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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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595. I SOGNI, FONTE D'ISPIRAZIONE da un'Americana a Venezia




Si dice che passiamo un terzo della vita dormendo.  Di quel terzo, la persona media passa non meno di quattro anni a sognare durante le fasi REM.  Anche gli animali fanno sogni, come ogni padrone di un cane o di un gatto sa, avendoli visti cacciare e correre ad occhi chiusi.  I sogni sono tempo perso?  Direi di no.  Da anni registro i particolari dei miei sogni.  Non voglio dimenticare l'ordine e il contenuto di forti immagini e sensazioni, di messaggi e indicazioni che arrivano dall'etere al cervello.  Per me, le storie oniriche non sono meno interessanti della fiction.  Anzi, lo sono di più, perchè rappresentano esperienze, momenti che provocano vere reazioni emotive e fisiche.  Quanti sogni ti hanno lasciato anche un ricordo?  Tanti, ne sono certa.  I sogni sono viaggi interiori che riusciamo a fare nell'arco di minuti, anche in pochi secondi.  Molti pittori, scrittori e registi hanno creato opere basate sui sogni.  Altri hanno prodotto opere che provano a catturare la loro qualità surreale.  Spesso ci riescono.  Penso subito alle bizzarrie stupende di Salvador Dalì, alle "visioni" di William Blake, al proprio "lavoro notturno" interpretato da Federico Fellini.  Per scrivere qualche saggio sulle ansie della borghesia, Sigmund Freud, psicoterapeuta innamorato dei sogni, nonchè collezionista d'arte, impiegò nei suoi studi i disegni di Simbolisti, osservando i loro sogni, incubi e paure.  (Freud aveva già analizzato le opere di Da Vinci!)  Il pittore belga Fernand Khnopff (1856-1921), descritto dai critici come simbolista perfetto, era particolarmente attirato dal sonno, dai sogni e dagli stati somnambuli, come lo erano molti suoi colleghi.  I Surrealisti come Dalì si sono immersi nel linguaggio del sogno, prendendo lezioni da Freud che descriveva due tipi di contenuto: manifesto, ovvero le immagini ovvie del sogno e nascosto, cioè il loro significato latente.  Il contenuto latente richiede non solo analisi ma anche tempo per venire a galla nella coscienza.  Forse per questo motivo molte persone tengono carta e penna sul comodino, per poter analizzare i propri sogni.  Conoscete quel robot micidiale conosciuto come "Terminator", interpretato da Arnold Schwarzenegger?  Sotto l'involucro umano il robot era soltanto una macchina creata per uccidere.  Il mostro nacque da un brutto sogno fatto dal regista James Cameron mentre giaceva febbricitante in un albergo a Roma nel 1981.  Terminator era il lato manifesto del sogno, ma nel profondo, rappresentava l'esperienza del regista, la malattia sofferta in solitudine aggravata da un fiasco lavorativo in atto.  Purtroppo, il giovane regista non ha potuto approfittare dell'incubo.  Cameron è stato costretto a vendere i diritti all'idea per un solo dollaro!  Di bell'ispirazione, invece, ci sono i sogni di Vincent Van Gogh che disse una volta, "Sogno il mio quadro, e poi dipingo il mio sogno."  Il famoso cielo di Notte stellata fu concepito in questo modo, si crede.  Ma anche se tutti i quadri di Van Gogh fossero il risultato di sogni ad occhi aperti, forse è sempre corretto dire che provenivano comunque dal mondo del sogno.  Uno storico e critico dell'800, Hippolyte Taine, dice nel suo De l'intelligence (1870), "La nostra percezione è un sogno interno che si fonda in armonia con le cose esterne; e invece di dire che l'allucinazione è una falsa percezione esterna, è necessario dire che la percezione esterna è un'allucinazione vera."  Per Taine, allora, la realtà quotidiana e la vita onirica si uniscono.  Forse tutta l'arte del mondo non è che il prodotto della nostra collettiva "allucinazione vera".  Può darsi che la vita si rivelerà essere stato un lungo sogno da cui ci sveglieremo alla morte.  Penso ad un dramma di Pedro Calderòn de la Barca, dal titolo chiaro La vita è sogno (1635).  Oppure come fu espresso il dubbio da William Shakespeare nella voce di Amleto nel 1603, "Morire, dormire.  Dormire, forse sognare.  Sì, qui è l'ostacolo, perchè in quel sonno di morte quali sogni possano venire dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale deve farci riflettere."  Forse è per la paura di sognare all'infinito, finendo a dover fare i conti con i nostri incubi, che l'uomo ha sempre cercato un significato nella vita onirica, portando il valore del sogno ai mondi della religione, dell'arte e delle scienze.  Comunque, l'uomo riesce a convertire il caos notturno in simboli, non solo per giocare meglio alla lotteria, ma anche per elaborare un linguaggio universale che aiuti a far senso del mistero dell'esistere.  Perchè da quella parte, cioè, dalla vita del sogno, dove le regole della fisica possano essere ignorate, dove nessuno ci giudichi a parte noi stessi, dove possiamo frequentare persone e paesaggi mai visti, torniamo quasi miracolosamente in noi stessi al risveglio, fino all'ultimo respiro, seguiti dall'ombra dell'immaginazione liberata. UN'AMERICANA A VENEZIA

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)