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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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538. “STAZZEMA – Victims of Horror”(2016) del Giulio Rossi Group (Italy-Terni) di Sky Roberto Latini

Il brano non è una novità, ma è stato già pubblicato nel 2013. Faceva parte di “The Second Act”, appunto il secondo album di Giulio. Qui però sono cambiati i musicisti, voce compresa. Giulio Rossi è chitarrista dei Synthesis, band storica italica dell’underground metal anni ’80. Nel 2009 il chitarrista decide di iniziare qualcosa da solista, esce allora “Victims of the Past”; qui lui si fa aiutare da diversi musicisti e cantanti. Ogni canzone vede l’apporto quindi di persone che non sono membri di una band stabile. Il secondo disco è pensato allo stesso modo. Ma dal 2014 egli si organizza diversamente e forma un gruppo che ai suoi occhi deve rimanere immodificabile. Con questa formazione a quattro escono il primo e il secondo singolo coi relativi video. Nel 2014 appunto la scanzonata (ma non troppo) “I’ll Come to see You Tonight” e nel 2015 “Dirty with my Blood”, dalla tematica pesante (la violenza sulle donne). Membri sono, oltre a Giulio, Samuele alla voce, Max al basso e Patrizio alla batteria. Ma per il terzo singolo si vuole un tastierista; ed ecco Gianluca, che diventa la quinta presenza nel nuovo video di quest’anno. Il brano: “STAZZEMA (VICTIMS OF HORROR)” https://www.youtube.com/watch?v=LPAKBxvwDSE  Si tratta di una ballad, ma in realtà possiede un tono forte che la rende più epica che dolce. Inizia con un arpeggio acustico a cui subentra immediatamente un tappeto chitarristico elettrico, e quando ritorna l’arpeggio s’infila il cantato dalla bassa tonalità. La voce inizialmente non fa presagire la tensione acuta, che arriva poi con un cambiamento in cui l’ugola, leggermente roca, diventa forte e passionale sul tappeto di chitarra accennato inizialmente. Di nuovo strofa-ritornello, strofa sempre appoggiata all’acusticità della sei corde, il ritornello invece quasi urlato sopra l’elettricità della stessa, e infine ecco Stazzema nominata due volte in due tonalità diverse, la seconda volta quasi disperatamente; non è un ritornello ma introduzione all’assolo di stile classicheggiante dal piglio drammatico, preceduto da un rifframa corposo ma non violento. Torna il cantato e quando viene rinominata Stazzema, c’è una certa tristezza per un feeling più enfatico rispetto alla prima volta. Il finale è un prolungato tappeto tastieristico galleggiante sul vuoto creato dalla cessazione degli altri strumenti, quale epilogo drammatico di una tragedia che il testo racconta; e il nome Stazzema riecheggia per l’ultima volta in un senso di afflizione e pietà, giungendo dopo un “aah” che è come un lamento. Si sente la pienezza totalizzante dell’interpretazione canora del singer che non si risparmia, cantando per la maggior parte con toni molto alti, in questo aumentando molto il tasso emozionale del pezzo. Le tastiere non sono strumento principale, ma compattano la linea melodica; la chitarra immette pochi inserti, ma dona comunque una certa variabilità di arrangiamento.
Il video (Regia di Massimiliano Proietti)
Girato a novembre proprio sui luoghi dell’eccidio nazifascista, è stato montato con il materiale originale che consta di parti estratte dalla lunga chiacchierata con Enio Mancini, uno dei superstiti, e di parti riguardanti la scena della band, che sul posto suonava in playback. Il video contiene una introduzione quindi di Enio che situaziona i drammatici eventi, e poi la song vera e propria. Ma all’interno del video sono inserite anche immagini di repertorio, comprese quelle di una fucilazione e di cadaveri, poste entrambe al termine quando inizia il finale soffice. Attenzione: non sono state usate riprese mobili di repertorio riguardanti direttamente Stazzema, perché non ne esistono. E’ stata fatta codesta scelta in quanto esse sono servite a contestualizzare il tema raccontato, dando l’idea dell’atmosfera opprimente bellica in cui i civili si trovavano in generale in quel periodo. Il gruppo è ripreso in due punti: uno è quello davanti alla chiesetta, luogo principale del massacro e l’altro è presso l’ossario dove stanno appunto i resti delle vittime. E’ stata una esperienza umana oltre che artistica.Il genere suonato dal Giulio Rossi Group è un Hard & Heavy a metà strada fra gli anni ’70 e ’80, con un pizzico di Power-Metal. Ma in realtà gli ultimi due singoli dimostrano una grande versatilità e una maggiore modernità. Le tematiche della sua produzione non sono tutte seriose, ma certo il tema della morte è ultimamente piuttosto presente. I tre video infatti ne parlano da angolazioni diverse. “Stazzema-Victims of Horror” più che la narrazione di una storia è una descrizione di un sentimento, una empatia provata per quei morti che un documentario sull’evento suscitò nel chitarrista Giulio, il quale se ne sentì subito ispirato per buttare giù le note, emerse, riferisce, spontaneamente. Questa seconda versione, secondo me, migliora il senso emozionale che si tentava di comunicare quando fu pensata.
Sky RobertAce Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)