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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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322. “C’MON TAKE ON ME” Hardcore Superstar (Svezia) - 2013 di Sky Robertace Latini




Album numero…. di una band che ricalca alla perfezione lo stile “scoppiato” dell’America anni ’80, quello patinato e sniffato di Wasp e Motley Crue, e terminato coi possenti Guns and Roses, cui subito dopo seguirono i Nirvana facendo nascere il Grunge che ferì quasi a morte lo Street Metal zozzo e sessuomane. In questi ultimi anni di gruppi come gli Hardcore Superstar ne sono sorti vari, ma invece che in America, stanno qui in Europa e suonano come dei tori imbizzariti, bene e con energia. “C’MON TAKE ON ME” è la seconda traccia che appare dopo la prima “Cutting the slack”, la quale è solo introduttiva e che poco ha a che fare con il sound del disco, essendo quasi gotico-sinfonica. Invece questa title-track è tipica della sguaiateza Glam-Street che contraddistingue la band. Un bel pezzo scoppiettante e fresco, dalla pura dinamicità.  “ONE MORE MINUTE” è il brano più originale, con un susseguirsi di cambi tra ritmo e linea melodica. Fa le bollicine e passa dal riff scuro alla chitarra acustica con ritornello orecchiabile senza seguire lo standard compositivo comune, ma procedendo variamente senza rinchiudersi nello schema classico. “ARE YOU GONNA CRY NOW” è un vero potente attacco di adrenalina. In un sound alla Def Leppard troviamo il feeling perfetto per darci dentro. Insieme a “One more minute” è la canzone migliore dell’album: aggressiva e graffiante. Anche l’assolo chitarristico, diviso in due parti, taglia in maniera affilata le orecchie, portando una atmosfera che aumenta il pathos parzialmente scuro che aleggia anche grazie al riff. Una piccola perla. “STRANGER OF MINE” è una deliziosa ballata che trasporta in un periodo passato, con la sua voce suadente e grazie all’arrangiamento sinuoso. Si percepisce lo spirito blues considerando anche il leggero sound dell’assolo acustico; uno spirito che per quanto diluito nell’orecchiabilità è sempre sullo sfondo in questo tipo di rock duro. “DEAD MAN’S SHOES” è un tipico Hard Rock che sfila un pò come un brano alla Bon Jovi. Il ritmo sostiene la composizione e la voce insiste con tenacia senza farne mai calare il tono umorale. Non vi sono pause e si prosegue fino in fondo con saltellante chiara luminosità. “BECAUSE OF YOU” è il pezzo più limpido e lineare del disco poiché ne è anche il più semplice. E’ la scuola che insegna come fare una bella song senza complicarsi la vita. Essere bravi mantenendosi appunto semplici. Linea melodica essenziale per un ritornello azzecatissimo su un arrangiamento iperdinamico stile cavalcata e via di nuovo strofa ritornello, assolo giusto per finire: questa è vera capacità artistica. “TOO MUCH BUSINESS” è un altro pezzo classico dello Street Metal: senza fronzoli ci si accende per scatenarsi, non ci sono scuse per non saltare verso il sudore e la contrazione isotonica. Mani in aria a pugno o a corna e guai a voi se rimanete incollati alla sedia. La pausa soft dell’assolo di chitarra serve per entrare meglio nello spirito rock’n’roll e per dare tono da brivido a chi ama il rock verace. Sarebbe stato perfetto come ultima traccia per lasciare il segno, invece poi quella dopo, che termina l’album, è un momento calmo. “Above the law” è un brano minore perché troppo commerciale, ma ci hanno realizzato il video proprio per questo e comunque ti prende e viene voglia di farlo scorrere fino in fondo. La carica ce l’ha. “Long time no see” è una bella ballata stile Tesla, ma è meno personale e abbastanza scontata, il fatto è che è gestita benissimo dalla band, che ha imparato bene la lezione dei più grandi. Divertente, ecco il termine appropriato per un funny rock’n’roll come questo, dove durezza. melodia e frizzantezza si mescolano fregandosene di tutto e di tutti. Chi non ama lo Street Metal in quanto considerato troppo commerciale, in questo lavoro non troverà motivi di godimento, ma il “vero” metal è anche qua dentro. Spiacente per chi non lo capisce. Davvero piacevole far scorrere la musica di un tal disco, anche se alcuni pezzi minori ne abbassano leggermente il valore, senza però apparire come dei filler. Siamo di fronte a quel rock duro che proviene dai Motley crue, però io ci vedo molto più i Ratt che pendono maggiormente verso il lato GlamRock e meno verso quello BluesRock che i Motley avevano imparato dagli Aerosmith. Naturalmente il genere musicale è lo stesso ma prediligendo il lato Ratt, viene scelto quello che “zompa” di più. Sky Robertace Latini

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)