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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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284. NON C'E' PIU' RELIGIONE da un'Americana a Venezia


Venezia a Las Vegas
Tanti anni fa, quando ero appena arrivata in Italia, molte persone mi dicevano, divertiti, "Hai trovato l'America!"  Non avevo mai capito a che cosa si riferissero, se non all'economia veneta, allora prosperosa, e all'inaugurazione del nuovo vicino ipermercato.  Nel primo anno della sua esistenza, quel negozio veniva affollato ogni sabato da intere famiglie che credevano, forse, di essere arrivate in America.  Era l'epoca del menefreghismo, delle T-shirt da signora con gli spalloni, e degli anziani che andavano in giro ripetendo ad ogni opportunità, "Non c'è più religione."  Per quanto mi riguardava, quell'Italia assomigliava molto poco al mio Paese per diversi motivi.  Solo ora, quasi trenta anni più tardi, temo che una certa somiglianza si cominci a vedere fra l'Italia e l'America.  Ho osservato, anno dopo anno, la trasformazione della cultura italiana da realtà unica e irrepetibile verso quella che mi sembra una poverissima imitazione di tendenze "americane."  Ho notato la costante perdita di quell'unicità italiana, specialmente fra i giovani.  Parlo dei bambini e degli adolescenti che non sono più interessati o capaci di sostenere conversazioni intelligenti con gli adulti.  Poi, c'è in atto un abbassamento spaventoso degli standard scolastici, una volta molto più alti di quelli americani.  Si va perdendo la cultura italiana anche in altri modi, meno misurabili:  lo scambio dello sguardo fra le persone che si incrociano per strada, il linguaggio non-verbale, i canti che una volta uscivano dalle finestre, la dieta rigorosamente mediterranea.  Quando sono arrivata, Mediaset non aveva ancora cominciato a guastare l'etere con pessimi programmi importati dall'America.  Era ancora l'Italia degli applausi veri, prima della risata registrata e superimposta in stile americano.  Era l'Italia dei professori della RAI, e l'Italia dello stato sociale, cosa sconosciuta in America dove i cittadini si arrangiano da sempre.  Era l'Italia dove una persona camminava da sola ad ogni ora, persino intorno alla stazione, senza temere.  Era l'Italia delle città monumentali non ancora sfregiate dai graffiti, dove i figli non osavano di aggredire i loro genitori o pronunciare parolacce davanti ai grandi.  Era l'Italia dove i giovani sapevano distinguere bene fra il tu e il lei.  Era l'Italia della famiglia ancora unita, nel bene e nel male.  Era l'Italia dove il miglior psicologo era un amico o un parente.  Era un Paese dove la gente, una volta sempre discreta, non oserebbe mai di andare in TV e vomitare tutti i segreti personali davanti a sconosciuti, come fanno gli americani.  Ahimè!  Purtroppo, cari lettori, devo constatare che una nuova generazione deve crescere sulle rovine di quell'Italia che è già stata omogeneizzata e quasi ingoiata, e che fra poco deve andare alle urne per decidere ancora una volta il suo immediato futuro.  Le tasse rimarranno opprimenti, lo stato sociale vacillante, e il futuro economico grigio scuro.  Eppure, la vita deve procedere.  Si deve tirare avanti.  Magari, qualcuno è ancora in grado di ridere per non piangere.  Cosa possono salvare gli italiani a questo punto?  Direi che sarebbe ora di fermarsi nella marcia verso l'ignoto e andare indietro di circa venti anni, anche se solo nella memoria, anche se solo per meditare meglio sul futuro.  E lì, circa venti anni fa, che "il genocidio culturale" dell'Italia, termine giustamente usato da Pierpaolo Pasolini, ha raggiunto una certa velocità, come su una montagna russa in discesa, prima con l'avvento dei templi del consumismo in periferia e l'uso esasperato della macchina, e poi con i modelli stranieri poco adatti ai giovani, per non parlare della costante introduzione del junk food.  Sarebbe semplicistico dire che tutto è cominciato con i vestiti firmati per i piccoli al posto del grembiule tradizionale, per finire poi piano piano con la perdita di valori vitali, come il rispetto, l'orgoglio, e del Made in Italy.  Infine, c'è la fede, qualsiasi fede, una volta la cosa più naturale, espressione della maggioranza senza apologia.  Forse i nonni avevano ogni ragione quando ci ammonivano a metà degli anni '80, più o meno intuendo la nuova e più fatale lacuna, "Non c'è più religione."       UN'AMERICANA A VENEZIA  

20/2/2013 

          

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)