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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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623. CARNEVALE DI CARLO GOLDONI di Chiara Passarella

Carnevale
La stagion del Carnovale
tutto il Mondo fa cambiar.
Chi sta bene e chi sta male
Carnevale fa rallegrar.
Chi ha denari se li spende;
chi non ne ha ne vuol trovar;
e s'impegna, e poi si vende,
per andarsi a sollazzar.
Qua la moglie e là il marito,
ognuno va dove gli par;
ognun corre a qualche invito,
chi a giocare e chi a ballar.
Carlo Goldoni

Pensando al mese di febbraio, mi viene spontaneo pensare al Carnevale e, di conseguenza, alle maschere. Penso al Carnevale di Goldoni ed alla sua evoluzione,
penso al passaggio storico dalla maschera alla commedia del carattere. Carlo Goldoni ha rivoluzionato la commedia dell’arte, quell’oasi antiletteraria e disimpegnata, capace però di attirare a sé drammaturghi come Shakespeare e Molière fino allo stesso Goldoni, che con la sua riforma del teatro eliminò il cattivo gusto abolendo gradualmente l’uso delle maschere e sostituendo il canovaccio al copione, così gli attori passarono più in secondo piano e i meriti di una buona riuscita teatrale erano tutti dello scrittore. Goldoni con grande maestria fa rifiorire il linguaggio, quello di un italiano inedito che si contamina di veneziano e che mette in risalto il grottesco contrasto fra le diverse classi coinvolte in una forte azione sociologica e morale. Siamo intorno alla metà del 1500 quando il mondo teatrale subisce una vera e propria rivoluzione con la nascita della commedia dell’arte, il cui successo divampò in tutta Europa fino a vedere la sua fiamma smorzarsi lentamente per poi spegnersi sul finire del 1700. Piaceva molto quella compagnia di comici formata da sei o sette attori con indosso esuberanti maschere che li rendevano immediatamente riconoscibili agli occhi del pubblico. Le compagnie italiane erano molto richieste, venivano chiamate a recitare anche all'estero, alle corti d'Europa. La maschera era l'identità stessa del personaggio sempre ben delineato: Pantalone era il vecchio brontolone e avaro, Arlecchino il servo sciocco, Brighella l'astuto. Una vera e propria riforma quella della commedia dell'arte con una visione della realtà alquanto inedita: lo spirito del razionalismo arcadico, seppur in ambito letterario, orientava i commedianti alla semplicità, all'ordine razionale, al buon gusto. Goldoni non era un letterato ma un uomo di teatro che intuiva bene i gusti e le preferenze del pubblico, obbligò gli attori a riferirsi a un testo scritto, bocciò le banali buffonerie, eliminò gradualmente le maschere, conferendo loro una personalità sempre più marcata, più netta, è così la Commedia dell'Arte divenne magistralmente "commedia di carattere". Questo aveva anche uno scaltro senso sociologico che avrebbe allargato l'interesse del pubblico: si poté dar voce alle reale classe borghese mercantile. Pantalone diviene modello delle buone qualità del mercante veneziano, mentre i nobili appaiono senza valori, i servi degli ingenui, la vecchia aristocrazia viene ridicolizzata per la sua arroganza. La borghesia invece assume ogni spesso connotazioni positive, come intelligenza e intraprendenza i cui risvolti sono sempre avidità e opportunismo. Il popolino delle comari pettegole, dei gondolieri, pescatori è rappresentato nella sua rozzezza ma al contempo viene associato alle belle virtù dell'intuito e del buon senso. Non solo innovazione ma anche una forte azione moralizzatrice in coerenza con lo spirito settecentesco del Goldoni illuminista: la commedia vuole educare al buon senso borghese quello che confida nella natura umana, nella solidarietà e nella pacifica convivenza tra gli uomini. Goldoni si allontana dallo stereotipo, cambia le ambientazioni e i personaggi rappresentati ma soprattutto il linguaggio, spia delle diverse classi sociali a cui si vuol dar voce e che edificano la commedia stessa: non tratta più del ricco in relazione al servo povero, ma dà vita ad una simpatica e furba locandiera, come Mirandolina, o a uno scaltro "caffettiere" come Ridolfo. Il linguaggio si emancipa dalla formalità della tradizione letteraria. A intermittenza si alterna dall'italiano al veneziano, per esaltare i diversi usi sociali del linguaggio. Il suo è un italiano, contaminato dal veneziano e caratterizzato da elementi settentrionali, quello del mondo borghese, lontano dalla purezza della tradizione classicistica toscana. Il dialetto veneziano non è per Goldoni un mezzo ludico o un espediente spassoso, ma uno strumento concreto ed efficace ad identificare i diversi strati sociali dei personaggi che lo utilizzano e a scandire in una schematicità quasi algebrica la commedia di quel tipico sapore goldoniano fra ironia e rigore, fra realismo e rappresentazione. Infine, dopo questa divagazione letteraria che esula un poco dalla critica poetica nel senso più stretto della parola, un altro omaggio al Carnevale in poesia con due grandi autori: D’ Annunzio e Rodari:

Carnevale vecchio e pazzo
Carnevale vecchio e pazzo
s’è venduto il materasso
per comprare pane e vino
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia a un pallone.
Beve e beve e all’improvviso
gli diventa rosso il viso,
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia…
Così muore Carnevale
e gli fanno il funerale,
dalla polvere era nato
ed in polvere è tornato.
Gabriele D’Annunzio

Carnevale
Carnevale in filastrocca,
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
sono le toppe d’Arlecchino,
vestito di carta, poverino.
Pulcinella è grosso e bianco,
e Pierrot fa il saltimbanco.
Pantalon dei Bisognosi
“Colombina,” dice, “mi sposi?”
Gianduia lecca un cioccolatino
e non ne da niente a Meneghino,
mentre Gioppino col suo randello
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: “È Carnevale,
e ogni scherzo per oggi vale.”
Gianni Rodari

CHIARA PASSARELLA

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)