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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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511. IN TRINCEA SUL SAN MICHELE di Michele Lotti - Recensione di Roberto Rapaccini



Ho letto il libro di Michele Lotti "In trincea sul San Michele"con grande piacere. In realtà, complice anche la mia età matura, generalmente oggi preferisco esplorare la saggistica,  mentre la narrativa è il genere letterario legato alla mia gioventù: la lettura di questo libro tuttavia è stata una fortunata eccezione. L'opera di Michele Lotti è il diario dei suoi trascorsi da sergente dell'esercito italiano: in esso con meticolosa sensibilità giornalmente il soldato Michele ha annotato i tratti della sua esperienza sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale, un contesto nel quale ogni vita è sospesa sul baratro di un'ordinaria precarietà, che altera la natura primigenia dell'esistenza, privandola degli affetti pregressi faticosamente ma necessariamente affiancati  da nuovi. Lo scritto che contiene questa preziosa testimonianza è stato ritrovato, riordinata e curato per la pubblicazione dal nipote Gerardo Cesari, ottimo medico, e caro e stimato amico. Nonostante lo scenario drammatico nel quale si articolano le vicende, questa lettura mi ha trasmesso l'aura di un desueto sentimento di  epicità, così lontano dal piatto grigiore delle nostre esistenze che,  omologate dal silenzio assordante del benessere, sembrano perdere il senso della loro unicità. Il linguaggio del sergente Michele nella semplicità è particolarmente incisivo ed espressivo di una condizione nella quale la difficile sopravvivenza, anziché generare forme di cinica competizione, sviluppa la comune solidarietà di fronte ad un destino di pericolo che sembra ineludibile. Se la guerra da una parte fa emergere una realtà brutale, violenta e disumanizzante, quasi che trovi in essa un riscontro concreto quel  male radicale di cui parlava Kant, tuttavia nella gente comune l'esistenza disgraziata sviluppa affetti positivi che divengono il presupposto di rapporti interpersonali permeati da una ritrovata seppur nebulosa umanità. E' paradossale che la mia lettura sia stata accompagnata da un costante senso di nostalgia per un mondo lontano che,  sebbene reso problematico dai disagi della povertà e drammaticamente afflitto dal pericolo incombente dello spettro della morte,  era animato da sentimenti puri e autentici nella loro genuinità, che costituivano un sicuro punto di riferimento, mentre la nostra realtà vive il disorientamento dell'abbondanza, della superficialità, della mercificazione. ROBERTO RAPACCINI

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)