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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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512. “BLIND LOVE” B.B.King/Jules Taub – singolo 1953 di Roberto Latini


Un grande testimone della storia del blues è andato via, spentosi a 89 anni il 14 maggio 2015. E’ stato omaggiato da tutti, e a lui è stato riconosciuto, a ragione, lo status di leggenda vivente. Ciò soprattutto in merito al fatto che ha suonato e interpretato il genere rispettando la migliore tradizione. Il blues: la musica senza la quale né il Jazz né il Rock sarebbero nati. Il vero nome era Riley King. Fu tolto il nome di battesimo e aggiunte le due B derivanti dal soprannome “Blues Boy”, che gli fu affibbiato agli inizi di carriera. Suonava la chitarra Gibson denominata da lui stesso “Lucille”.  Iniziò a registrare musica nel 1949, e fu inventore della tecnica del vibrato detta “Colibrì”, dato che è effettuata con minimi movimenti. Cantante e chitarrista, ha visto nascere il rock con il R’n’R anni 50 e lo ha attraversato tutto collaborando anche con i rocker. Un credente con molte contraddizioni (tanti figli da donne diverse) che affermava di dover seguire il cuore perché “il Signore mette nel cuore le cose belle che danno la direzione giusta”. Riguardo al razzismo affermava di non odiare quelli che lo odiavano, nemmeno chi odiasse gli altri per il colore della pelle o per essere di un’altra cultura; ma naturalmente era contro la segregazione razziale. Egli ha suonato tantissimo, una carriera basata più sui concerti che sui dischi, sebbene abbia avuto all’attivo 43 album da studio, dei quali l’ultimo nel 2008. Nei confronti della propria musica una dedizione senza sosta. Sempre raccontato del piacere di suonare: “Ancora mi diverto come un matto”, diceva, e fino all’ultimo ha desiderato stare sul palco. Molta umiltà verso i musicisti con cui ha avuto rapporti, sin dall’inizio: “Notte dopo notte capii che non suonavo bene come loro, allora cominciai ad ascoltare gli altri e a studiare con maggiore intensità”. E fino a vecchio la stessa attitudine: “Io conosco i miei limiti con la chitarra e con la voce, Dio mio se li conosco, per questo continuo a studiare ogni giorno”. E rispetto per il pubblico, con il pensiero che se si affida il proprio destino nelle mani della gente che ascolta, non conta cosa si pensa di se stessi, ma conta solo il giudizio dei fan. E quindi: “La gente si congratula con me, io ringrazio, poi vado a casa e comincio a studiare”. Tra le collaborazioni storiche quella con Eric Clapton, del quale King ha tessuto le lodi, citandolo come amico, persona molto gentile e miglior chitarrista Rock’n’Roll del mondo: “Clapton suona il Blues molto meglio di molti musicisti del Mississipi”. King ha considerato la collaborazione con Clapton come un piacere e riconosciuto che tale collaborazione ha aiutato lo stesso King nella carriera. In realtà ha aiutato entrambi: è un fenomenale atto promozionale mettere due miti insieme. Il brano: “BLIND LOVE”. “Blind Love” uscì nel ’53 come singolo, entrò poi a far parte del primo album di B.B.King, “Singin’ the Blues”, pubblicato del 1956. Otto delle dodici canzoni sono state scritte insieme a Jules Taub. La song inizia subito con l’assolo di chitarra lungo ben 29 secondi, sopra un ritmo cadenzato ma non veloce, anche se per lo standard blues non è calmo. Nel cantato semplice si ineriscono i fiati e il pianoforte, ma la chitarra liquida  di King continua a sottolineare le pause fra una frase e l’altra, mentre il pianoforte in sottofondo sottolinea la ritmica. A metà song altri 29 minuti di assolo con in mezzo gli “All right” vocali che ne dano una dimensione simile a quella dal vivo. La parte finale cantata aumenta la pesantezza della batteria con una maggiore enfasi ritmica globale di tutti gli strumenti. Le ultime note sono quelle del giro tradizionale del blues. Il pezzo è un momento estremamente pieno e vivace, con la flemma però tipica per il genere che non raggiunge mai la frenesia e la sguaiatezza dinamica del rock’n’roll.

Il testo di “Blind Love”

People, I was standing at my window
Tears running all down my cheeks
Yes, standing at my window
Tears running all down my cheeks
Well, I could see the woman I'm loving
Stopping everyone in the world she meets

Well, standing on the corner
Between 35th and Main
Well, standing on the corner, people
Between 35th and Main
Yeah, that's where a blind man's seen my woman
People, a dumb man called her name
He said, "Oh, I'm blind
You brought eyesight and made me see"
"Oh, I'm blind
You brought eyesight and made me see"
Yes, and the dumb man asked a question
"Woman, who may your good man be?"
Yes, I'm standing by trembling, people
People, my heart's laying in my hand
I'm standing by trembling, darling
With my heart's laying in my hand
Well, I could hear my baby say
"Lord, I ain't got no man"

B.B. King rimase sempre uno stretto musicista Blues, anche se alcuni pezzi risentono dell’avvento del rock’n’roll, ma lui stesso ammise che pur capendo l’innovazione e l’affermazione del rock, non riusciva a d immergersi in quella nuova dimensione, riusciva solo a suonare blues. Non un purista convinto, ma un purista per istinto. Carattere allegro e scherzoso, le sue smorfie dal vivo rimarranno una icona incancellabile; King ha sottolineato sempre le note con l’espressione corporea valorizzando l’anima di una musica che non può prescindere dal pathos. Long Live Blues.   Sky Robertace Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)