? da un'Americana a Venezia


Quando si menziona la travolgente ondata di odio scaricata dai Nazisti contro il popolo ebraico, e non solo, molte persone, alcune forse in buona fede, volendo solo dimostrare comprensione del grande male perpetrato, spesso si affrettano a citare altri "casi" più recenti.  Chiaramente, non hanno una gran voglia di soffermarsi sull'enormità della Shoah.  Quindi, parlano di Hutu e Tutsi del Ruanda, del conflitto del Darfur e del piano cinese di eliminare la cultura e la religione tibetana.  (In questo contesto, spesso dimenticano dei casi dei nativi americani, dei popoli africani e degli aborigini australiani che hanno sofferto per secoli nelle mani dei loro invasori.)  Senza voler togliere niente al peso del peccato nei casi di sistematica violenza praticata contro culture e popoli, constato che troppi occidentali tendono a ridimensionare l'Olocausto.  Sembra che tanti provino a minimizzare l'immensa pazzia di una persecuzione perpetrata contro cittadini europei, che parlavano lingue europee, che studiavano nelle stesse scuole, i cui nonni avevano combattuto assieme ai loro in battaglie passate.  Oggi troppe persone sottostimano il fatto che il c.d. mondo civile aveva tolerato le "leggi razziali" durante una fase della storia quando i responsabili dello scempio avevano a loro disposizione mezzi moderni come il telefono, la radio e la macchina da scrivere.  La massa di benpensanti, quelli che nominano Darfur e Tibet non appena sentono parlare della Shoah, forse non si chiedono come si sarebbero comportati se fossero vissuti fra i nazi-fascisti nel cuore dell'Europa.  Forse neanche loro avrebbero posto resistenza contro certe politiche.  Per questo motivo, a causa dell'immobilità o, peggio, a causa dell'indifferenza della maggioranza, è successo che un terzo degli ebrei del mondo sono scomparsi durante l'Olocausto.  Il gigantesco programma di genocidio attivato nell'Europa non è stato realizzato a colpi di ascia.  La vergogna della Shoah, che appartiene alla storia recente, è successa fra telecomunicazioni e con archivi pieni di schede e, alla fine, con l'invenzione della Zyklon B.  La Shoah ha coinvolto famiglie europee che, quando meno se lo aspettavano, sono state prelevate dalle loro case e dai loro villaggi --"rastrellate" si dice--e mandate via come bestiame.  Perché?  Peché erano ebrei.  Solo per questo.  Ebrei.  Chi fra di loro aveva avuto mezzi economici e fortuna era già scappato per altre terre, oppure si era rifugiato terrorizzato dentro qualche nascondiglio.  Ma chi non ha avuto tale opportunità è divenuto vittima di un juggernaut lubricato dal sadismo di menti crudeli.  L'intero mondo aveva guardato immobile, alcuni anzi traendo profitto economico dalla costruzione della macchina bellica di Hitler.  Con le leggi razziali, Hitler e la sua schiera di deviati avevano annunciato il proprio odio per chiunque fosse ebreo.  Poi, anche l'Italia è stata contagionata da queste leggi criminali.  Così, quando è scattata l'ora, i Primo Levi dell'Europa, e le Anne Frank, e milioni e milioni e milioni di individui innocenti sono stati portati via verso luoghi maledetti dove hanno visto l'inferno in terra.  Pochi anni fa, il professore Elie Wiesel, attivista umanitario e scrittore di Notte, libro che parla della sua esperienza nei campi di concentramento e di morte, è stato fra i conferenzieri a Yad Vashem, grande centro e museo israeliano dedicato alla Shoah.  "Dov'è la furia?  La grande rabbia?  Perché non siamo posseduti da una straordinaria e implacabile ira, quella dei killer, nei confronti di quelli che hanno ispirato i killer, e furia verso gli indifferenti, e verso tutti quelli che sapevano ma che hanno mantenuto il silenzio.  Dov'è l'ira?"  Secondo Wiesel, è troppo facile dire che la Shoah era un tipico esempio della disumanità dell'uomo nei confronti dell'uomo.  "No!" rivendica.  "Chi è stato nei campi di morte sa che l'Olocausto è stato invece un atto di disumanità nei confronti di ebrei."  Il genocidio perpetrato dai Nazisti è stato un crimine assolutamente aberrante in tutte le sue manifiestazioni: cercare, schedare, segnare, umiliare, togliere gli averi e finalmente, raggruppare le vittime in "campi di sterminio".  Prima della Shoah, una campagna di odio così concentrata, nutrita da bugie contro un popolo, non era mai successa.  Per questo, Steven Spielberg descrive la Shoah come "il più grande crimine della Storia."  Ora, chiede Wiesel, che cosa si deve fare con i ricordi?  Affrontarli, conclude.  Ricordare che in quel periodo era eroico tenere la fede.  Era eroico essere umani.  Noi ricordiamo il 27 Gennaio, data in cui nel 1945 l'Armata Rossa è entrata nel peggior inferno di tutti, Auschwitz, perché l'evidenza della vergogna che i liberatori hanno trovato, la Shoah, appartiene ai nostri tempi e alla nostra specie.  Ricordiamo il 27 Gennaio per ammettere, senza evadere dalla verità e senza insofferenza intellettuale, di quale brutalità senza senso sia capace l'uomo.  Ricordare e condannare la Shoah è il miglior modo per evitarne un'altra. UN’AMERICANA A VENEZIA

1 commento:

Sky Robertace ha detto...

Assolutamente vero, assolutamente!

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)