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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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533. KEITH EMERSON – Il Prog-Rock e i tastieristi di Sky RobertAce Latini






Tre sono stati i grandi tastieristi del rock: Wakeman degli Yes; Lord dei Deep Purple ed Emerson degli ELP. Di loro in vita è rimasto solo Wakeman anche se meno attivo (è il figlio a suonare spesso con gli Yes). Lord ci ha lasciato a 71 anni nel 2012, e ora, alla stessa età, è morto, suicida, Keith Emerson. Discograficamente egli nasce nel 1968 con il gruppo dei Nice, ma è con la band successiva che sale di livello. I tre hanno rivoluzionato l’approccio alle tastiere, con grande personalità ed invadenza. Keith Emerson ha posto le sue capacità al servizio del Progressive Rock, come anche Rick Wakeman (Lord invece ha esplorato il lato Hard Rock).  Gli anni settanta sono stati per il Progressive, anni d’oro. Ma se nei Pink Floyd era la chitarra ad essere protagonista, in altre band era la tastiera a farsi colonna portante, così negli Yes, ma soprattutto negli Emerson, Lake and Palmer (gruppo fondato nel 1970), dove proprio Emerson prevaricava musicalmente gli altri due componenti della band. L’organo Hammond, dal suono caratteristico, è lo strumento amatissimo nel panorama prog, e non vi sono reticenze nell’usarlo, anzi, si sfrutterà al massimo del suo potenziale riuscendo a divenire di culto. Altra caratteristica tipica di quei periodi è la ricerca di portare i suoni della musica classica dentro risvolti rock spesso anche jazzati. A proposito di jazz, va ricordato che il bassista Lake (anche chitarrista e cantante), nella band, proveniva dai King Crimson di “In the court of Crimson King” del 1969, disco con molte sfaccettature appunto jazzistiche, anch’essa band di culto del Progressive Rock.  Ma il “progressivo” culturalmente, nella musica, è quasi sinonimo di “sperimentazione”. E i tre tastieristi hanno anche provato soluzioni non canoniche inventando stili e approcci. In particolare Keith ha cavalcato i sintetizzatori Moog dando loro più ampio respiro. Moog soffocati da un groviglio di cavi che facevano anche scena dal vivo. Le tastiere hanno fatto sì che si moltiplicassero i suoni a disposizione del musicista, grazie anche all’elettronica. Oggi anche dalle chitarre si elicitano sonorità particolari per via della moderna tecnologia, ma allora le massime spinte pionieristiche erano delle tastiere. Ai tempi parlare di Progressive senza di esse era quasi improponibile (parzialmente è vero anche oggi, sebbene il prog-metal a volte usi le tastiere in modo meno pieno). Lunghe epiche suite venivano bombardate di assoli ed effetti tastieristici ipertrofici e suggestivi, realizzando infiniti passaggi di raffinatezza mista a potenza. Un suono elegante e ricercato che venne messo in discussione dal punk e da certo metal che voleva tornare alla ribellione adolescenziale degli anni ’50. Per una certa corrente rock le tastiere appariranno come suono dei matusa, troppo matura, troppo addomesticata. Ma in realtà Wakeman, Lord ed Emerson, sono tutto meno che addomesticati. Le loro scorribande sonore sono state anche furibonde e irascibili, piene di foga giovanile. “Un mostro di bravura”, si dice, e infatti la tastiera del prog anni settanta è un mostro a tre teste, con tre super creature fantastiche, dove forse Emerson è da considerare il maggior perfezionista. Se proprio l’incapacità ad accettare il meno che perfetto sia stata la causa del suicidio non possiamo davvero dirlo. La depressione uccide l’energia, e le dita d’oro non possono diventare di creta se l’artista non lo vuole. Il mito è come una realtà onirica, non sei ciò che sei, ma sei ciò che sei stato. E ciò che è stato rimane nella storia, ma è storia, non presente. Emerson ha fatto la storia del rock, anzi è stato un tassello essenziale di quella storia. Oggi i vari gruppi rock progressivi mischiano insieme gli stili dei tre giganti tastieristi, e nessuno di loro riesce a uscire dalle loro ombre, spesso non si riconosce una forte personalità nei gruppi nuovi perché vi si percepisce l’ingombrante personalità dei tre maghi. Appunto, vanno usati termini iperbolici per loro: giganti; miti; maghi; geni. Possiamo non accettare che semplici uomini, con le loro difficoltà emotive e comportamentali come tutti, siano messi su piedistalli, al di sopra degli altri. Ma essi avevano un dono e sono riusciti a utilizzarlo; a sfruttarlo con la giusta creatività e registrando tantissimo; onorando quel loro talento. La vera musica classica oggi sono loro. SKY ROBERTACE LATINI






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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)