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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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578. “PRAYER OF THE MOTHER” di Yael Deckelbaum - Sky Robertace Latini

La società in qualche modo emana degli anticorpi quando le cose prendono pieghe che distruggono, invece di costruire. A volte queste risposte non sono sufficienti, come “un uomo che grida nel deserto”, ma non sappiamo mai cosa funzionerà o no. Perciò le persone di buona volontà ci provano. Nei tempi odierni i media vivono soprattutto on-line, e ancora di più le cose passano nei Social. Molti di noi hanno saputo di questa iniziativa e ascoltato questa canzone, direttamente dalla rete; l’iniziativa stessa pare sia nata e sia stata voluta all’interno della rete. Una cantante israeliana, tal Yael Deckelbaum, ha scritto “La Preghiera delle Madri” in collaborazione con altre artiste israeliane e palestinesi, ebree, musulmane e cristiane. L’associazione “Women Wage Peace”, nata nel 2014, il 4 Ottobre 2016 ha organizzato la marcia delle donne, su un percorso di 200 km. Dal nord di Israele, fino a Gerusalemme, che è durata due settimane. Motivo del cammino è la pace nella regione; ad essa ha partecipato anche un premio Nobel della Pace, la donna liberiana Leyma Gbowee. Questa song è stata la colonna sonora dell’evento. Il brano (durata 5.16). A mo’ di una canzone western, una chitarra acustica e un fischio iniziano una linea melodica che poi sarà ripetuta dal cantato. Immediatamente dopo inizia la voce limpida dell’israeliana Deckelbaum; terminata la sua strofa, viene seguita da una seconda voce femminile che ripete la  


strofa. La terza cantante cambia, e sale di tono in una strofa differente, aprendosi in maniera ariosa e più dolce; poi arriva il mormorio corale con la melodia centrale precedente. A questo punto la stessa melodia riprende con la quarta interprete, stavolta in coppia con la terza voce arricchendo l’insieme sonoro. Qui giunge un ponte in cui la quarta singer si trova a duettare con Deckelbaum nel passaggio vocale più bello del pezzo, alzando la tonalità in una elegante enfaticità emozionale. Poi arriva un parlato di altra donna; si tratta dei ringraziamenti e dell’incoraggiamento che Gbowee offre per la pace, il cui succo è questo: “La Pace è possibile quando le donne di fede e di onestà, si alzano per il futuro dei loro bambini”. Sotto le sue parole la musica propone il corposo mormorio iniziale. Il finale è un coro che comprende tutte le partecipanti, aggiungendo controcanti: è un procedere di una certa maestosità, con la stessa melodia che circolarmente si ripropone fino alla fine della traccia, cioè per un minuto e 49 secondi. Quando il cantato rallenta, si conclude il brano. La ritmica, prima tenuta dalla chitarra, alla seconda strofa viene tenuta da un tamburello, e alla terza strofa entra la batteria molto in sordina, ma poi la sezione ritmica del drumming diviene molto importante in quanto dona un che di marziale alla song. Lea melodia delle strofe di base, che sono poi anche quelle corali, non è così tanto originale, molto meglio le altre strofe, quelle che variano sul tema; ma l’insieme è comunque bello ed emotivamente intenso. La coralità è comunque efficace per dare l’idea della marcia unita, in cui tutti insieme sono stretti nella luce della speranza; canzone quindi azzeccata per l’obbiettivo per il quale è nata. Il Video: Si vedono donne vestite di bianco salire un monte e poi sedersi in circolo. Yael è l’unica che suona uno strumento (la chitarra). Sono state montate le immagini della marcia con donne di tutte le età, comprese anziane e bambine. Gbowee appare in primo piano, nel suo discorso. Una manifestazione di questo tipo è in qualche modo forte in quanto in un paese mediorientale la figura della donna possiede una collocazione non facile. Che le donne abbiano una forza mediatica consistente dipende proprio dal fatto che vengono considerate una categoria debole. Ciò che fa una donna in pubblico può avere importanti ricadute, e perciò si può credere che da loro possa passare il vento della libertà e dell’emancipazione, non solo delle donne, ma di tutti gli esseri umani, da riscattare alle brutture della vita. Può ipotizzarsi fondato il concetto che la condizione delle donne sia il metro con cui misurare l’etica, lo stato sociale e lo sviluppo di una singola nazione. Se la dignità della donna viene rispettata, allora, quasi sicuramente si troverà che anche le altre fasce deboli vivono in una migliore condizione di umanità. Deckelbaum è nata a Gerusalemme, da madre Israeliana e da padre canadese, nel 1979. Figlia d’arte, in quanto il padre suonava banjo e chitarra in una band folk chiamata “The Jerusalem Taverners”, ha avuto varie esperienze musicali, esordendo come solista nel 2000 con un singolo. Fino ad oggi ha prodotto tre album, dal 2010, l’ultimo dei quali, “Enosh”, nel 2015, esprimendo una musica cantautorale introspettiva e soffice, di una certa raffinatezza. SKY ROBERTACE LATINI




1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissima toccante emozionante..!!!!

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)