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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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504. LA BOMBA: BESTEMMIA CONTRO L'UOMO E LA NATURA / THE BOMB: BLASPHEMY AGAINST MAN AND NATURE by un'Americana a Venezia

Dopo gli abominevoli bombardamenti termonucleari da parte dell'amministrazione del Presidente Truman sulle città di Hiroshima e Nagasaki nel 6 e 9 agosto, 1945, qualcuno ha dichiarato che Hitler aveva vinto la guerra dopo tutto.  Sebbene fosse già morto quando le prime bombe atomiche furono lanciate contro i civili giapponesi, Hitler aveva sperato di arrivare a quel diabolico risultato per primo; la fissione dell'uranio era stata infatti realizzata per la prima volta all'Istituto Wilhelm in Germania nel 1938.  Da allora, nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, scienziati occidentali si erano impegnati a sviluppare un'arma più letale di sempre, attraverso la fissione.  Dopo qualche anno di ricerca, il Manhattan Project, una squadra di 150.000 persone sotto la direzione di J. Robert Oppenheimer, riuscì a produrre le prime arme atomiche nei laboratori di Los Alamos in New Mexico (USA).  Per raggiungere lo scopo, gli americani hanno speso 2 miliardi, l'equivalente di circa 29 miliardi di dollari oggi.  Mentre dozzine di brillanti fisici lavoravano assieme, Harry S. Truman, il vice di Franklin Delano Roosevelt che morì prima di concludere il suo terzo mandato, si ritrovò a capo di una nazione ancora impegnata nella guerra nel Pacifico.  Nel luglio del 1945 Truman, Winston Churchill e Josef Stalin si incontrarono nel Potsdam per conferire su nuove frontiere e zone dopo la resa dei tedeschi.  Parlarono anche della guerra ancora in atto in Giappone, iniziata il 7 Dicembre del 1941 con l'attacco giapponese sulla base americana di Pearl Harbor, originata dalla bellicosità gratuita dell'Imperatore Hirohito.  Da Potsdam, i tre leader si trovarono d'accordo sulla richiesta di immediata resa delle forze armate giapponesi.  Influenzato dal suo consigliere, l'Imperatore rifiutò, sfidando la minaccia di "totale distruzione".  Truman volle a tutti costi tenere i sovietici sotto controllo.  Sapeva che l'impiego della nuova arma non solo avrebbe spaventato i giapponesi fino alla resa, ma che avrebbe fatto forte impressione anche sui sovietici.  Con il pretesto di evitare un'invasione del Giappone e quindi di salvare centinaia di migliaia di giovani soldati americani e altrettante vite giapponesi, Truman diede l'ordine di lanciare il nuovo ordigno, già testato il 16 luglio sotto il nome in codice di "Trinity", contro qualche inerme città giapponese.  L'effetto psicologico, quello di sorpresa, fu di primaria importanza.  Questo piano americano è stato effettuato con la piena approvazione del governo brittannico.  La prima bomba atomica, contenente uranio, portò il nome di "Little Boy" and fu trasportata in una aereo chiamato "Enola Gay", dal nome della madre del pilota.  Sulla superficie della bomba messaggi ironici erano già stati pennellati dai militari americani.  Alle 8.15 di una tranquilla mattina estiva la gente di Hiroshima, con una popolazione allora di circa 340,000 anime, non temeva il peggio quando ha passato sopra la loro testa l'Enola Gay.  Poche persone videro cadere dall'aereo un puntino nero.  Scrisse il pilota, Paul Tibbetts, "Una luce brillante riempì l'aereo...La città fu nascosta da quella terribile nuvola, salendo, bollendo, e crescendo come un fungo.  Per un attimo nessuno parlò...Il mio co-pilota ha detto che poteva assaggiare la fissione atomica...Mi sono girato per scrivere nel mio giornale, chiedendomi, 'Dio mio, che cosa abbiamo fatto?'"  Nonostante le morti quasi istantanee di circa 100,000 esseri umani, liquefatti o ridotti a ceneri, e le ferite atroci di 100,000 spellati vivi, acceccati, bruciati e presto ammalati per l'esposizione alla radiazione, l'Imperatore non si arrese.  Ma Truman non arrestò il programma.  Invece, invocò Dio, dicendo al pubblico americano che "...preghiamo che il Signore ci guidi a usarla (la bomba atomica) nei Suoi modi e per i Suoi scopi."  Churchill disse, "L'intero impegno di questa esecuzione costituisce uno dei più grandi trionfi del genio americano, anzi, del genio umano."  Tre giorni più tardi, il 9 agosto, Truman incoraggiò i giapponesi ad abbandonare le città industriali.  Quello stesso giorno i bombardieri americani miravano alla città di Kokura, ma a causa di condizioni meteorologiche sfavorevoli, decisero di far cadere il secondo ordigno, "Fat Man", carico stavolta di plutonio, su Nagasaki, popolazione all'epoca di 260.000.  All'arrivo dell'aereo, qualcuno provò a rifugiarsi.  Eppure, come dice una sopravissuta che si trovò dentro una grotta affollata, qualcuno ne uscì con gli occhi liquefatti e la pelle cotta.  A Nagasaki almeno 50.000 persone morirono entro nove secondi dall'esplosione.  Due ore più tardi, grandi gocce di acqua nera cadevano incessanti.  I sopravissuti, come a Hiroshima, soffrirono indicibili pene.  Una giovane pensava, "Se l'inferno è così, allora sono nell'inferno."  L'Imperatore si arrese dopo Nagasaki.  Edward Teller, padre della bomba all'idrogeno, un'arma 100 volte più distruttiva di quella atomica, non ha avuto rimpianti.  Ma Oppenheimer e tanti altri colleghi, sì.  Oppenheimer è andato mesi più tardi alla Casa Bianca per sconsigliare l'uso dell'atomica come arma in futuro.  Disse a Truman, "Signor Presidente, sento che ho sangue sulle mani."  Dopo quell'incontro, Truman ha detto al suo assistente, "Non voglio vedere quel figlio di puttana mai più in questo ufficio!"  La minaccia del nucleare incombe tuttora, grazie a persone, prepotenti e ciniche senza buon senso e senza compassione.  ll film di Stanley Kubrick, Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (1964) più o meno caratterizza la mentalità a Washington, D.C., e non solo, nell'epoca che seguì Hiroshima e Nagasaki.  Certi scienziati ed i consiglieri di uomini e donne di potere, pare, sono usciti di senno molto tempo fa, garantendo che diventa impossibile ritornare sui propri passi.  A mio avviso, la Bomba è sempre stata una bestemmia contro l'uomo e la natura.  Guardando indietro, forse è vero: quel pazzo lucido di Hitler ha vinto dopo tutto.    UN'AMERICANA A VENEZIA


Following the Truman administration's abominable thermonuclear attacks on the cities of Hiroshima and Nagasaki on August 6th and 9th of 1945, someone observed that Hitler had won the war after all.  Even though he was dead when the first atomic bombs were unleashed on Japanese civilians, Hitler had hoped to reach the diabolical goal long before then; the fission of uranium was realized for the first time at the Wilhelm Institute in Germany in 1938.  Since then, in the midst of World War II, Western scientists worked to develop a more lethal weapon than ever before, utilizing fission.  After a few years' research, the Manhattan Project, a team of 150,000 people under the direction of J. Robert Oppenheimer, managed to produce the first atomic weapons in the laboratories of Los Alamos in the state of New Mexico, USA.  In order to achieve their aim, the Americans spent two billion dollars, the equivalent of about 29 billion today.  While dozens of brilliant physicists worked together, Harry S. Truman, the vice-president to Franklin Delano Roosevelt, who died before finishing his third term in office, suddenly found himself the Chief of a nation still at war in the Pacific.  In July of 1945, Truman, Winston Churchill, and Joseph Stalin met in Potsdam to confer about new borders and zones following the surrender of the Germans.  They also discussed the ongoing war with Japan, a war which was provoked by the unfounded bellicosity of Emperor Hirohito, started on December 7th, 1941, with the Japanese attack on the American base of Pearl Harbor in the Pacific.  In Potsdam the three leaders were agreed on a demand that the Japanese armed forces surrender immediately.  Influenced by his couselor, the Emperor refused, preferring the alternative, the threat of "total destruction".  Truman wanted at all costs to keep the Soviets in check.  He knew that the use of the new atomic weapon would not only frighten the Japanese into surrender but that that it would also make a strong impression on the Soviets.  With the excuse of wanting to avoid the invasion of Japan and, thus, save hundreds of thousands of young American soldiers and just as many Japanese, Truman gave the order to drop the Bomb on unprepared cities, the weapon having already been tested successfully under the code name "Trinity" on the 16th of July.  The psychological effect, one of surprise, was of primary imortance.  The American plan was fully endorsed by the British government.  The first atomic bomb, containing uranium, was dubbed "Little Boy" and was transported in an airplane called the Enola Gay, named for the pilot's mother.  On the surface of the weapon American military personnel had already penned ironic messages.  At 8:15 on a tranquil summer morning the people of Hiroshima, a city with a population of about 340,000 souls at the time, did not fear the worst when the Enola Gay passed overhead.  Few people saw a kind of black box fall from the aircraft.  Paul Tibbetts, the pilot, wrote, "A bright light filled the plane...The city was hidden by that awful cloud, boiling up, mushrooming.  For a moment no one spoke...My co-pilot said he could taste the atomic fission...I turned away to write in my journal, asking myself, 'My God, what have we done?'"  Despite the nearly instantaneous deaths of about 100,000 human beings, liquified or else reduced to charcoal and ash, and the atrocious injuries of none less than 100,000 more, skinned alive, blinded, burned, and soon sickened by radioactive fallout, the Emperor did not surrender.  But Truman did not quit the plan.  Instead, he invoked God, telling the American public, "...we pray that He may guide us to use it (the Bomb) in His ways and for His purposes."  Churchill said, "The whole burden of execution constitutes one of the greatest triumphs of American--or, indeed human--genius."  Three days later, on August 9th, Truman encouraged the Japanese people to abandon their industrial cities.  That same day American bombardiers were aiming for the city of Kokura, but due to unfavorable weather conditions, they decided to drop the second weapon, "Fat Man," loaded this time with plutonium, on Nagasaki, with a population of about 260,000.  On the arrival of the aircraft, some ran for cover.  Nonetheless, as one survivor who was crowded together with others inside a natural cavern reported, some left their shelters with liquified eyes and ragged flesh, cooked like boiled chicken.  In Nagasaki at least 50,000 people vanished within nine seconds of the explosion.  Two hours later, black drops the size of marbles began falling like rain.  The survivors, as in Hiroshima, suffered indescribable injuries.  One woman thought, "If hell is like this, then I'm in hell."  The Emperor surrendered after Nagasaki.  Edward Teller, "father of the hydrogen bomb," a weapon 100 times more destructive than an atomic weapon, had no remorse.  But Oppenheimer and many other colleagues did.  A few months later, Oppenheimer went to the White House to dissuade the President from using atomic weapons again in future.  He told Truman, "Mr. President, I feel I have blood on my hands."  After that meeting, Truman told his assistant, "I don't want to see that son of a bitch in this office ever again."  The nuclear threat is still hanging over our heads, thanks to prepotent and cynical people, people lacking good sense and compassion.  Stanley Kubrick's film "Dr. Strangelove or:  How I learned to Stop Worrying and Love the Bomb" (1964) more or less depicts the mentality in Washington, D.C., and not only there, in the post-Hiroshima and Nagasaki era.  Certain scientists and counselors to men and women in power lost their way a long time ago and have guaranteed that is is impossible to go back now.   To my way of thinking, the Bomb has always been a blasphemy against man and nature.  Looking back, maybe it's true:  that "lucid madman," Hitler, may have won the war after all.  UN'AMERICANA A VENEZIA

VIDEO - 1945 Hiroshima Bombing Pat Metheny "Above The Treetops"- clikka qui
               




1 commento:

Latini ha detto...

La guerra è un abominio sempre. Quando essa prende il sopravvento è inutile parlare di accordi o regolamenti. La guerra distrugge il normale essere dei rapporti sociali ed economici, anche tra le nazioni. Nella guerra l'importante è vincere. Mi è sempre sembrato assurdo e illogico chiedere a chi combatte di stare alle regole (comprese quelle sui prigionieri...la tanto citata convenzione di Ginevra). In questo sta la bomba atomica....la morte è morte e la distruzione è distruzione; e non conta nemmeno pensare alle conseguenze successive.I giapponesi non avevano mai mandato giù l'ingerenza degli occidentali su di loro.Una flotta internazionale bombardò nel 1863 due zone sulle coste giapponesi e ci furono sbarchi di soldati europei e americani che ebbero facile vittoria sui Samurai senza armi da fuoco. Ciò avvenne per non permettere ai giapponesi una influenza sull'Asia che doveva rimanere appannaggio degli occidentali che avevano colonizzato quelle zone. Da un lato sento che la storia condanna gli USA sia per questo atteggiamento che per la bomba atomica, dall'altra credo che gli USA della seconda guerra mondiale abbiano delle attenuanti proprio per il clima vissuto. La prima bomba non sortì alcun effetto, ci volle la seconda per convincere i giapponesi, e pensate che ancora con la seconda c'erano generali che non volevano la resa, preferendo la distruzione totale del paese. Roberto

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)