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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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609. DAMIEN HIRST A VENEZIA ANCORA da un'Americana a Venezia



Quando la teca da cui una mucca sezionata ha cominciato a perdere formaldeide al Biennale Arte di Venezia negli Anni '90, pensavo che era stato il destino a sottolineare la futilità dell'opera.  Pensavo anche che per fortuna l'uomo dietro quella mucca tagliata a metà, un certo membro dei Young British Artists, Damien Hirst, aveva scelto di fare l'artistia invece del serial killer.  Qualcuno ha stimato che per realizzare le sue opere, Hirst ha già ucciso piu' di 900.000 individui del regno animale, mosche e farfalle incluse.  Oggi Hirst, una volta ragazzo povero, viene visto come uno degli artisti viventi più ricchi, se non il più ricco in assoluto.  Stavolta, con la sua mostra epica intitolata "Treasures from the Wreck of the Unbelievable" (Tesori dal naufragio dell'incredibile), allestita in ben due luoghi diversi a Venezia fino a dicembre (Palazzo Grassi e Punta della Dogana), l'artista così notoriamente ossessionato dalla morte, e forse anche dai soldi, ci fa vedere un museo pieno di icone e oggetti da collezionista portati in superficie dal fondo dell'Oceano Indiano.  Stavolta non si vedranno animali dall'aria patetica e torturata, solo tante affascinanti statue di esseri mitici nonché immagini di belle donne e vari simboli di culto e di mitologia, senza dimenticarsi di Topolino, Pippo, robot super eroe e monili vari.  E' importante sapere che niente in questo fittizio "museo" è stato sotto l'acqua per duemila anni, eppure l'illusione di ciò viene creata con due filmati che i visitatori possono guardare prima di ispezionare i reperti.  Non dubito che i più giovani visitatori sono tratti in inganno, dal momento che molti di questi oggetti sono coperti da "pesanti incrostazioni di corallo e altre concrezioni marine", tutte fatte a mano.  L'esecuzione delle opere è impeccabile.  Senza dubbio Disney e tutti gli altri grossi studio del mondo sognano di avere a loro disposizione gli stessi artigiani pagati da Hirst per creare la mostra durante gli ultimi dieci anni.  Queste opere sono gioielli, talvolta in se stesse assurde, ma parlando della maggior parte della "collezione", molto eleganti.  Tutta la mostra allestita a Palazzo Grassi è stata, per questa visitatrice almeno, una festa non-stop di eye candy, cioè, di "dolci per gli occhi".  (Bastava non pensare ai poveri minatori di metalli preziosi e gemme usati per realizzare questo progetto e delle decine di milioni di dollari investiti per creare tanta illusione e le voci che dicono Hirst aveva rubato diverse idee da artisti sconosciuti.)  A parte la varietà e l'esecuzione strepitosa delle opere, considerandone la raffinatezza dei particolari e,  in qualche caso, l'imponenza, quale è la direzione in cui viaggia Hirst con questo spettacolo?  Non c'è il solito shock value davanti alla cruda realtà, niente animali tristemente sacrificati.  Quale è il gioco?  Ci vuole sedurre con la volutta'?  Ci vuole affascinare con il luccichio?  Vuole che capiamo la sua versatilità, che non è un filisteo?  Ci vuole anche far capire che la sete d'oro e di altri valori "preziosi" possono far impazzire alle persone?  Che siamo noi a dare peso alle cose, che siamo noi a decidere quali cose vanno collezionate?  "C'è molto sangue associato con l'oro," dice una voce che interviene nel breve filmato creato ad arte all'inizio della mostra.  Non dovrebbe sorpenderci allora che un gigantesco demone senza testa, alto 18 metri, ci dia il benvenuto all'entrata di Palazzo Grassi e sorvegli i due piani della mostra.  La sua enorme testa di bronzo sta per terra non lontana dal corpo, coi denti e gli orecchi puntuti.  Forse con questo brutto mostro dal corpo seducente come quello del "Davide" di Michelangelo, Hirst intende dire che tutti i mali e il potere mondano nascono da vecchie idee incrostate nella coscienza umana.  Che il significato della vita nonché dell'arte rimane un grande mistero, e che l'unica cosa intelligente che possiamo fare è ridere come fa Hirst.  Forse allora capiremo che siamo sempre stati noi a dare il valore a tutte le cose, inclusa l'arte stessa.  I culti, i simboli, i miti, sono l'unico patrimonio dell'umanità, in una lunga storia che, secondo Hirst, ha solo dell'assurdo.  Quando finirà lo show a dicembre, tutte le opere del museo di "salvataggio marino" inventato da Hirst saranno vendute all'asta.  Solo allora lo stesso artista vedrà quant'è assurda la realtà, oppure quant'è quotata la sua firma.  Scommetto già che il c.d. "bad boy" dell'arte, Damien Hirst, riderà lungo tutta la strada verso la sua banca.      UN’AMERICANA A VENEZIA       

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)