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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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567. DUE AQUILE FINITE IN UN TOMBINO da un'Americana a Venezia



Mi è stato chiesto dal nostro Webmaster Roberto un commento  sulla situazione statunitense post-elezioni 2016.  Scrivo da Venezia, dove sono tornata ben prima delle elezioni e dove mi arrivano solo le testimonianze dei contatti personali e i reportage che il giornalismo televisivo e la Rete forniscono.  Dalla notte dell'annuncio dell'inattesa sconfitta di Hillary Clinton, però, stiamo vedendo che milioni di americani, coast to coast e per tutto il globo - parlo di una grossa fetta della popolazione statunitense - continuano ad insistere che questo risultato pare essere un grosso sbaglio del destino con effetti negativi su ambiente e diritti umani.  Sono in tanti a protestare contro il neo-Presidente republican, anche se eletto legalmente con l'electoral college, meccanismo che attribuisce più peso agli stati maggiormente popolati.  Non credo che la scelta di un nuovo presidente abbia mai prodotto in precedenza una tale situazione di rifiuto.  In realtà, neppure c'è mai stato un candidato presidenziale così controverso come Donald F. Trump, uomo d'affari e miliardario newyorkese, che dal prossimo 20 gennaio avrà sempre a portata di mano, giorno e notte, il codice di lancio di una testata nucleare.  Ben prima dell'elezione, qualche politicante di spicco, inclusi membri del  partito repubblicano, hanno espresso forte disagio, anche disdegno, nei confronti del candidato, data la sua mancanza di esperienza  politica, aggravata da una personalità poco diplomatica.  Un conto é gestire un grande casinò usando solo la propria testa e il potere personale, un altro seguire i mille protocolli pre-stabiliti per fare il Presidente. Chi ha votato per Trump non ha approfondito la questione della sua esperienza professionale, immagino.  Qualcuno ha auspicato solo un miglioramento nello standard di vita, mentre è probabile che altri abbiano concluso in modo infantile che un tipo che ha avuto tante donne, tutte belle, e che ha costruito un impero immobiliare di una certa entità, sicuramente sarà winner ("vincitore", la parola preferita di Trump) in ogni questione e conflitto.  Per qualcuno, e credo per lo stesso Trump, vincere è l'unica cosa che veramente conta.  Trump si è presentato al pubblico da vincente, a winner, persona che merita fiducia grazie solo alla capacità di ottenere ciò che vuole.  Quanto alla politica interna, tutti gli elettori innamorati del cambiamento che Trump rappresenta vogliono veder sparire ogni straniero non D.O.C. da tutti i 50 Stati.  De Blasio, sindaco di NYC, ha già fatto capire che non collaborerà nella deportazione di 500.000 illegali dalla sua città.  Molti elettori pro-Trump vogliono anche vedere ripristinato quello che gli americani chiamano "law and order", cioè, legalità e pubblica sicurezza.  Pretendono di tornare ai livelli di criminalità di una volta, ben prima dell'ondata di violenza che copre i nostri schermi, dal cinema alla TV alla PC alla playstation.  Questi vogliono comunque poter tenere un arsenale in casa, temendo che un giorno le stesse forze d'ordine proveranno a raccogliere tutte le armi in circolazione.  Sia come sia, sono sempre più convinta che il neo-Presidente, pur di avere l'ammirazione dei rozzi e degli arrabbiati, sia volutamente venuto a pugni con tutto ciò che veniva considerato politically correct.  Facendo il menefreghista nei confronti del bon ton, Trump ha vinto.  Due degli stati più popolati che ne hanno permesso la vittoria sono la Pennsylvania e la Florida, due stati "blue", cioè, che solitamente votano democrat.  Questa volta, per un pelo la maggioranza ha votato republican, trasformando quegli stati in "red".  Stranamente, pochi giorni fa due aquile vicino ad Orlando, Florida, hanno cominciato a combattere per motivi territoriali, si crede, riuscendo a incastrarsi, testa a testa, nei buchi di un tombino al bordo di un'autostrada.  Che metafora: due aquile, animali simbolo degli Stati Uniti, rischiano nella lotta di fare una brutta fine e compiere un destino assurdo.  Per fortuna, una grande folla compassionevole ha fatto in modo che le due bestie venissero liberate.  Una è finita in una clinica veterinaria, l'altra è volata via.  Con questa visione nella mente, posso solo sperare che tutti gli statunitensi sappiano ragionare più del solito, usando la propria testa, in modo di garantire una repubblica dove ancora possa regnare lo stato di diritto. UN'AMERICANA A VENEZIA

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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)