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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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482. AL FEMMINILE Dibattito sul ruolo della donna nella società moderna – Venerdì 6 marzo 2015 INTERVENTO DI VALENTINA RAPACCINI



Venerdì 6 marzo, nel quadro delle iniziative per la festa della donna, si è svolto a Terni il Convegno al femminile organizzato con successo da Lucrezia Cardinali, direttrice artistica del settore danza della Polisportiva Ternana.  Il Convegno, seguito con intensa attenzione dai numerosi presenti, ha avuto come tema principale il ruolo della donna nello sport. Lo sport, nella sua accezione più sana, deve essere un elemento paradigmatico della società: è un laboratorio nel quale devono essere valorizzate le peculiarità di genere, prezioso valore aggiunto. Valentina Rapaccini ha svolto nell'occasione un intervento sulla donna nella cultura, che di seguito si trascrive. Roberto Rapaccini

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 La cultura, soprattutto la letteratura, è costellata di personaggi femminili, per cui la mia ricognizione non potrà essere esaustiva. Qualcuno le chiama ‘eroine’. È un termine che non mi piace, perché contiene un’attribuzione vagamente maschilista. Gli uomini sono eroi, le donne possono essere solo eroine. In altri termini, le donne hanno la sola possibilità di uniformarsi in maniera riduttiva ad un modello maschile, al semidio, al paladino dei diritti, ad una personalità che, con alone spiccatamente mascolino, combatte contro le avversità per salvare il genere umano. Questa riflessione mi consente di precisare il criterio che ho seguito per preparare questo intervento. Le donne di cui farò cenno non hanno rinunciato alle proprie prerogative femminili per adeguarsi ad uno degli stereotipi maschili che di fatto continuano a dominare la storia, ma, al contrario, hanno esaltato appieno le proprie peculiarità di genere, permeate di una forza e di un valore che va oltre le contingenze di spazio e di tempo. La loro femminilità è poliedrica, a sottolineare una ricchezza che non ha caratteri prefissati. Il mondo classico ha raccontato la storia di Dafne, che, per sfuggire all'amore ossessivo di Apollo, decise di trasformarsi per sempre in albero; quella di Eco, la ninfa che si innamorò di Narciso e, non ricambiata, si consumò fino a restare solo voce. Quella di Ifigenìa, la fanciulla sacrificata sugli altari della guerra di Troia, e, secondo alcune versioni, salvata di nascosto da Artemide di cui divenne una delle sue cacciatrici. Poi c’è Beatrice, amata da Dante e sua guida nella Divina Commedia. Dove la saggezza, rappresentata da Virgilio, non potè arrivare, in soccorso del pellegrino Dante supplì la fede, nella presenza salvifica della bellezza e della luce di cui era portatrice Beatrice. C’è Francesca, condannata ad essere in balìa di un turbine di vento. È doveroso iniziare questo intervento ricordando Compiuta Donzella, una musica fiorentina del 1200 che per prima compose poesia d’arte in volgare italiano. Ci restano tre sonetti. Con coraggio Compiuta scriveva precorrendo i tempi: …lasciar vorria lo mondo e Deo servire, e dipartirmi d'ogne vanitate. Con il Dolce Stil Novo la donna crebbe di importanza divenendo simbolo di gentilezza e di virtù, e sorgente di purificazione spirituale. Da allora la donna, venerata come angelo o desiderata come oggetto di brama sensuale, entrò in qualche modo nel mondo della poesia. Ma soprattutto nel XIX secolo le donne sono protagoniste della letteratura. Già il titolo di alcuni romanzi ne sottolinea il ruolo centrale: Emma di Jane Austen, Madame Bovary di Gustave Flaubert, Jane Eyre di Charlotte Bronte, Anna Karenina di Lev Tolstoj, Eva di Giovanni Verga, Tess dei d’Uberville di Thomas Hardy, o Béatrix, La Duchesse de Langeais, o La muse du Département, La femme de trente ans, di Honorè de Balzac, Casa di bambola di Henrik Ibsen. Personaggi attuali sono quelle donne che, in tempi nei quali l’emancipazione femminile era ancora lontana, seppero imporsi con i tratti del loro carattere. Elizabeth Bennett di Orgoglio e Pregiudizio è ironica, intelligente, sensibile. Rossella O'Hara di Via col vento è tenace, disposta a tutto, anche a sposarsi per ben due volte senza amore, pur di ottenere ciò che vuole. Si potrebbe definire un’opportunista, ma la sua complessa personalità le ha tributato una fama imperitura. Meno nota è Isabel Archer, di Ritratto di signora di Henry James: una ragazza di carattere, che, convinta delle proprie opinioni, ebbe la pretesa - a quei tempi di difficile realizzazione - di forgiare il proprio destino. Le vicende della narrazione la porteranno a commettere degli errori, enfatizzando una fallibilità che la renderà ancor più umana. Catherine Earnshaw di Cime tempestose è determinata, piena di orgoglio, di malizia e di passione. Questa ricognizione - come ho già premesso - considerati soprattutto i limiti di tempo, è necessariamente lacunosa. Vorrei accennare tuttavia anche ad altri personaggi femminili, che esulano dal mondo della letteratura, e per i quali ho molta ammirazione. Innanzitutto, la pittrice Frida Kahlo, autrice di capolavori densi del suo vissuto personale - il più delle volte drammatico - e delle trasformazioni storiche e sociali da lei attraversate durante la sua breve ma intensa vita. La filosofa e scrittrice Hannah Arendt che ha elaborato la geniale e provocatoria teoria sulla banalità del male. Con colpevole superficialità la teoria è stata travisata dicendo che approda ad una banalizzazione del nazismo. Al contrario il suo pensiero non si limita ad una mera critica dei regimi autoritari, ma ad un approfondimento particolarmente acuto della genesi del male. Per Hannah la banalizzazione equivale ad una spersonalizzazione: la tragicità del male infatti spesso consiste nel fatto che l’uomo è un volontario - ma non del tutto consapevole - esecutore della volontà altrui mediante meccanismi che trovano nei regimi totalitari la loro sede naturale. Come non accennare poi alla suggestiva religiosità laica della profonda umanità della poetassa Alda Merini?. La mia formazione scientifica mi ha fatto approfondire la personalità di Rita Levi Montalcini, che ci ha insegnato ad affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello vivente. Consentitemi in ultimo una breve sortita apparentemente fuori tema. Nella società araba la donna ha notoriamente un ruolo recessivo. Eppure uno sguardo sommario alla cinematografia di quei Paesi evidenzia che spesso protagonisti dei film sono personaggi femminili. Alcuni esempi: il Giardino dei Limoni, nel quale la positività viene solo da figure femminili, come anche in Caramel o in Ora dove andiamo?, o nel cartoon Persepolis, per citarne alcuni. Mi sembra che questo sottolinei come anche nei consessi umani a chiara impronta maschile, la donna è il vero motore, il reale fulcro della società. Grazie per la vostra attenzione. VALENTINA RAPACCINI

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Valentina RAPACCINI (Terni, 25 novembre 1991) – Laureanda (ultimo anno) presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Biomedico di Roma, segue con passione la Letteratura, le Arti Figurative, il Cinema. Ha partecipato a numerosi eventi culturali. 

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)