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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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397. MARTIRI PER L'AMBIENTE da un'Americana a Venezia


Gli abitanti nativi dell'America del Nord la videro in arrivo; i così detti "indiani" osservavano col cuore infranto, anche con rabbia, la costante e inutile distruzione dell'ambiente che loro chiamavano "Madre".  La Terra, contenente tutti gli elementi e le creature, per loro era il grembo, la culla, e la casa.  Tutto, a partire dalla caccia grossa agli animali e dal taglio indiscriminato dei boschi, per continuare con le miniere, le ferrovie, e le linee telegrafiche, veniva decimato davanti ai loro occhi dal cancro ambientale portato da una razza con valori ben diversi.  Il capo "Seattle" (in realtà, Si'ahl), da cui il nome della città nello stato di Washington, chiedeva al governo statunitense che voleva comprare la terra del suo popolo, "Come si può vendere l'aria?  Questa idea è strana per noi."  La visione dei nativi era fondata su una disciplina che, molto più tardi, sarebbe conosciuta fra gli uomini bianchi come Ecologia.  I nativi sapevano che non si può toccare un filo della Rete della Vita senza avere impatto su tutti gli altri fili.  Per questo motivo, prima dell'arrivo degli europei, i nativi non avevano mai distrutto l'ambiente.  A differenza dell'Uomo Bianco, l'Uomo Rosso non tagliava tutti gli alberi di intere zone.  Non eliminava le specie, condannandole all'estinzione.  Prendeva e utilizzava solo lo stretto necessario, in accordo con le stagioni e i tempi di ricrescita.  I nativi sapevano bene che tutto era già stato tessuto a perfezione per loro:  l'acqua, l'aria, la terra, le piante, gli animali, e persino la famiglia dell'Uomo.  Fra l'amore per gli Antenati e per la Creazione, la loro religione includeva anche il concetto del Creatore, spesso chiamato "Grande Spirito" e anche "Nonno".  Il rispetto dei nativi per l'ambiente superava ciò che noi occidentali normalmente possiamo capire.  Fra gli uomini d'origine europea, forse solo San Francesco d'Assisi propose lo stesso rispetto.  Esattamente come i popoli nativi d'oltremare, San Francesco sentiva fratellanza  con gli elementi e con le creature.  Anche lui parlava di Madre Terra, Sorella Acqua, Fratello Vento, e così via.  Anche lui chiamava gli animali "I nostri Fratelli più piccoli."  Per noi occidentali è difficile concepire l'arrivo a casa al momento della nascita.  Abbiamo l'idea di essere entrati in un posto lontano e ostile.  (Forse l'idea del mondo come luogo inospitale è ciò che permette l'esistenza dell'industria dell'aborto fra noi.)  Per gli indiani d'America, questo senso di alienazione, che comporta una mancanza di scopo se si eccettua quello di lucro, non esisteva.  Il mondo naturale, quello di torrenti e fiumi puliti, di terra ricca e indisturbata, di foreste piene di cibo e di medicina, e di stagioni regolari, non era un posto pericoloso da dominare.  Sicuro, per i nativi esistevano insidie: fenomeni meteorologici, incidenti con predatori, qualche tribù ostile, qualche malattia.  Ma i nativi vissero in stretta comunità, aiutandosi a vicenda in ogni momento.  Spesso le loro case erano costruite in forma di cerchio, sistemate in cerchi.  Tutto tondo e ordinato, come la Madre.  Neanche loro davano per scontato che la vita dovesse essere facile.  Ma la vita aveva senso.  Parlavano poco e di cose educative e utili.  Rispettavano gli anziani.  Ascoltavano i suoni della natura e anche la propria musica.  Di generazione in generazione tramandavano i racconti della tribù, parlando della meraviglia e del mistero di vivere, insegnando i segreti della sopravvienza.  Fino all'arrivo degli europei, per tempo immemorabile i nativi riuscirono a mantenere rispetto per la Terra e per gli Antenati.  Floyd "Red Crow" Westerman (1936-2007) disse in un'intervista qualche anno fa che l'arrivo di Colombo fu come la Prima Guerra Mondiale per i nativi.  Nei secoli a venire, seguì un impietoso genocidio.  Le tribù del Nord America una volta contavano milioni di persone.  Questi popoli sono stati ridotti a un pugno di sopravvissuti che sono abituati a vivere oggi in ciò che rimane dei lager in cui erano stati rinchiusi e emarginati i loro antenati.  Questo olocausto americano è durato per almeno 500 anni.  Terra rubata.  Dignità calpestata.  E la Rete della Vita molto disturbata.  Di questo olocausto ci sarebbe molto da dire.  Quanti martiri sono morti per difendere la terra?  Basta per il momento osservare che i nativi dell'America del Nord non combattevano contro i bianchi sempre e solo per i campi di caccia.  Morivano soprattutto per la Madre Terra. UN’AMERICANA A VENEZIA                       




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IN QUESTI ANNI ABBIAMO CORSO COSÌ VELOCEMENTE CHE DOBBIAMO ORA FERMARCI PERCHÈ LA NOSTRA ANIMA POSSA RAGGIUNGERCI

(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)