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In questi anni abbiamo corso così velocemente che dobbiamo ora fermarci perché la nostra anima possa raggiungerci. (Michael Ende) ---- A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro. Sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi. (Carl Gustav Jung)

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO

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LA FOTO DELLA SETTIMANA a cura di NICOLA D'ALESSIO:QUANDO LA BANDA PASSAVA...
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568. Cultura Metal – 2: CONTENUTO LIRICO di Sky RobertAce Latini



La musica contemporanea, leggera e rock, a differenza della musica classica e di molto jazz, usa in maniera quasi standard la voce e quindi relativi testi tematici. I contenuti lirici del metal posseggono svariati input leggeri che in questo possono essere vicini alle musiche meno impegnative, ma grandissima parte è comunque riferita a temi più seriosi, che non vuol dire per forza “impegnati”, quanto invece pregni di cupezza e riflessione, anche nei soggetti più personali. Difficilmente si parla d’amore  cercando i luoghi comuni di più utilizzata fattura. Nella leggerezza metal spesso rientra, si, un luogo comune, ma trattasi di sesso, birra (mutuata da “droga” dagli anni ’70) e Rock’n’Roll, non di amore che fa rima con cuore, quindi, a differenza di quello che succede nella musica leggera, si va sul pesante, anche se in ciò ci si lega a certo Pop. Satchel degli STEEL PANTHER (Los Angeles) afferma: “Le canzoni si scrivono un po’ da sole, non puoi comandarle. “All You can Eat” è un’analogia con la vita: voler vivere al massimo, cercare il massimo divertimento, prendere tutte le droghe, scopare tutte le ragazze che puoi, andare in giro con la tua macchina grossa e fregartene del buco dell’ozono e di altre cazzate. Credo che ognuno voglia vivere così”. Il senso della leggerezza sociale diventa comunque pesante nell’estremizzazione di tale chiusura al sociale. In verità molti musicisti metallici cercano una pregnanza sociale che per alcuni diventa una ricerca spirituale, per altri un impegno finanche impegno politico. La spiritualità viene intesa in tutti i suoi aspetti, non solo strettamente religiosi. Luca, dei Turilli’s Rhapsody, italiano, racconta come la luce sia la sua vita: “Per me esiste una divina fonte spirituale che ci eleva; il lato oscuro è rappresentato dalla manipolazione dell’uomo dei concetti, in base al suo ego. Attraverso la mia musica io canto la luce, l’ispirazione angelica, cerco di scrivere inni alla vita. Nel 1993 i dottori mi avevano già dichiarato morto, quell’esperienza mi ha permesso di vedere la vita in un modo diverso”.  E l’arte in generale diventa un importante elemento per vivere la spiritualità. Paolo Puppo, della band italiana WILL’O’WISP, parla di arte con una visione romantica, legando però ricerca spirituale e impegno sociale attraverso aapunto l’uso dell’arte: “Si tratta di amore per la cultura e per l’arte, oltre che per la bellezza nelle sue svariate espressioni. L’arte e la cultura come veicolo unico per il progresso spirituale di tutta l’umanità. Ogni artista è portatore di una scintilla. Sminuire il valore delle arti è, per questi regimi,  un ottimo modo di controllo  e potere. L’arte e l’artista devono esortare ad una reazione, ergersi a barriera di fronte al buio che impoverisce spiritualmente la società”. La spiritualità della religiosità viene molte volte staccata però da un contesto religioso ufficiale specifico. Greg Anderson, chitarrista dei californiani GOATSNAKE parla di un uso estetico della religione: “Credo che le immagini religiose siano molto potenti. I vari simboli muovono sentimenti forti. Non avevamo l’intento di parlare di una religione specifica, ma soltanto di trovare qualcosa di evocativo che impressionasse. La chiesa, la croce, l’altare, hanno un forte potere, e del resto la nostra musica parla del blues ed è nata come liberazione spirituale”. La religiosità che prende distanza dalle religioni ufficiali naturalmente può infilarsi in meandri religiosi di opposizione, che è l’accusa più usuale che si fa al Metal. Una opposizione che appunto può diventare anche  satanismo. Dei norreni GORGOROTH, il leader Infernus sbotta: “Per me Black Metal significa e significherà sempre devozione cieca alla vera musica Heavy e, naturalmente, a Satana. Fanculo alla musica Folk, al Metalcore e agli Hipsters (giovani progressiti-ecologisti, solitamente della classe medio-alta, che ascoltano musica Indie o Alternative)! Hipster e Poser (chi fa musica solo per farsi “bello”) dovrebbero stare fuori dal mondo metal. Anzi, magari potrebbero anche ammazzarsi!” E se però esiste nel Metal una religiosità occultista, esiste in esso anche una religiosità Cristiana, cioè entrambi i lati di una stessa medaglia. Michael Sweet degli statunitensi STRYPER, accennando alla song “Big Screen Lies” dice protestando: “…Parla del mio punto di vista di come vengono presentati i cristiani nel mondo della televisione o del cinema…ossia come degli idioti. Mi disturba questo quadretto che i media propongono al pubblico, di cristiani presentati sempre come fedeli estremisti o poco intelligenti, oppure ancora come dei completi coglioni”. Ma alcune band non vogliono accettare una collocazione tematica fissa, vogliono ampliare il loro sguardo compositivo, non solo musicalmente, per esprimere vari lati del loro carattere. Chris Bennet (fondatore dei MINSK provenienti dall’Illinois) racconta dell’abbandono dell’elemento esoterico: “Il nostro scopo dal lato dei testi era quello di essere molto più realisti. Non volevamo più vestire i panni degli alchimisti, ma affrontare il tema del potere della volontà. Il messaggio che volevamo comunicare è che con la determinazione e una direzione chiara in mente, l’uomo può realizzare i suoi obbiettivi.” Uno degli atteggiamenti più esplicitati da chi vuole raccontare se stesso è quello di unire il suono cupo del Metal alla elaborazione di sofferenze che si vivono, ma in maniera catartica, di ripulitura interiore, quindi non per esaltare le negatività. Tatiana, cantante/chitarrista delle italiane LA MENADE: “Per noi la musica ha sempre avuto una valenza catartica. Esprimiamo le nostre emozioni e visioni in un’ottica comunque votata all’ottimismo  e all’osservazione del mondo interiore. E’ come se attraverso la musica e le parole cucite su di essa si cercasse di esorcizzare i sentimenti che più ci spaventano, proprio nel tentativo, inconscio ed incosciente, di combatterli e spazzarli via”. Uno dei generi più malinconici è il Gothic Metal. Per il goticismo dei britannici Paradise Lost, parla il chitarrista Halifax: “Se l’album “The Plague within” si apre con una canzone nichilista, poi si conclude con un brano all’insegna della speranza. Sono i poli opposti di una ispirazione che può nascere da qualsiasi stato d’animo intermedio. Molti nostri testi fissano la negatività come per esorcizzarla e lasciarsela alle spalle. Diventando vecchi e saggi, abbiamo imparato dall’esperienza personale che, per non essere travolti dalla tristezza, bisogna saperla accettare e accoglierla dentro di se”. Naturalmente le atmosfere dark e misteriose affascinano, e il Metal racconta parecchie fascinazioni di questo tipo. La chitarrista Ema Babosek, del gruppo femminile sloveno MIST, spiega il proprio moniker: “ Può significare diverse cose, ad esempio come ci si sente quando fuori c’è nebbia fitta…tutto intorno, paesaggi insicuri, uno stato emotivo di spavento, un percorso poco chiaro dove non si sa mai che tipo di creature potrebbero essere in agguato dietro di te, creature che non si possono nemmeno vedere. Così l’immaginazione corre selvaggia. Ci si sente smarriti e confusi, quasi accecati”. Se molti testi possono essere espliciti nelle loro intenzioni, le trovate letterarie, le forme di scrittura, le impostazioni compositive, possono comunque essere messe in campo in modo più raffinato, elaborando artisticamente i testi quanto la scrittura. Dice Lee Stanton, fondatore degli australiani THY ART IS MURDER: “Siamo amanti delle doppie chiavi di lettura nei nostri testi. Il titolo stesso dell’album “Holy War” potrebbe fat pensare o che siamo guerrafondai o all’opposto che siamo dei ferventi pacifisti. In realtà il titolo ha a che vedere con quello che la gente sente sacro. Ad ogni modo, leggendo le nostre liriche , ognuno può vedere ciò che vuole, spesso anzi la gente ci legge proprio quello che ha bisogno di sentirsi dire: è la classica catarsi”. E’ come quando un regista si immedesima nel personaggio cattivo che racconta per capirlo, senza per questo essere veramente cattivo. Rimane un punto fermo, però, che nel Metal, solitamente, il lato musicale-strumentale rimanga prioritario rispetto ai testi. George Kollias, batterista della band greca NILE mette appunto la musica davanti alle liriche: “ Per me la musica è la cosa più importante, comunque i testi si adattano (nell’ album “Invictus”) alla musica in maniera molto naturale”. Come per ogni arte, il Metal può raccontare le cose più svariate e infatti non esiste argomento che non venga trattato, magari grazie all’esperienza dei singoli musicisti. Aksel Holmgren, batterista dei GREAT DISCORD, nell’album “Duende “ del 2015 trattava di malattie mentali: “Le storie che raccontiamo sono in gran parte frutto dell’immaginazione. Fia (la loro cantante), fuori della musica, è supervisore sociale psichiatrico, ella è capace di mantenere grande delicatezza e rispetto nei confronti di patologie devastanti come la depressione e la schizofrenìa . E’ importante per noi sapere che che i testi sono strettamente legati alla realtà, ma rielaborati attraverso le acque oscure della mente umana”. L’ispirazione può però venire anche da arti parallele come il cinema o la letteratura. Mirai Kawashima, il leader dei giapponesi SIGH dice del proprio spettacolo molto teatrale: “ E’ ispirato ai film horror italiani che sono i migliori (“Quella villa accanto asl cimitero”; “Suspiria”). L’Italia ha sempre avuto i migliori film con le migliori colonne sonore. Adoro Fabio Frizzi (compositore di colonne sonore) e i Goblin.Mi piacciono anche i film giapponesi horror degli anni ’60 e ’70”. Mentre Tommy Talamanca dei genovesi WINTERAGE si rivolge alla letteratura Fantasy: “L’influenza di J.J. Tolkien sulla nostra musica va molto oltre la semplice inclusione di un racconto all’interno del nostro disco. Non posso immaginare il Power Metal senza alle spalle la grande costruzione  Tolkeniana, sarebbe qualcosa di molto più debole”. E naturalmente altro campo di ispirazione può essere la storia. I Sabaton, svedesi, cantano quasi sempre di battaglie; Joakim Brodén dice riguardo alla canzone “Last Dying Breath”: “…Parla della storia serba”. E poi ancora: “A me piace leggere e guardare documentari, per cui ad esempio “Sparta” e “Shiroyama” le avevo già in testa. Anche Google ci ha aiutato, abbiamo scoperto la storia delle Guardie Svizzere che hanno difeso il Papa durante il Sacco di Roma”. Molti metallari appaiono piuttosto colti e acculturati, in ogni caso i testi spessissimo incorporano significati forti, parecchio estremi, anche raccapriccianti, senza censura alcuna. In linea col suono, il politicamente corretto è molte volte abbandonato. Questo non significa che non vi siano situazioni in equilibrio, o che siano assenti gruppi metal superficiali e blandi. La stessa provocazione può in alcuni casi essere inutilmente fine a se stessa. Di certo vi troviamo una grande libertà espressiva. SKY ROBERTACE LATINI

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(Michael Ende)

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A chi può procedere malgrado gli enigmi, si apre una via. Sottomettiti agli enigmi e a ciò che è assolutamente incomprensibile. Ci sono ponti da capogiro, sospesi su abissi di perenne profondità. Ma tu segui gli enigmi.

(Carl Gustav Jung)