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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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557. I PIOMBI DI GIORGIO RAPACCINI di Stefano Moroni


Una tranquilla domenica mattina alla Galleria Forzani, “the day after”, lontani dall’affollamento dell’inaugurazione del pomeriggio precedente. La possibilità di guardarsi l’esposizione con calma, di scambiare impressioni tra noi e con l’Autore. Osservare una ad una le realizzazioni in piombo che si ha avuto il privilegio di “aver visto nascere” (anche se non proprio “una ad una”) nei mesi precedenti. Guardarsele da ogni angolazione e prospettiva, per rendersi conto che non era la stessa cosa vederle una per una e mano a mano. Ora sono tutte insieme, in un loro ordine particolare, studiato e che fa “opera d’arte” proprio per il fatto di essere insieme, in contrapposizione o in associazione, l’una con l’altra. Immagini solide, realizzate in piombo perché il piombo è un materiale che si lascia modellare, trattare, deformare, obbediente all’idea – progetto di chi lo manipola. Ed è qui che scatta il quesito contraddittorio, la problematica tipicamente legata all’arte moderna “Cosa rappresenta?”, “Cosa vuol dire?”. Tra chi ha visto queste realizzazioni, ho sentito formulare le ipotesi più diverse. “A me sembrano pergamene che si srotolano”, ed ancora “canne d’organo”, “strumenti musicali a fiato”, “drappi di seta e veli di toulle”, “alberi, pioppi, cipressi”, “residui di vecchie costruzioni”, distrutte e dissotterrate dal loro oblio. La realtà è che, di fronte ad un’opera dell’arte classica è meno frequente che la prima domanda che ci si ponga sia cosa essa rappresenti. Di fronte a un quadro di Caravaggio ci colpiscono altri elementi: l’uso della luce, l’espressione dei volti, l’organizzazione spaziale con i suoi pieni e i suoi vuoti. In sostanza ci si pone più il problema se l’opera sia bella o no, se ci colpisca, se ci susciti dei sentimenti, un trasporto emotivo. Se si modifica così il nostro punto di vista, la nostra indagine, il nostro tentativo di capire, diviene più pregnante il riferimento ai pianeti, al metallo e al colore che li caratterizza. E così il piombo ci trasporta a Saturno e al colore blu. Allora ha senso il riferimento a Steiner, all’antico Saturno che ha preceduto la Terra attuale, all’Uomo di Saturno, precursore dell’Uomo moderno, artisticamente costruito come lo conosciamo. E la fantasia può sbrigliarsi, abbandonarsi al ricordo di miti, leggende. Il ferro che giunge dallo spazio in forma di meteoriti PIOMBATI sul nostro Pianeta, che si sprofondano nelle sue viscere, dove restano celate e protette, fino ad essere rinvenute ed usate per la creazione di oggetti significativi.Le parole di Merlino: “Guardate, la spada del potere, Excalibur, forgiata quando il mondo era giovane, e ccelli e bestie e fiori erano tutt'uno con l'uomo e la morte non era che un sogno…”. E le creazioni, le manipolazioni del piombo  possiamo vederle con occhi diversi, cambiarne il punto di vista, penetrarle nei dettagli, osservarne le ombre che vanno ad appoggiarsi sul tessuto dello sfondo, talora fino a scivolare delicatamente sulla parete. Le tonalità del piombo che sembrano trasfigurarsi nel colore del bronzo o della pirite (“l’oro degli stolti”), i suoi lampi di luce inattesi. E gli stessi sfondi che, dall’azzurro costante (il colore blu di Saturno), paiono lasciarsi orientare verso tonalità diverse… Poi si prende congedo e si esce nella luce insolita di questo autunno incipiente, nei colori strani del cielo, nei lampi di luce che si alternano al ricordo (plumbeo anche quello) del temporale notturno. STEFANO MORONI

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)