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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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514. “BAD MAGIC” - Motorhead (2015) di Sky RobertAce Latini UDR Music



“BAD MAGIC”  - Motorhead (2015) di Sky RobertAce Latini
UDR Music
Il miglior rock’n’roll estremo rimane quello dei Motorhead. Che la band abbia dato il via allo Speed Metal, precursore del Thrash, è al tempo stesso un riconoscimento e un elemento riduttivo. Invece la band di Lemmy richiama a sé molto di più; rappresenta l’intero spirito del rock verace, quello degli albori, dove anche il blues è presente; e innaffiato di psichedelica e di Hard Rock produce la massima energia. Lemmy, nato nel 1945, ha l’età di chi il rock lo ha visto sorgere. Così Lemmy ama Chuck Berry come i Beatles, e poi ama il punk, ed infatti dentro i Motorhead c’è anche la verve sociale e musicale del Punk alla Ramones. Questo disco ricorda tutto ciò, vivendo la più stretta osservanza della carriera della band, fedele a se stessa. Come gli Ac/Dc e gli Iron Maiden, i Motorhead sono sempre uguali nel tempo, riproponendo la loro formula, ma lo sono in modo molto più divertente di come riescono gli altri due gruppi. La voce di Kilmister, nonostante la raucedine strutturata, canta, ha sempre cantato e non growelizzato le proprie composizioni (e comunque usa tonalità e vocalizzazioni differenziate); e gli assoli di chitarra si accendono sempre con feeling tagliente, così come i riff addensano il sound; e il basso è rovente come al solito (sentire “Tell me who to Kill”). Nessun cedimento per un album che, fosse anche l’ultimo del gruppo dato lo stato di salute del leader, sarebbe uno splendido canto del cigno (paragone un po’ troppo delicato per il metallo espresso). Il livello del disco è davvero buono, non il migliore, ma uno dei migliori; e nessun cedimento tra un brano e l’altro, tra tutte si evidenzia sopra la media “SHOOT OUT OF ALL YOUR LIGHTS”, vera piccola perla scintillante dal ritmo forsennato e dalla linea vocale tirata con accelerazioni, e potenziata dal titolo corale e gridato. L’album scuote subito le orecchie con la tipicissima “Victory or Die”, inno che non esce dalle righe a cui ci hanno abituato i Motorhead, neanche un po’. E subito dopo la dura e veloce “THUNDER AND LIGHTNING” ci fa ricordare l’elemento per cui la band è famosa, usando lo stampo da cui sono usciti i brani più famosi e violenti della loro fabbrica. Vi sono molti input già sentiti, per esempio “Teach them how to Bleed” ricorda la frenesia di “Claw” del 1986. Ma alcune song, costruite con riff di stampo R’n’R, non fanno che accrescere la fama di irriducibili. La ballata “Till the End”, non sarà un pezzo tipico di Lemmy, ma la sua riuscita possiede un certo fascino. E proprio l’anima punk si sente nelle due schegge “ELECTRICITY” e EVIL EYES” (durano entrambe poco più di due minuti), che per questo appaiono tra le migliori del lotto. L’essenza motorhediana basta e avanza all’espressività del gruppo: non servono cambiamenti; infatti, anche se in “The Devil” suona Brian May dei Queen, tale ospite nulla aggiunge al suono tipico della band. La semplicità qui è sinonimo di forza e di immediatezza; colpisce in modo diretto e va subito al dunque senza perdersi in inutili velleità. E per dare forza a questo concetto ecco “When the Sky comes Looking for you” che riprende l’essenza del primo e del secondo album, con riff molto R’n’R e con una accezione meno metal, un lato che i Motorhead hanno conservato in sé da sempre. La conclusione è data da una cover: il famoso pezzo dei R.Stones “Symphaty for the Devil” che forse Lemmy ha amato parecchio, ma che come versione non dice molto rivelandosi quale unica cosa superflua dell’album. Se siamo alla fine della corsa, lo dirà solo il destino. Ma per ora siamo all’album numero 23 dal 1977, senza mai vendersi alle mode. Non per niente Lemmy è l’icona metal per eccellenza, superando persino superbi personaggi come Ozzy e Rob Halford (di poco però). Questo è un gruppo che non si è evoluto più di tanto (comunque non è stato neanche statico) ma la cui storia ha impresso, nel panorama metal, la sua profonda impronta. Non doveva evolversi, non ce n’era bisogno, perché la qualità è insita nella sua esistenza stessa. Lemmy is Rock and the Rock is Lemmy.
1.     Victory or Die
2.     Thunder and Lightning
3.     Fire Storm Hotel
4.     Shoot Out All of your Lights
5.     The Devil
6.     Electricity
7.     Evil Eyes
8.     Teach them how to Bleed
9.     Till the End
10.          Tell me Who to Kill
11.          Choking on your Screams
12.          When the Sky comes Looking for You
13.          Symphaty for the Devil (Rolling Stones cover)
Lemmy Kilmister – vocals/bass
Phil Campbell – guitars
Mikkey Dee – drums
SKY ROBERTACE LATINI     

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)