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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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570. AMORE DOPO AMORE di DEREK WALCOTT, di Chiara Passarella

Amore dopo amore

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via allo specchio la tua immagine.
Siediti. E' festa: la tua vita è in tavola
                                                          da Mappa del Nuovo Mondo

Derek Walcott è un poeta e scrittore santaluciano, insignito nel 1992 del premio Nobel per la letteratura, noto principalmente per le sue opere poetiche e teatrali in lingua inglese. Una vocazione, quella per la poesia, che in Walcott arriva già in tenera età, anche grazie alla madre insegnante, e si sviluppa in un contesto geo-politico particolare; il poeta nasce nel 1930 a Castries, capitale di Saint Lucia, nelle Antille Minori, una piccola isola vulcanica, ex-colonia britannica, dove si mescolano culture e lingue differenti. “Noi poeti iniziamo nella giovinezza con la gioia, e finiamo la nostra attività nella tristezza e nella pazzia”. Walcott per spiegare la sua poetica cita William Blake, l’artista inglese che nelle sue poesie esaltava l’emozione della “gioia dei bambini”, lo stato d’innocenza in cui tutto è più
chiaro, vicino al divino. “I poeti cercano nelle loro poesie di arrivare all’Innocenza Essenziale, una felicità non personale e non legata alla vita terrena. Ogni bambino è un poeta, ma molti di loro crescendo perdono la propria innocenza a causa di cattivi insegnanti”.  In “Amore dopo amore”, il poeta parla della solitudine dell’uomo che, alla ricerca di sperimentazioni e novità, si distacca da tutto ciò che riguarda la propria persona. Walcott auspica che la coscienza di ognuno arrivi a comprendere la necessità di una nuova fase, quella in cui si recupera se stessi. “Tempo verrà in cui, con esultanza, saluterai te stesso arrivato alla tua porta, nel tuo proprio specchio, e ognun sorriderà al benvenuto dell’altro e dirà: Siedi qui. Mangia […] Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola”.


"Dopo violenta pioggia le grondaie sgranano
il loro rosario
quegli alberi esalano il tuo dubbio come ceri
ammantati,
goccia su goccia, come il pallottoliere
di un bambino
grani di sudore freddo sfilano da cavi
ad alta tensione (...)"
Gli eventi naturali ritornano spesso all’interno delle poesie di Walcott. “I primi poeti lodavano la potenza degli eventi naturali. Attraverso la poesia gli artisti vogliono riprodurre la loro forza”. Eventi naturali come gli uragani, definiti dallo stesso autore devastanti, emanazione della potenza di Dio in Terra, ai quali Walcott ha dedicato una poesia, intitolata appunto Hurucane. Dai versi emerge come essi siano in grado sia di distruggere, sia di ritracciare e conservare quel passato così importante, rappresentato dalla lingua, che può tramandare la memoria di una civiltà intera. “La morte non ha dominio sulle nostre vite, non ha potere sulla memoria di chi muore, che sopravvive grazie al ricordo degli altri”. Uragano definito nei versi della poesia “flagello, ammonitore, antenato, e, quando il giorno entra in scena, pallido come un agente di assicurazioni”. Una poesia, quella di Walcott, detta “meticcia” perché l’appartenenza a un luogo preciso non le ha precluso la vastità del mondo e l’incombere del Progresso. Il progresso è lo sporco scherzo della storia”, scrive il poeta, ma rispondendo a una domanda di Davide Rondoni, aggiunge: “Il progresso non è una minaccia per la poesia. Anzi, la rende più intensa. La poesia non è influenzata dalla macchina”. E continua: “L’artista dell’età della pietra è come quello di oggi: entrambi affrontano il problema della rappresentazione. L’arte non è misurabile con il tempo, non ha una cronologia. L’unico tempo dell’arte è il presente, non il passato”. Ma dare una definizione ridurrebbe la grandezza dell’opera di Walcott: “A lui non si adatta nessuno degli «ismi» disponibili (…). Non appartiene a nessuna scuola”, scriveva Josif Brodskij nel 1983. La poesia di Walcott con “il linguaggio elementare del vento” riesce a essere pura, innocente, “immune dalla disperazione”. L’essere poeta, per  Walcott,  sta nella conservazione e salvaguardia dell’innocenza, quell’ Innocence che William Blake contrapponeva all’Experience. E nella ricerca della joy, che non ha nulla a che vedere con l’happiness o con il laughter: è uno “stato” o un “luogo” che non dipende da fattori esterni, che non necessita di nessuno, che non riguarda la felicità personale. Quel “paese” che a noi ricorda la ricerca di Giuseppe Ungaretti e che San Francesco d’Assisi definiva “perfetta letizia” Walcott ci dice anche che oggi le nuove generazioni leggono pochi libri, ma leggono molto su internet e scrivono tanto, basti pensare a quanti sms vengono inviati al giorno e a quanti testi vengono postati sui social network. La nostra è un’epoca della parola, ma povera. Nonostante oggi si legga poco, la lingua non muore, ma continua a crescere e ad evolversi anche grazie alla poesia”.  Ed infine:

Il negro rosso che ama il mare

Io sono solamente un negro rosso che ama il mare,
ho avuto una buona istruzione coloniale,
ho in me dell’olandese, del negro e dell’inglese,
sono nessuno, o sono una nazione.
I’m just a red nigger who love the sea,
I had a sound colonial education,
I have Dutch, nigger, and English in me,
and either I’m nobody, or I’m a nation



CHIARA PASSARELLA

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)