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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

LA FOTO DELLA SETTIMANA  a cura di NICOLA D'ALESSIO
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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499. Pregiudizio – Empatia - Talento di Chiara Passarella



Questo mio articolo nasce dall’esigenza di soffermarmi sul concetto di pregiudizio, partendo innanzitutto da me stessa che, volente o nolente, a volte rimango imbrigliata nei meandri di questo pericoloso sentire. Il pregiudizio, etimologicamente, significa: giudizio che precede l’esperienza con assenza di dati sufficienti. Il pregiudizio è un idea errata, un ostacolo alla vera conoscenza del mondo. Le discipline sociali aggiungono che i pregiudizi si riferiscono non solo ai fatti ed eventi ma anche ai gruppi sociali. A priori, ho sempre “snobbato” i talent show. Ed ecco invece che cosa accade nel talent “Amici” di Maria De Filippi. Per fare una rigorosa cronaca dei fatti, anche se ho seguito la puntata televisiva del 5 giugno, mi aiuterò riportando in buona parte quanto scritto da Silvia Fumarola su Repubblica.it:  “Un applauso fortissimo accoglie Roberto Saviano dopo mezzanotte e mezza nello studio di "Amici". Nella lunga serata della finale lo scrittore saluta con un omaggio alle donne, nel giorno in cui il nuovo rapporto Istat denuncia che oltre 6 milioni di donne hanno subito violenza. "Parlo alle ragazze: a voi è affidato il destino del Paese". E porta la realtà dura, inaccettabile, del femminicidio nel talent che realizza i sogni. Racconta il destino di tre ragazze che hanno pagato per essere libere di amare e vivere come volevano. Il pubblico non smette di applaudire, lui ringrazia: "Molti erano scettici sul fatto che si potessero raccontare storie complesse o parlare di libri in un talent ma la vostra partecipazione ha dimostrato che si trattava solo di inutili pregiudizi. Lasciarsi travolgere dal pregiudizio ti costringe a una vita mediocre, ti blocca, avvelena la realtà". Spiega come i pregiudizi possano uccidere, racconta tre storie di ignoranza e violenza: quella della giovane Mutlu Kaya, che ha 19 anni, vive in Turchia e sogna di fare la cantante. "Vuole partecipare a un talent show" spiega lo scrittore " ma il suo ragazzo non è d'accordo e allora Mutlu per non litigare con lui decide di lasciar perdere. La sua voce però è così bella che una cantante turca molto famosa sente i suoi provini e la vuole assolutamente nel suo programma. Prende un aereo e va a casa sua per convincere i suoi genitori a farla partecipare, e ci riesce". Realizza il suo sogno, ma qualcuno s'introduce nella sua casa e le sparano. Poi sullo schermo appare la foto di Malala Yousafzai, una ragazza pakistana che è ancora una bambina quando la sua città viene occupata dagli estremisti talebani. "A 11 anni in un blog racconta le atrocità commesse dai talebani, parla di diritti delle donne e diritto all'istruzione. I talebani avevano emanato un editto contro l'istruzione femminile che impediva alle ragazze di andare a scuola. Per evitare di essere riconosciute come studentesse", racconta Saviano "molte non indossano l'uniforme, vanno a scuola con abiti normali e nascondono i libri sotto i veli. Molte compagne di Malala smettono di andare a scuola per paura. Lei continua a andarci, non vuole rinunciare ai suoi diritti. Un giorno alcuni uomini armati le sparano sulla scuolabus che deve riportarla a casa. Si salva. Porta sul suo viso i segni di quell'aggressione. I talebani rivendicano l'agguato: dicono di averle sparato perché è il "simbolo degli infedeli e dell'oscenità" e minacciano di colpirla ancora". Il pubblico segue il racconto in silenzio. "Quando è stata colpita Malala aveva 15 anni. Sembra strano che una ragazzina possa essere considerata come un pericolo dai terroristi, eppure è proprio la sua età e il fatto che sia una donna a renderla così pericolosa per loro. È lei a spiegarlo quando viene invitata all'Onu, a New York: "I saggi dicevano la penna è più forte della spada, ed è vero. Gli estremisti hanno paura dei libri, delle penne. Hanno paura delle donne. Il potere della voce delle donne li spaventa, hanno paura del cambiamento, dell'uguaglianza che vogliamo portare nella nostra società". Lo scorso anno Malala ha vinto il Nobel per la pace, e nonostante quello che le è successo continua la sua battaglia per i 66 milioni di ragazze a cui viene negato il diritto all'istruzione". Il filo rosso che lega le due ragazze arriva fino in Italia: Hina Saleem è originaria del Pakistan, ha 14 anni quando si trasferisce vicino a Brescia. Non sogna di cantare, s'innamora di un ragazzo che fa il carpentiere. Ma la famiglia non approva: a Hina tocca un matrimonio combinato, con un marito pachistano a cui è stata promessa in sposa. "Ma Hina" spiega Saviano " non accetta che siano altri a scegliere chi deve sposare. Un giorno di agosto del 2006, mentre la mamma e i suoi fratelli sono in vacanza in Pakistan il padre le dice di passare a casa con una scusa. Viene uccisa con 28 coltellate, sgozzata e sepolta nel giardino di casa da suo padre e dai parenti che non accettano che voglia vivere la sua vita”Ora sullo schermo ci sono le foto delle tre ragazze: "Tutto quello che volevano", dice Saviano, "per quanto possa sembrare semplice, normale, trasforma la società per questo hanno provato a fermarle. Hanno spaventato i poteri. Facevano paura". Il pubblico lo ascolta, molte ragazze hanno le lacrime agli occhi: "Non fatevi ingannare dal pregiudizio che questo accada solo nella religione islamica e che la cultura araba sia una cultura nemica: il fondamentalismo, l'estremismo, in ogni cultura che sia politica o religiosa, è disumano. Lo scopo dei fondamentalisti è quello di portarci a credere che gli arabi, gli islamici ci sono nemici, vogliono questo così da apparire loro come i difensori della religione islamica. Falso. Apritevi al mondo", è l'invito di Saviano "cercate di capire, non abboccate, ogni generalizzazione è una bugia. Parlo soprattutto alle ragazze. Qui è pieno di ragazze: a voi è affidato il destino del vostro Paese. Perché? Perché in un momento in cui non esistono più garanzie e sicurezze, gli uomini sono smarriti, ma le donne, che queste garanzie non sono state abituate ad averle, sanno affrontare la crisi e possono mutare il corso delle cose. Sapete cosa fa paura nelle donne? L'empatia, ovvero la capacità di sentire l'altro, identificarsi, sentire fin nella propria carne il dolore o la felicità dell'altro. C'è un verso di una poetessa polacca che amo molto, Wislawa Szymborska, per me è il più bel verso della poesia del '900, ne ho parlato spesso. Racchiude in sé tutta la potenza del sentire, definisce nel modo più carnale possibile l'amore che solo le donne riescono a provare. "Ascolta come mi batte forte il tuo cuore"". Un'ovazione. Domani i libri della Szymborska, premio Nobel della letteratura nel 1996, avranno migliaia di giovani lettori in più.

“Ascolta come mi batte forte il tuo cuore” (Ogni caso, Wislawa Szymborska)

Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.

Sempre ad “Amici”, Saviano:

“Il talento non è qualcosa che cade dal cielo, che viene riconosciuto d'ufficio. Lo devi scovare, conquistare, bastione per bastione. Non lasciate vincere il lamento, l'idea che 'quello ce la fa perchè raccomandato'. Ma la possibilità di credere che a ogni ostacolo ce la puoi fare''. Lo studio è già un tripudio di applausi, di 'bravo' e piedi battuti sugli spalti. Poi si apre il grande muro di luci ed entra lei, capelli afro e tacchi alti gialli, e all'entusiasmo si unisce la commozione. Roberto Saviano torna ad ''Amici'', per la terza volta. E ancora, nella semifinale del talent di Maria De Filippi ha tenuto con il fiato sospeso orde di ragazzi, di quelli che non perdonano se ''toppi'', con una storia durissima e di grande speranza insieme. Dopo il tema delle migrazioni, dopo Le notti bianche di Dostojesky (con il ''miracolo'' di averlo fatto entrare in classifica, quinto su Itunes) Saviano ha scelto la storia vera di Michaela DePrince, bambina orfana nella Sierra Leone dei ribelli e dei trafficanti di diamanti, chiamata ''la figlia del diavolo'' per la vitiligine che macchia di bianco la sua pelle d'ebano, che dopo ogni barbarie in orfanotrofio si attacca disperatamente all'immagine felice di una ballerina capitata, chissà come, nelle sue mani. Si convince talmente tanto dei suoi sogni che prima viene adottata in America e poi, nonostante gli infiniti 'no' e i mille pregiudizi verso un'etoile classica dalla pelle nera, oggi danza sul palcoscenico del Dutch National Ballet di Amsterdam. ''Non tutti crederanno in voi - dice lei entrando a sorpresa tra i ragazzi - Ma dovete capire che siete perfetti come siete. Magari non diventerete ballerini o cantanti, ma essere diversi dagli altri va bene''. Riporto anche un’intervista di Saviano, rilasciata all’ANSA ''E' un'esperienza pazzesca. Quando ho accettato di partecipare ad Amici, l'ho fatto proprio per sperimentare, per parlare ad un pubblico complesso, enorme, giovane, che non può essere ridotto solo a una dimensione 'popolare'. A dirla tutta, ho voluto anche provarmi, capire se ero in grado di rivolgermi a un platea così, che non si aspetta l'uscita dello scrittore come su Raitre, nè' che si parli di libri o di certi temi. Con questi ragazzi ti giochi il rapporto di volta in volta, non stanno ad ascoltarti sulla fiducia. Uno mi ha chiesto se era vero che avevo fatto un libro dalla serie Gomorra. Il risultato - prosegue - è' incredibile. Te li porti sui social, ma anche al Salone del libro, con ragazzine emozionate venute apposta per incontrarmi. A Durazzo, in Albania, scendevano dai balconi in una pioggia di selfie perchè mi avevano visto ad Amici. No, non avevo pregiudizi verso il programma, piuttosto verso di me - ammette - Temevo di arrivare come la pubblicità' al cinema. O che i miei lettori, il 'mio' pubblico, potesse non capire. Invece, non ho cambiato nulla di me, ne' i vestiti, ne' gli aggettivi o il tono blues. Sono venuto libero di dire ciò che volevo. Oggi ho insistito sul tema del talento-lamento, perché  piangersi addosso sembra diventata la nostra unica strada. Io stesso, nel privato, mi sento quasi un militante del lamento. Ed è' stata una grande esperienza, anche culturale, parlare a tutte queste persone affamate di storie''. Ora, sorride, ''ci ho preso gusto'', tanto che potrebbe tornare anche per la finale. Per il futuro, dice, ''dipende dalla mia vita complicata. E' un pubblico prezioso che non voglio perdere e la tv di narrazione è' quella che più mi piace fare. Purtroppo in Italia ha spazio limitato. I programmi politici, quando sono talk, sono litigi e le inchieste si somigliano molto perchè inseguono la notizia del giorno. Ma sul web - continua - le cose stanno cambiando. Sto pensando anche di provare qualcosa all'estero, che poi magari possa tornare in Italia. In America, dove vivo, ho un po' di proposte. In ogni caso, non voglio essere il tipo di scrittore che si rinchiude e si lamenta, il cui unico scopo è lanciare il suo libro al mondo. Per me l'essere amato è un obiettivo secondario rispetto all'arrivare a molti, ma con un prodotto che non abbassa l'obiettivo o la qualità''' CHIARA PASSARELLA






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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)