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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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620. Pavel Friedman, La farfalla di CHIARA PASSARELLA

 Pavel Friedman, La farfalla.
La farfalla
 L’ultima, proprio l’ultima,
 di un giallo così intenso, così
 assolutamente giallo,
 come una lacrima di sole quando cade
 sopra una roccia bianca
 così gialla, così gialla!
 l’ultima,
 volava in alto leggera,
 aleggiava sicura
 per baciare il suo ultimo mondo.
 Tra qualche giorno
 sarà già la mia settima settimana
 di ghetto:
 i miei mi hanno ritrovato qui
 e qui mi chiamano i fiori di ruta
 e il bianco candeliere di castagno
 nel cortile.
 Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
 Quella dell’altra volta fu l’ultima:
 le farfalle non vivono nel ghetto.

Pavel Friedman
Pavel Friedman nato a Praga  nel 1921  fu deportato nel campo di concentramento di Theresienstadt nella città fortezza di Terezín (nome tedesco Theresienstadt), situato nell'attuale Repubblica Ceca. Poco si sa della sua vita prima dell’ingresso nel campo di concentramento dove il suo arrivo fu registrato il 26 aprile 1942.  Nel giugno dello stesso anno scrisse il poema "La farfalla" su di un pezzo di carta sottile che fu scoperto dopo la liberazione e successivamente donato al Museo ebraico di Praga. Il 29 settembre 1944 fu deportato ad Auschwitz, dove morì.  Il testo di “The Butterfly”  è stato incluso in molte raccolte di letteratura per bambini sul tema dell'Olocausto, in particolare nell'antologia “I Never Saw Another Butterfly”, pubblicata per la prima volta da Hana Volavková e Jiří Weil nel 1959, sebbene Friedman avesse già 21 anni quando compose il poema.  Il poema ispirò anche  il Butterfly Project dell'Olocausto Museum di Houston , una mostra in cui furono create un milione e mezzo di  farfalle di carta per simboleggiare lo stesso numero di bambini morti nell'Olocausto.  Un ritmo mesto e sconsolato domina questa breve poesia in cui la disperazione dell'animo si risolve in una coraggiosa e composta visione lirica. Lo squallore del campo e l'immagine del castagno, che come un gigantesco e freddo candelabro pare proiettare nel cortile una gelida ombra di morte, acuiscono il dramma della terribile realtà di un futuro senza speranza. Corre nella commossa compostezza dei versi finali un brivido di profonda poesia: la dolorosa sensazione individuale del Friedman allarga i suoi orizzonti fino a comprendere l'immane tragedia di tutto un popolo. In questo senso la breve composizione, pur nella sua sostanza lirica, s'inserisce nella moderna epopea della Resistenza. Friedman ci ha lasciato in questi pochi versi una pietosa testimonianza dell'immane tragedia di migliaia di giovani ebrei: …Siamo abituati a piantarci su lunghe file alle sette del mattino, a mezzogiorno e alle sette di sera, con la gavetta in pugno, per un po’ di acqua tiepida dal sapore di sale o di caffè o, se va bene, per qualche patata. Ci siamo abituati a dormire senza letto, a salutare ogni uniforme scendendo dal marciapiede e risalendo poi sul marciapiede. Ci siamo abituati agli schiaffi senza motivo, alle botte e alle impiccagioni. Ci siamo abituati a vedere la gente morire nei propri escrementi, a vedere salire in alto la montagna delle casse da morto, a vedere i malati giacere nella loro sporcizia e i medici impotenti. Ci siamo abituati all’arrivo periodico di un migliaio d’infelici e alla corrispondente partenza di un altro migliaio di esseri ancora più infelici …

CHIARA PASSARELLA

1 commento:

Anonimo ha detto...

Toccante L abitudine al martirio ed all impotenza nel reagire

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)