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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

LA FOTO DELLA SETTIMANA  a cura di NICOLA D'ALESSIO
LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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523. VIDEO MAKERS A SANT’ANNA – In piedi dove caddero le vittime dei nazisti di Sky RobertAce Latini


Il Giorno della Memoria fa venire in mente in automatico due facce: quella del soldato tedesco indurito sotto il casco dell’uniforme e quella dell’ebreo impaurito o privato di se stesso. Non è possibile escludere le due immagini per quanto possano rischiare di essere uno stereotipo. Ma certo raccolgono, comunque a ragione, un immaginario che è stato evento di terra e fango, una storia di fatti e avvenimenti, reali quanto un pugno in faccia o un coltello che gira nella ferita. Dietro al nazismo e all’olocausto c’è molto di più, ma le due immagini sono vere, e in ogni caso centrali.La violenza contro gli ebrei ha un significato concettualmente proprio, che non è associabile ad altri stragi e altre persecuzioni. Eppure la sofferenza inflitta ha sempre un denominatore comune che è la devalorizzazione della vita umana. Questo è il dolore empatico che io e i miei amici abbiamo sentito sulla montagna di Sant’Anna di Stazzema. La figura del tedesco in uniforme della seconda guerra mondiale, porta sempre con sé, culturalmente ormai, una vibrazione negativa, molto angosciante. E dalla storia italiana di quel periodo, che è iniziata con un nemico americano, la percezione comune ha ereditato un nemico germanico. Sono stati l’esercito teutonico e le SS ha torturare e deportare fisicamente gli italiani, la bomba USA è passata in secondo piano. Il soldato del nord-Europa ha usato mani e piedi contro i corpi, mentre l’aereo lontano passa come un ricordo sbiadito: a chi è nato dopo quel periodo quello che rimane è l’orrido del nazista. Ma in fondo hanno ragione, perché il culto nazista pare portare in sè un concetto maggiormente raccapricciante. Durante la nostra avventura abbiamo percepito la storia di chi lì è sopravvissuto o vi è morto; abbiamo visto i tedeschi raggruppare la gente, ucciderla, straziarla. Abbiamo visto il sangue, le fiamme, le case distrutte. E abbiamo visto i bambini cercare i loro amichetti. Abbiamo sentito il puzzo di bruciato; abbiamo sentito le urla, le richieste di pietà, gli spari. E’ stato per noi un immergersi nella sofferenza altrui, di una paura che diventava nostra. Ci ha aiutato, in questo, il luogo e soprattutto i racconti fatti sul posto. Non si vive spesso una esperienza così forte e importante. I tecnicismi e il lavoro fatto per girare il video non ci hanno distratto dal senso di ciò che stavamo vivendo. Tanto che in cima all’Ossario il singer ha sentito il bisogno di cantare con impeto tutta la song. Non è stato un giorno come un altro. Probabilmente la nostra piccola uscita a Sant’Anna non può legarsi al Giorno della Memoria ma a quella più in generale della guerra, ma sappiamo che nulla è a sé, e noi siamo tutti sommersi dalla forza degli avvenimenti. Il pensiero nazista che ha fatto proprio  razzismo e antisemitismo, amplificandolo in modo fintamente scientifico, non poteva però che portare alla guerra, quella guerra che ha causato sofferenza a tutti. La guerra non ha sfiorato “Sant’Anna Di Stazzema”, l’ha inondata! In realtà là non si è consumato un evento solo di guerra, ma un evento di malvagità.  I tedeschi non si sono limitati ad un “lavoro”, hanno invece infierito gratuitamente. Il compito era quello di eliminare tutti gli abitanti del paese, invece hanno perpetrato azioni che sono andate oltre, prima di uccidere. Ecco, vivere un giorno quel luogo, ci ha fatto entrare in una bolla temporale, ferma nel tempo, ma non come punto a sé stante, ma come punto di partenza per tutti gli uomini di buona volontà. Le parole ascoltate non sono state solo il ricordo di un male, ma anche una speranza; parole che hanno espresso l’idea di essere significativi per il futuro, di ricordare per una giustizia verso le vittime ma anche di ricordare perché non si ripeta quel male. Ma sant’Anna possiede altri pensieri, pensieri particolari per quei tedeschi che non hanno scelto di essere il male, che hanno sparato in aria invece che sui prigionieri, che hanno lasciato andare invece di terminare delle vite. Questi “strani” uomini forse sono pochi, ma comunque sempre esistenti tra gli anfratti dell’orrore. E in questa iconografia dolorosa una delle immagini simbolo è il girotondo dei bambini di Sant’Anna. E’ strano pensare che, in una epoca dove le macchine fotografiche non fossero comunissime, poco prima dell’eccidio si sia riusciti a fotografare per caso quel momento infantile gioioso, come se una mano superiore volesse lasciare un segno della vita di prima. E’ tanto strano quanto è strano questo nostro esistere sempre in bilico tra la vita e la morte. Strano per il semplice fatto che il corpo è sia resistente che debole…siamo forti finchè non diventiamo deboli, e viceversa, e non sappiamo mai dov’è il confine. La foto c’è, racconta di quale forza alberghi nello spirito umano: i bambini ridevano anche se i tempi erano duri, ma sapevano ancora giocare. E sono le foto uno degli elementi chiave del racconto di Sant’Anna. Foto che noi abbiamo osservato come hanno fatto per anni in tanti, cercando di indovinare il carattere di chi si era messo in posa nella sua vita piena. Io ringrazio chi gentilmente ci ha accolto quel giorno e ci ha descritto quelle ore. Io ringrazio però anche Giulio per aver scritto la canzone. Lo ringrazio poiché mi ha permesso di entrare in una storia importante, mi ha dato una scusa per tornare all’essenza del vivere. Mi ha permesso di esserci. L’idea di girare il video in quei luoghi è stata sua, con lo stesso pathos che lo ha portato a comporre su quel tema, afferrato con forza dal documentario di Minoli. Tra pochi giorni uscirà il video, e questa vicenda dura sarà nuovamente raccontata; almeno ci abbiamo provato come meglio potevamo nel nostro passaggio nel tempo. Il passato e il futuro non esistono più fisicamente, ma almeno il passato può esistere se si mantiene la memoria, e la memoria è nel presente, e così anche quella storia è nel presente. E’ una ripetizione che prosegue grazie agli uomini e alle donne di Stazzema; una ripetizione per gli uomini che non possono credere quanto l’uomo sia crudele. Ma nel cuore di ognuno che ascolta non si tratta di una ripetizione, è la vibrazione di un momento reale e unico. Chi uccide nega che la vita sia un valore; chi uccide nega che l’altro fuori di sè abbia un valore. Il valore però esiste se qualcuno ricorda quella vita, e quella vita, di nuovo resa degna dal ricordo, permane preziosa. Sky RobertAce Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)