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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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524. RIFLESSIONI SULLA DIFFUSIONE DEL PREGIUDIZIO ANTISEMITA SUL WEB


L'approssimarsi del Giorno della Memoria  - il 27 gennaio p.v. - può indurre alcune riflessioni sulla diffusione del pregiudizio antisemita sul Web, in particolare nei sui social network. Analogamente al passaggio del Web da 1.0 a 2.0 è stato definito antisemitismo 2.0 quello che si avvale di reti sociali come Twitter e Facebook. Le reti sociali creano una comunità virtuale che può avere una dimensione transnazionale; infinite sono non solo le potenzialità, ma anche i rischi, perché in questo ambito le informazioni circolano, si amplificano, e possono essere facilmente manipolate e falsificate. L'antisemitismo nei social network, oltre ad amplificare il pregiudizio, ha sottilmente determinato una banalizzazione dell’aggressione antiebraica. Prima della nascita di Internet, l’antisemitismo era un fenomeno circoscritto all’interno di una limitata cultura, se così può essere definita (si manifestava «[…] in forma residuale e ridotta con graffiti sui muri delle città o in certe pubblicazioni di nicchia»   - dal Documento conclusivo dell’indagine parlamentare conoscitiva sull’Antisemitismo,  2011). L’avversione per gli ebrei nelle in Internet è un fenomeno diffuso e si avvale anche della costituzione di gruppi ad hoc a cui si aderisce per emulazione, per solidarietà amicale, per superficiale suggestione. Con il Web, ma soprattutto attraverso i social network, l’incremento di iniziative antiebraiche, oltre a perseguire fini propagandistici, ha indotto la comunità virtuale a considerare erroneamente l’antisemitismo un punto di vista socialmente accettabile come tanti altri. L’ampiezza del fenomeno e la sua espansione hanno infatti banalizzato il pregiudizio razziale, che viene ora inconsapevolmente recepito dalla comunità online al pari di una qualsiasi ideologia politica o, peggio, al pari del tifo per un club sportivo. Le autorità, considerata la natura estesa dei social network, hanno difficoltà ad adottare nei loro confronti i provvedimenti di oscuramento, facilmente applicabili per i siti che hanno un'identità più definita. L’unico rimedio efficace è una fattiva collaborazione con i gestori delle reti sociali per fini preventivi e repressivi, attraverso il monitoraggio, la rimozione dei contenuti illeciti, l’acquisizione dei dati dei responsabili per avviare le procedure sanzionatorie. Tuttavia non sempre è facile ottenere la collaborazione dei gestori, che possono risiedere all’estero e sollevare eccezioni fondate sulla normativa del proprio Paese. Anche se segue la rimozione, la pubblicazione di messaggi che incitano all’odio razziale, pur temporanea, è di già per sé un danno. In proposito nel 2008, in coincidenza con il settantesimo anniversario della notte dei cristalli, sono apparsi su Facebook messaggi di contenuto razzista; anche se i messaggi sono stati prontamente rimossi dal gestore dalla rete sociale, il direttore delle relazioni internazionali del Centro Wiesenthal, Shimon Samuels ha evidenziato l’opportunità di evitare la pubblicazione di materiale di questo tipo, in quanto, anche se temporanea, costituisce già di per sé un danno. Di fronte alle informazioni fornite da un sito o da un blog la prima rilevante questione è quella dell’attendibilità. Per i mass media tradizionali questo problema si pone in maniera molto più ridotta, in quanto essi dispongono di una soggettività dai tratti definiti (ad esempio, è nota la proprietà dell’organo di informazione, e può quindi essere presumibile il suo orientamento politico e ideologico). L’informazione poi è in ogni tempo verificabile nei media tradizionali: nei giornali scripta manent, nelle trasmissioni radiotelevisive si conservano per un periodo di tempo le registrazioni. L’informazione sul Web è invece facilmente rimovibile o manipolabile. L’avvento di Internet induce inoltre a rivedere i meccanismi di formazione dell’opinione pubblica, che ha tratti costitutivi differenti nei diversi Paesi occidentali: dove la democrazia ha un carattere maggiormente diffuso e partecipativo, è sicuramente il risultato della somma dei punti di vista dei cittadini che comunicano le loro convinzioni (soprattutto attraverso i sondaggi oltre che con gli strumenti tipici delle relazioni umane). Al contrario, in alcuni Paesi europei la popolazione sembra subire passivamente l’influsso dei media e del potere politico; questo avviene negli Stati che sono definiti post-democrazie proprio per sottolineare che le prassi democratiche in queste realtà si vanno progressivamente svuotando della partecipazione attiva e dell’interesse dei cittadini. Ivi, terminate le elezioni politiche, epilogo di un sistema gestito da gruppi di potere e da professionisti esperti nelle tecniche persuasive, le attività di governo sono amministrate come un fatto privato dalle componenti al potere, che eventualmente interagiscono con lobby portatrici di interessi economici nell’assenza di un coinvolgimento generale. In tali situazioni si evidenzia un individualismo che impedisce l’emergere di una definita coscienza collettiva: la democrazia si avvia al tramonto e la società civile è sempre più lontana dalla società politica. L’opinione che ha come oggetto questioni di interesse generale è collocata dall’individuo nei recessi della coscienza; l’indifferenza rende i cittadini maggiormente permeabili agli influssi esterni e per questo l’opinione pubblica in questi Stati è più facilmente condizionabile dai media e dagli opinion-maker, anche di basso profilo culturale. Nelle democrazie partecipative, considerata la reattività del singolo individuo, le campagne per influire sulle convinzioni dei cittadini sono efficaci se sono particolarmente capillari. Al riguardo si va riducendo l’importanza dei mass media tradizionali, ovvero giornali e reti radiotelevisive, mentre sono in forte ascesa, come strumento di diffusione delle idee, web-site e social network: i presupposti del loro operare sono completamente diversi. Il linguaggio del Web è molto più sintetico e immediato rispetto a quello giornalistico e televisivo, e l’informazione viene spesso diffusa senza la necessità di particolari approfondimenti. Si avvale inoltre di opportunità multimediali, come ad esempio di video, di foto, o di collegamenti vari. Inoltre, l’informazione sulla stampa cartacea e su radio-tv ha mediaticamente una vita limitata strettamente al tempo della diffusione dei contenuti; ad esempio, il quotidiano ha una durata giornaliera, mentre un evento radiotelevisivo di norma viene visto solo durante la sua trasmissione; dopo, l’uno e l’altro sono archiviati dalla nostra memoria. Diversamente, tutto quello che è su Internet è nella costante  disponibilità dei destinatari, in quanto si presta ad accessi ripetuti e a letture successive; in concreto, ha maggiori occasioni di persuasione. I media tradizionali inoltre vivono in una sorta di conchiusa individualità, mentre la pagina web, come detto, può contenere  collegamenti con materiale multimediale,  altri siti e fonti di informazioni. Così, la pagina web può apparire come una realtà inserita in un contesto più ampio e coerente, e  questo aspetto influisce positivamente sulla sua affidabilità persuasiva. Con un click è possibile per il fruitore dell'informazione girare contenuti ad altrettanti fruitori: il contenuto della notizia  così, oltre ad avere un’ulteriore diffusione, sarà implicitamente certificato dalla credibilità di chi lo diffonde, che spesso è ignaro di questo valore aggiunto che apporta. Roberto Rapaccini (da R. Rapaccini, Il pregiudizio religioso sul Web, 2013)


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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)