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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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483. La mia visione per “DIRTY WITH MY BLOOD” di Massimiliano Proietti (soggetto e regia del video)



Diverso tempo fa, quando Giulio ha iniziato a parlarmi del suo nuovo pezzo “Dirty with my blood” ancora nessuno aveva un’idea ben precisa di cosa sarebbe uscito fuori. Ricordo che si è presentato con la traccia audio di un pezzo ancora embrionale che era molto distante (almeno alle mie orecchie inesperte) dalla versione finale che ora possiamo ascoltare tutti, ma lui era fermamente convinto che ne sarebbe uscito fuori qualcosa di sensazionale. La sua fiducia e la passione con cui mi parlava di questo pezzo sono state un’ispirazione per me, un motivo in più per spingermi a dare anche io, nel mio piccolo, un contributo massimo di quello che avevo da offrire. Quando più avanti nel tempo stava prendendo forma il pezzo e si concretizzava l’idea di un video che, come suggerito da Giulio, dovesse trattare un tema forte e ad attuale come la violenza sulle donne, ho realizzato che era arrivato il momento di dimostrargli che aveva fatto una buona scelta a scommettere ancora su di me affidandomi anche questa volta la realizzazione del video che avrebbe dovuto presentare il suo pezzo. Ho iniziato quindi ad ascoltare e riascoltare il brano fino allo sfinimento per cercare di calarmi nella storia e dare una direzione alla mia eventuale futura ispirazione. Ispirazione che dopo quasi due settimane di buio si è finalmente manifestata con una semplicità disarmante. Una domenica mattina mentre ero in dormiveglia ho iniziato a pensare a cosa potesse accadere ad una coppia come descritta dalla canzone, e ho visto una donna sormontata dalle angherie del proprio uomo. Ho visto chiaramente il dolore della routine di violenza che la accompagnava dentro le mura domestiche; ho visto l’escalation di rabbia e violenza delle prime liti che appaiono nel video. Un crescendo di emozioni e di sofferenza, poi la mia mente ha proseguito senza che io decidessi nulla, come lo spettatore di un film inscenato dalla mia fantasia. E lì è arrivata la svolta: nel momento clou della canzone, al culmine dell’ennesimo vile atto dell’uomo, accade l’inaspettato. Cade un coltello, i due ci finiscono sopra e lei istintivamente, per proteggersi, chiude gli occhi afferra la prima cosa che trova e la pone tra se e il suo aguzzino, e senza volerlo si trova ad averlo colpito a morte. Lì ho avuto un sussulto e ho capito che avevo trovato il soggetto giusto per il video di una canzone così forte, e soprattutto si addiceva molto anche al titolo “Dirty with my blood” le cui parole essendo in lingua inglese non sono sessuate, quindi non era espressamente specificato che fosse “(io sono/tu sei) sporcA del mio sangue” oppure “(io sono/tu sei) sporcO del mio sangue”. Mi sono alzato di corsa dal letto ed ho acceso il computer iniziando a scrivere tutto quello che avevo visto. A quel punto però ci voleva una catarsi, un qualcosa che lasciasse il segno più di cento coltellate. Dalla mia esperienza personale ho appreso che quando commetto un errore, la cosa peggiore che mi capita non è la reazione degli altri, ma quanto il dover convivere con il pensiero ricorrente di aver sbagliato, di aver fatto una cosa che ora comprendo non andava fatta. Quindi la vera svolta del video non è l’involontario accoltellamento dell’uomo, ma la sua “redenzione”… Qui mi è venuto in soccorso il brano che proprio dopo l’apice ha un momento di breve quiete, la quale si sposava magnificamente con un flashback. Un evento così drammatico e disarmante ha riacceso nella mente dell’uomo un ricordo ormai sopito: la loro storia d’amore com’era agli albori, un momento assai distante di felicità avulsa alla routine di odio che abbiamo finora visto nel video. E’ adesso che l’uomo realizza di aver sprecato, logorato e distrutto il bene più prezioso che noi possiamo mai augurarci d’avere: l’Amore. L’uomo ha quindi questa epifania e d’un tratto realizza di essere la persona spregevole che tutti noi abbiamo visto, e nel suo ultimo respiro chiede disperato il perdono alla donna che avrebbe dovuto continuare ad amare come faceva un tempo lontano. Egli non si preoccupa più per se, ormai il suo unico desiderio è cercare di far capire alla sua donna che ha compreso i suoi errori ed ha capito tutto il male che egli ha fatto a lei, e di conseguenza anche a se stesso; le porta la mano al volto e le sussurra morente il suo “forgive me”. La donna a quel punto attonita e frastornata realizza quello che è accaduto, vede che ha accidentalmente ferito a morte il suo aguzzino ma ora quello che ha di fronte è un’altra persona. Non più il crudele e miserabile individuo che la picchiava, i suoi occhi sono tornati quelli amorevoli di un tempo, quello lì al suo fianco è l’uomo che un tempo l’amava e che ora è redento di tutto il male che aveva generato. Lei in un mare di emozioni contrastanti perdona immediatamente il suo uomo e si abbandona a lui in un’ultimo e travolgente bacio che suggella il perdono. Il tutto è surreale, l’attenzione non è infatti sull’involontario gesto fatale, quello è solo un dettaglio, è solo l’elemento che scatena nell’uomo l’esame di coscienza, una cosa insignificante a confronto della catarsi che egli sta vivendo; purtroppo però questo dettaglio risulta decisivo, perché anche se lui ora è tornato ad essere l’uomo amorevole che avrebbe dovuto essere, e lei lo ha compreso e perdonato, ormai è troppo tardi. La vita lo sta abbandonando e lei lo stringe forte a se e scoppia in lacrime perché aveva appena ritrovato l’amore che aveva un tempo ma ora lo ha riperduto e stavolta per sempre. La spirale sempre crescente di dolore trova il suo apice nello strazio della donna, che noi vediamo tormentata dai suoi ricordi.  Ancora oggi rivivere la creazione di questa storia mi scuote qualcosa dentro, e come quella domenica mattina mi ritrovo a piangere per una donna che ha sofferto così tanto e che per un’attimo ha ritrovato il suo uomo ma poi lo ha visto andarsene tra le proprie braccia. Lo stesso provo per l’uomo, anche se inizialmente devo ammettere di aver provato un appagante senso di giustizia nell’immaginarlo accoltellato, poi però ho avuto una strana pietà di lui, una persona che vede il male che ha generato e che vorrebbe riscattarsi senza ormai averne l’opportunità; ed è questa dal mio punto di vista la sua punizione più grande, non tanto l’involontario accoltellamento, ma l’aver compreso i suoi sbagli. Credo che una storia così potente e toccante, anche se con un epilogo inaspettato e insolito possa essere un esempio lampante, per tutti, di quanto sia distruttiva la violenza, e di quanto il male che genera un singolo individuo possa espandersi come un’eco verso gli altri e danneggiare irreparabilmente l’animo delle persone.

                                  

MASSIMILIANO PROIETTI

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)