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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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502. LA LETTURA DI FANTASCIENZA NON E’ SEMPLICE SVAGO - “SOCIETA’ IPOTETICHE” di Sky Robertace Latini




L’estate fa venir voglia di leggere. Il caldo fa venir voglia di star fermo. Quale migliore occasione? Era da un po’ che non leggevo più romanzi ma solo saggi. Troppo serioso, bisogna anche svagarsi un po’, nel senso non di divertirsi ma di essere svagato, quasi come un sempliciotto. Ho un e-book con tante cose dentro, per caso inizio con la fantascienza di Dick, a me la fantascienza piace proprio. Philip K. Dick (1928-1982), statunitense, scrive all’antica, nel senso che si percepisce la modalità anni ’60, più semplice e diretta, rispetto ai romanzi attuali, sempre in tema di fantascienza. Ma Dick ha idee originalissime e particolari, e così, anche se i racconti non sono sempre sviluppati nel migliore dei modi, ti attira e ti mantiene alla lettura. Tra i suoi libri in digitale che ho, ormai la carta occupa troppo spazio, i temi trattati sono vari. Ma due elementi mi hanno colpito. Come sarebbe la società se…..? Se si basasse su diversi schemi mentali e culturali? Due storie che ipotizzano una società umana diversa da quella che conosciamo: una del futuro che si basa sull’eutanasia, e una in cui invece la società umana è costruita da malati di mente. Di colpo ho ricordato un racconto di un altro scrittore di fantascienza, un tal Russel, inglese, contemporaneo a lui ma più vecchio. C’era anche in quello di Russel l’ipotesi di una società dai valori diversi, basata sull’ideologia Gandhiana. La cosa che c’è in comune è che si tratta sempre di esseri umani, non di extraterrestri, perché le pulsioni e i concetti sono in effetti quelli reali dell’uomo; creazioni vissute dall’essere umano. Gandhi è morto nel ’48; nel ’51 ancora l’eco mondiale delle sue imprese era forte ed in quell’anno Erik Frank Russel scrisse “…E NON NE RIMASE NESSUNO”: che cosa succederebbe se, nell’impero galattico, una colonia umana fosse stata dimenticata per tre secoli e in questi tre secoli un valore umano di stampo gandhiano avesse preso il sopravvento? Dopo tutto questo tempo un incrociatore armato atterra sul pianeta per la riconquista, e che trova? Nessuno collabora, nessuno. E l’esercito coi suoi capi non sa cosa fare e come fare; collaborazionisti non ne trova, e così se ne riparte senza attaccare: a che servirebbe uccidere tutti? Il pianeta non potrebbe essere sfruttato comunque. Non rimase nessun invasore, veramente uno si, ma convertito al pianeta; quindi nessuno con la vecchia mentalità. Russel aveva combattuto nella seconda guerra mondiale nella Royal Air Force, forse la cosa non lo aveva divertito tanto; in realtà fu spesso critico verso il militarismo. Nell’affrontare le storie di Dick, ho avuto il particolare piacere di apprezzare tale approccio. E’ molto divertente scoprire cosa viene fuori dal portare alle estreme conseguenze un concetto piuttosto che un altro.  In “Il Dottor Futuro” del 1960 un medico si ritrova nel futuro (anno 2405), in una epoca dove l’eutanasia è alla base della regolamentazione sociale, e che troviamo in una società così? Bè, se essa diventa prioritaria, la medicina diventa inutile, e i medici curano solo piccole cose, non esistono più anzi. La media di vita è molto bassa, sono tutti giovani, ogni malattia è prontamente debellata con l’atto finale. E il numero della popolazione umana è regolata in modo che sia fissa senza aumentare. Ma non solo, se ciò che conta è la salute fisica totale, la procreazione deve essere controllata per eliminare ogni rischio, quindi in provetta selezionando i geni migliori. Una umanità generata perché sia sempre più sana, vive per la massa e non per i singoli, unita per clan che fanno a gara per dimostrare di essere i più sani. In “Follia per sette Clan” del 1967 invece, in una luna di Giove, la Terra crea ospedali psichiatrici e vi trasferisce i malati ripulendone la società. Ma per una guerra tra pianeti la luna viene abbandonata e lasciata a stessa per lungo tempo. I terrestri decidono di tornare a conquistarla (qui l’idea assomiglia a quella di Russel), e si scopre che ogni singola tipologia di malattia mentale ha radunato persone con la stessa patologia intorno a sè, e quindi si trovano sette città diverse, una per sindrome. I Man (maniaci); gli Eb (ebefrenia); i Dep (Depressi); gli Schizo (schizofrenici); i Para (paranoici) e i Poli (schizofrenia polimorfa). Alla fine si aggiungerà un Norm (normale) che è il personaggio principale del racconto, che perde tutto e quindi non gli resta che trovare un posto nella luna, fondando l’ottava città. Secondo elemento che si ricollega al racconto di Russel, quello di far rimanere un nuovo terrestre nella vecchia colonia. Il concetto comunque pare essere quello che forse i malati possono guarire e che integrarsi è possibile. Gli abitanti infatti si ribellano all’invasione proprio perché non hanno intenzione di essere rinchiusi in qualsivoglia ospedale. Ma in senso più largo, nessuno vuole perdere la libertà. Le idee di Dick sono belle. Ricordiamo che è da suoi romanzi che sono stati realizzati due dei più importanti film di fantascienza: “Il cacciatore di Androidi che divenne “Blade Runner” diretto da Ridley Scott e  “Rapporto di minoranza” che divenne “Minority Report” di Steven Spielberg. Dick è da considerarsi geniale per le intuizioni letterarie, che testimoniano quanto ingiustamente la fantascienza fosse in passato considerata futile e letteratura di serie b. Invece spesso  è stata riflessione sulla realtà umana. In grado di ribaltare visioni e impostazioni, legate culturalmente a idee preconcette e a omologazioni di pensiero che sclerotizzano i comportamenti. Se non sempre profonda riflessione filosofica, comunque stimolo ad essa. Nel caso di queste storie, la deriva culturale di popolazioni staccate dalla cultura di provenienza non fa regredire ma solo cambiare. Non è perdita di concetti umani, ma conservazione solo parziale di quei concetti. E i parametri cambiano modificando i valori che funzionano solo all’interno della propria cultura, sempre impermeabile a forzature impositive.  Alcuni esperimenti reali nel mondo hanno funzionato e hanno risposto ad alcuni interessanti quesiti:  che succederebbe se gli adulti giocassero come i bambini? Che succederebbe se l’estetismo prendesse il sopravvento? Che succederebbe se la gente credesse solo alla TV?  Bene, la mia testa ha assimilato. Ma ora che ho riflettuto, ripartiamo a leggere per passare bene queste ore estive. Solo che se riprendo Dick ho paura che tornerò a riflettere. SKY ROBERTACE LATINI

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)