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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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566. Cultura Metal - 1: EDUCAZIONE ALL’ASCOLTO di Sky RobertAce Latini







Parlare di Metal come di “rumore” è la cosa più luogo comune che si possa sentire da chi non è avvezzo ad essa. Una cosa è sicura: il Metallo è la musica più estrema dell’arte sonora. Al di là dell’essere tacciata di satanismo o di violenza, la prima vera estremizzazione riguarda il suono. Come in tutte le arti, per apprezzare il Metal, c’è bisogno di un processo formativo, in questo caso della cosiddetta “educazione all’ascolto”. Educazione all’ascolto che tocca anche altri generi musicali come la Musica Classica o il Jazz, non sempre facilmente fruibili, ma che nel Metal è ancor più necessaria data la durezza della sua essenza. Ogni tipo di musica nasce anche da un ambiente culturale e al tempo stesso, in un circolo d’influenze, la musica si mette a modificare a sua volta tale ambiente. Le interviste spesso rendono chiari i meccanismi di pensiero dei musicisti, che sono anche l’espressione del fruitore-fan o appassionato, in una estensione di vasi comunicanti difficilmente separabili. In effetti il musicista prima è stato un cultore appassionato dell’arte che poi esprime mettendo mano agli strumenti (e magari fa crescere). FENRIZ, batterista dei DARKTHRONE norvegesi dice: “Ciò che sto scrivendo  ora è la musica che sta alla base delle nostre origini, le nostre radici”. Le radici non sono altro che le scoperte fatte da ragazzini, quelle che hanno portato a rimanere affascinati da ascolti che rimangono per sempre e in modo nostalgico nelle menti e nel cuore di chi cresce, e ciò si porta con sé nel tempo anche come musicisti. MONTE PITTMAN, chitarrista americano di Madonna e Melanie C, è in realtà un metallaro e si esprime anche da solista: “Mi piace po’ di tutto, ma sono cresciuto col Metal, era sempre la musica più interessante ed eccitante per me, oltre che la più divertente da suonare. Sono stato coinvolto nella musica da piccolissimo, attorno ai tre anni, ascoltando i dischi dei Kiss di mia sorella; più tardi  mio cugino mi ha introdotto ai Metallica”. MIKE MUIR, cantante degli statunitensi SUICIDAL TENDENCIES: “Quando avevo 11 anni, mio fratello più grande, per il compleanno, mi regalò il mio primo disco che erano i Led Zeppelin. Da lì mi sono appassionato alla musica dura e ho sempre amato i Black Sabbath e Ozzy in particolare”. I punti di riferimento nella musica possono aumentare, conoscendo anche dopo l’età adolescenziale strumentisti che riescono a influenzare il musicista già in carriera, ma gli input iniziali rimarranno sempre i più importanti, almeno dal punto di vista simbolico; MR. Lordi (finlandese) afferma: “Sono da sempre un fan di KING DIAMOND (cantante dei M. Fate), per anni una vera e propria ossessione della mia esistenza. Moltissimo di quello che ho amato di più in musica viene dai MERCYFUL FATE e dai suoi album solisti”. L’imprinting adolescenziale è potente, e sappiamo che non comprende solo i contatti artistici, ma ogni tipo di campo esperienziale che diventa bagaglio psicologico ed espressivo. Più è ampia l’esperienza dell’individuo più si amplia la caratteristica espressiva e relazionale della persona. Anche in campo musicale-artistico vale la stessa legge; racconta NIILO SEVANEN dei finlandesi INSOMNIUM: “Una caratteristica che differenzia le band finlandesi è l’amore per la vecchia tradizione dell’Hard Rock, che invece manca alla maggior parte degli artisti della nostra generazione provenienti da altre parti del mondo”. Con questa frase Sevanen vuol dire che i finlandesi sanno inserire molte influenze nella propria musica perché hanno vasta conoscenza musicale, non relegata a pochi generi. Le influenze sul musicista possono essere più o meno conscie, lo sono però sempre parzialmente e non è detto che ciò che si sta componendo rispecchi l’idea del musicista in quel momento, lo ammettono a volte essi stessi dopo aver lasciato depositare il lavoro e averlo riascoltato a mente fredda. Sempre FENRIZ: “A metà dello scorso anno decisi d’iniziare la composizione, e lo feci con quattro dischi in mente (tra cui uno dei Candlemass). Dopo che tutti i brani vennero incisi li riascoltai e  mi accorsi che non c’era nulla che mi ricordasse i CANDLEMASS, al contrario scoprii d’aver infilato alcuni riff di altra gente come IRON MAIDEN e primi EXODUS”. Chi comunque tenta la via della sperimentazione cerca spesso di intessere un processo consapevole e fa una analisi delle sue conoscenze o per mescolarle o per allontanarvisi. STEVE VON TILL degli americani NEUROSIS: “Abbiamo sempre cercato di creare un nostro stile. Da ragazzi ascoltavamo molto Hardcore e Metal Classico, più i PINK FLOYD, e abbiamo semplicemente cercato di creare una commistione originale di ciò che ci piaceva”. Nel tempo le persone possono ampliare le proprie visioni, e amare anche situazioni mai sperimentate prima, quindi si può avere un ampliamento dei gusti artistici e musicali; l’americano MYLES KENNEDY (degli ALTER BRIDGE) dice: “Io ascolto ancora oggi i JUDAS PRIEST, gli IRON MAIDEN, i primi METALLICA , ma sono contento di vedere nuove band che stanno portando il Metal a fare un passo ulteriore, contaminandolo con vibrazioni differenti. Io sono un grande appassionato di Jazz e Black Music”. Lo stesso vale per lo svedese MIKAEL  AKERFELDT degli OPETH: “Negli ultimi tempi ho cercato di ampliare un po’ i miei gusti. Ho iniziato ad ascoltare il Jazz e ho comprato un sacco di dischi di JOHN COLTRANE. Non avrei mai pensato che potesse piacermi tanto, perché a me piace il cosiddetto “Dinner Jazz”, quello più morbido, sornione, rilassante”. Alla fine però il primo amore non si scorda mai, esso permane dentro di sé con la forza più istintiva possibile; ancora AKERFELDT aggiunge. “A parte COLTRANE, ho comprato lo stesso tipo di dischi di sempre. Prog, Rock Sinfonico, cantautori Folk, Heavy metal, Hard rock”. In qualche modo si può affermare che non ci sono regole. In realtà ci sono, il Metal deve rimanere, in un certo senso, “forte”, e usare in maniera soverchiante la distorsione chitarristica, ma non si tratta di regole totalizzanti. Il mondo della musica è un continuo fermento di ibridazioni. Se da un lato esistono fan e musicisti molto integralisti che aborrono le fusioni di genere, rimanendo molto coerenti con se se stessi, sia come fruitori di generi specifici, sia come compositori, altri variano in maniera direttamente proporzionale alla propria attitudine. Dai due lati della barricata si esprimono culturalmente i due atteggiamenti, ad intensità variabile. Ma il pubblico metal è più aperto che in passato e le sperimentazioni vengono seguite come viene seguita la tenace fedeltà, entrambe con un mercato densamente popolato. I metallari sembrano educati a ricevere ed elaborare il nuovo. Se nasce dai musicisti una diversità di stile, essa trova spazio in una fetta di ascoltatori; magari la novità rimane una nicchia, ma sopravvive. L’intransigenza è parziale, ciò rende il mercato metallico piuttosto fluido, e ricco di sfaccettature che produce generi Metal differenti. E rende anche il metallaro uno dei maggiori acquirenti di cd, nonostante la crisi, in un circuito musicale che gli è proprio, e che sopravvive senza pubblicità. Il metallaro appare generalmente educato all’ascolto; infatti per riuscire a gustare l’ “estremo”, che solitamente per gli altri tipi di fruitore è repulsivo, bisogna che si sia abituati a tal linguaggio, per forza va strutturato un processo d’apprendimento. Capirla però non vuol dire poi amarla. La differenza con la musica leggera è che quest’ultima è bagaglio culturale di tutti nella nostra società moderna e non necessita di educazione, è un linguaggio immediatamente accessibile. Anche in questo caso, non significa che piaccia a ogni individuo. Sky RobertAce Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)